Doc – Nelle tue mani: recensione dei primi due episodi della fiction Rai

Ispirata alla storia vera del primario Pierdante Piccioni, che perse 12 anni della sua memoria per un un incidente stradale nel 2013, Doc – Nelle tue mani è la nuova fiction Rai interpretata da Luca Argentero che riporta su Rai Uno il medical drama, tipologia di prodotto che ha sempre segnato il primo canale dedicato al pubblico generalista. A dirigerla sono Jan Maria Michelini e Ciro Visco.

Riprendendo il vecchio trend della fiction ambientata in un contesto medico e innestando temi psicologici quali la perdita di memoria, la possibilità di rinascere e ricominciare, che da un po’ di tempo cavalcano la fiction Rai che cerca di rinnovarsi, Doc – Nelle tue mani non riesce pienamente a sfruttare il suo buon potenziale di partenza.

Doc nelle tue mani Cinematographe.it

Doc – Nelle tue mani: la trama della fiction con Luca Argentero

Andrea Fanti (Luca Argentero) è un primario la cui brillante carriera viene stroncata da un colpo di pistola: un’incomprensione con un paziente che chiede giustizia per la morte di un figlio a cui ritiene che non sia stata somministrata la cura adeguata, si trasforma in un attentato alla vita di Fanti che perde immediatamente conoscenza.

Al suo risveglio il primario, quasi ex ormai, riprende conoscenza dopo una lunga operazione, ma il dono di poter ancora aprire gli occhi lo paga con i suoi ultimi dodici anni di vita sfumati in un colpo solo, di cui non ricorda più nulla circa alcun aspetto della sua vita lavorativa e sentimentale. Del suo ultimo amore Giulia (Matilde Gioli), che è l’unica a credere nella possibilità che la memoria possa tornargli e che lo sostiene, ne ha perso ogni traccia.

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Del medico ineccepibile ma anche un po’ arrogante e cinico che era, ne resta un uomo che ha paura persino della sua ombra e che vorrebbe trovare conforto nell’unica cosa che ricorda: i suoi bambini e sua moglie (Sara Lazzaro), con cui ormai si era già separato da tempo. Eppure anche in questa camera della sua vita molti ricordi sulle vicissitudini e sulla morte di suo figlio, gli appaiono ancora sbiaditi.

Da quel momento Andrea deve necessariamente cominciare una nuova vita, completamente da zero, e consapevole di aver perso il ruolo di marito un tempo e di medico poi. Due obiettivi lo tengono in vita, nonostante la paura: provare a riprendersi la memoria, o quanto meno riconquistare sua moglie e la sua carriera.

Una fiction che stenta a trovare una sua identità

Una cosa sicuramente si poteva riconoscere alle fiction ambientate nel mondo dei medici prodotte dalla Rai: o erano sul registro commedia, se pensiamo ad Un medico in famiglia, o erano dei melò, e molti ripenseranno alle stagioni infinite e ripetitive di Incantesimo.

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Uno dei principali problemi di Doc, è proprio quello di non riuscire, un po’ quasi trascinandosi con il suo protagonista, a trovare un’identità precisa: c’è il freddo e la pulizia, come suggerisce la fotografia, di un prodotto che si vuole presentare di alto standard, ma ci sono delle fastidiose e ripetute incursioni musicali che disturbano l’atmosfera drammatica che si va costruendo. Manca inoltre un giusto equilibrio tra i focus narrativi principali, il trauma personale, l’aspetto sentimentale e quello professionale, che dovranno essere poi sciolti episodio per episodio.

Doc – Nelle tue mani: una buona storia dall’occasione mancata

Doc parte con una storia molto interessante: un medico che perde la memoria e subisce oltre al trauma – da essere umano in primis – di perdere parte della sua storia personale, anche lo smacco di non poter assolutamente spiegare scientificamente a se stesso tutto quello che sta vivendo, senza neppure poter ipotizzare una cura. La fiction però si posiziona su un altro valido spunto, e forse più in linea con i canoni del suo genere: la malattia come rinascita, come un’altra vita possibile da ricucire e provare ad aggiustare.

I primi episodi però appaiono alquanto confusionari, soprattutto il primo che dovrebbe farci entrare nell’atmosfera e agganciarci quanto più possibile al personaggio. E’ ammirevole il volerci svelare tasselli di vita passata e presente poco alla volta non seguendo la cronologia lineare degli eventi, ma la dinamica con cui avviene non rendono ben chiara l’operazione in atto, dove non vediamo un chiaro distinguo tra quanto sta accadendo nel passato e quanto nel presente.

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Lo può suggerire il carattere del personaggio sicuramente, ma noi ancora non lo conosciamo e chi si è accostato alla fiction senza magari aver letto la trama, fa fatica a capirlo. Argentero purtroppo deve tenere testa a queste instabilità e non risulta essere pienamente a suo agio nel tipo di personaggio, che ha un bagaglio emotivo non indifferente. Senza il sostegno poi neppure di un maggior approfondimento psicologico, purtroppo la sua recitazione fatica a reggerne il peso.

Va inoltre poi segnalata una pecca sonora: in diversi punti la resa audio non è stata ottimale, soprattutto nelle scene corali girate in ambienti interni ed esterni, impedendo di cogliere con chiarezza i dialoghi.

Nel complesso quindi ci troviamo dinanzi ad un’ottima storia che poteva essere però sviluppata in maniera più coerente e adeguata, soprattutto sotto diversi aspetti tecnici. E forse persino l’idea, davvero apprezzata e inaspettata in casa Rai di far incontrare Don Matteo e Doc, come è avvenuto in una speciale anteprima prima della messa in onda – e qualcuno fantastica persino su un crossover tra i due – poteva rendere più avvincenti  e innovativi questi due primi episodi di Doc.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2
Emozione - 2

2.3

Tags: Rai