Tempi moderni torna al cinema in versione restaurata

A partire dall’8 dicembre, per il piacere dei cinefili e non, torna al cinema per tutto il mese Tempi moderni e con esso Charlot, personaggio culto creato da Charlie Chaplin.

Sono trascorsi circa 80 anni da quando l’attore e regista inglese ha creato un personaggio divenuto icona: Charlot, il vagabondo raffinato, con fare da gentleman, vestito con giacchetta, pantaloni e scarpe più grandi, insieme alla bombetta e bastone da passeggio. Charlot divenne il simbolo dell’alienazione umana, in contrapposizione all’era del progresso industriale ed economico.

Oggi, grazie al restauro avviato e realizzato dalla Cineteca di Bologna, il cinema rende un grande omaggio a Chaplin con la proiezione di Tempi moderni.

Tempi moderni nasce nel lontano 1923, quando il regista visitò gli stabilimenti della Ford. Tuttavia, lo sviluppo della sceneggiatura e del film stesso prendono il via dieci anni dopo, ovvero quando da un lato ci fu la crisi finanziaria nel 1929 e dall’altro quando si avviò il sonoro nel cinema.

chaplin

Interpretato, diretto e prodotto da Chaplin, Tempi moderni fu proiettato per la prima volta il 5 febbraio del 1936 e fu concepito come film muto. Inizialmente, Chaplin aveva pensato di realizzare un film sonoro, però poi scelse di far sentire solo le macchine, le parole dell’uomo doveva essere filtrate dai grammofoni, dalle radio e dagli altoparlanti. Il film resta muto fino alla scena in cui sentire la voce di Charlot che canta Je cherche apès Tinine, nota anche come Nonsense song perché, in realtà Chaplin improvvisò un testo in una lingua inventata: grammelot, ovvero un mix di parola in francese, spagnolo e italiano.

La famiglia non aveva mai concesso di sostituire con un’altra l’incisione della partitura musicale originale composta da Chaplin. Fino ad oggi. La versione restaurata è quella di Timothy Brock, direttore d’Orchestra NDR Radiophilharmonie di Hannover. Non solo, Brock è uno dei maggiori esperti delle musiche dei film di Chaplin. Brock ha dichiarato qualche anno fa che l’attore: “aveva una straordinaria capacità di usare la musica in maniera oggettiva, come solo sanno fare i grandi registi, ossia capendo cosa fosse superfluo e cosa no”.

Dunque, non ci e non vi resta che andare al cinema per goderci un’indimenticabile Charlot in una performance vocale incomprensibile quanto geniale.