Totò – le 10 scene migliori tratte dai film più belli del Principe della risata

In occasione del 50° anniversario della morte di Totò, ricordiamo il Principe della risata con le scene più belle dei film più popolari.

Quando parliamo di Totò di cosa parliamo esattamente? Uomo e principe, comico e profondo, commerciale e d’élite, Totò è maschera strabordante di caratteri e peculiarità introvabili e irripetibili nel panorama artistico mondiale.

Totò: il principe e la maschera da cui la storia dello spettacolo internazionale non può prescindere

Totò, con il suo volto così elegantemente imperfetto e deforme, è archetipo di una napoletanità genuina e capace di essere universalmente riconosciuta come tale senza pretendere nessuna concezione di grazia e nessuna particolare comprensione di generi: Totò non ha bisogno di generi, non ha bisogno di spazio e di tempo, non necessità di etichette di alcun tipo.

Nato Antonio De Curtis (e con una sfilza di nomi e titoli nobiliari ereditati e vissuti con controversia e difficoltà familiari), l’attore napoletano rappresenta forse l’unico caso di pseudonimo e diminutivo in grado di contenere all’interno del suo significato una serie di qualità intraducibili in altre parole e rese manifeste solo se si prova a considerare l’intera opera di Totò stesso.

Mai totalmente slegato dal teatro, Totò è stato attore di varietà, avanspettacolo e rivista (mediante un sodalizio magnifico con Anna Magnani e Mario Castellani) che con il cinema ha avuto, a entrambi i livelli professionali e personali, un rapporto complesso.

Totò è apparso in quasi 100 pellicole, 97 per l’esattezza, ma – pare – senza mai esserne totalmente assorbito, anche se oggi – vista la consacrazione del mito – stentiamo a crederci.

Dall’esordio con Fermo con le mani! (1937) diretto da Gero Zambuto, e dopo quelli che l’attore stesso definì “tentativi” come Animali pazzi di Carlo Ludovico Bragaglia (1939) e San Giovanni decollato (1940) L’allegro fantasma (1941), entrambi di Amleto Palermi, vi sono una serie di film diretti da Steno, Mario Mattoli, Camillo Mastrocinque, Sergio Corbucci che, nella loro accezione magnificamente popolare di ieri e di oggi e tra l’altro – snobbati dalla critica dell’epoca, costituiscono il bagaglio più consistente dell’eredità artistica di Totò.

La carriera cinematografica di Totò ha avuto, inoltre, il pregio di avere appoggi incondizionati da parte di autori come Vittorio De Sica (che lo volle nell’episodio Il guappo nel film L’oro di Napoli del 1954), Cesare Zavattini (che sceneggiò San Giovanni decollato), Mario Monicelli (che oltre ad averlo diretto in numerose pellicole in co-regia con Steno lo volle ne I soliti ignoti del 1958) ed Eduardo De Filippo.

Totò

Con Eduardo e Peppino De Filippo (che gli fece da vera e propria spalla al pari di Mario Castellani in molti film) era legato da una profonda amicizia, anche se, è possibile vederli insieme solo in Napoli milionaria (1950).

L’ultimo periodo, quello purtroppo caratterizzato dalla cecità e dai problemi di salute dell’attore, è stato il momento del fortunato incontro con Pier Paolo Pasolini. Il cineasta ha voluto Totò in Uccellacci e uccellini (1966) per un ruolo inedito e di grande impatto poetico, che gli valse una menzione speciale come attore al Festival di Cannes e un secondo Nastro d’argento, dopo quello ricevuto per Guardie e ladri (1952).

Totò

Dopo questa esperienza, girò Operazione San Gennaro (1966) di Dino Risi e apparve in Le streghe e Capriccio all’italiana, entrami del 1967 e di Pasolini.

In occasione del 50° anniversario della morte di Totò, di cui anche i tre funerali sono leggenda, abbiamo scelto 10 iconiche scene tratte dai suoi film più conosciuti, tenendo ben presente che se in vita ha tribolato per vedere la sua grandezza riconosciuta, oggi – più che mai – il suo genio graffiante, da maschera comica o da caratterista malinconico e riflessivo, è ufficialmente eterno.

Ecco di seguito 10 delle scene più iconiche tratte dai film più belli di Totò

Totòtruffa 62 – Camillo Mastrocinque (1961)

Il film è pieno di gag sulle incredibili truffe che Totò e Nino Taranto riescono a compiere, in questa scena riesce addirittura a vendere Fontana di Trevi al malcapitato turista italo-americano.

Totò e le donne – Steno (1952)

In questo film le gag sulle donne e suoi luoghi comuni su ambo i sessi sono pieni di ironia pungente e sarcasmo crudele. In questa scena, flash back di uno dei numerosi racconti che il protagonista rivolge direttamente al pubblico – con Ave Ninchi e Clelia Matania – il cavalier Scaparro è alle prese con una cameriera smemorata che rischia di fargli perdere l’opportunità di un grosso affare finanziario.

Totò, Peppino e i fuorilegge – Camillo Mastrocinque (1956)

totò film

Guarda qui il video.

Questo film nella sua interezza vale la pena menzionarlo per il solo fatto di vedere insieme a Totò, i due fratelli Peppino e Titina De Filippo.
In questa scena in particolare viene fuori tutta la clamorosa tirchieria del personaggio interpretato da Titina, moglie del protagonista Totò, il quale espone la lista della spesa all’ospite Peppino, vittima di entrambi.

Totò a colori – Steno (1952)

Il film in questione è uno dei primi film italiani a colore, la cui trama riesce a coinvolgere Totò come maschera in diversi momenti indimenticabili. Tra questi, la particolare premiazione di un artista che vanta di essere un imitatore di Picasso.

Un turco napoletano – Mario Mattoli (1953)

Questo film, appartenente alla trilogia scarpettiana insieme a Miseria e nobiltà e a Il medico dei pazzi perché rifacimento delle farse di Eduardo Scarpetta, è da ricordare per i picchi di comicità pura e per gli stralci di straordinaria modernità. Nella scena Totò/Felice Sciosciammocca, (finto) eunuco nell’harem in cui spiccano Isa Barzizza e Franca Faldini, spiega, inventano deliziosamente, l’origine della danza del ventre esibendosi macchiettisticamente.

Totò e Carolina – Mario Monicelli (1955)

Il film è una commedia con un tessuto narrativo drammatico, in cui Totò riesce comunque ad esprimersi al meglio. Il film ha subito inoltre, all’epoca della distribuzione, una serie di tagli che hanno modificato incontrovertibilmente l’idea di Monicelli. In questa scena l’agente Caccavallo spiega a Carolina (Anna Maria Ferrero) la bellezza scomposta e imprevedibile della vita.

Il monaco di Monza – Sergio Corbucci (1963)

Il film è un originale e divertente rifacimento delle vicende narrate dal Manzoni. Totò, travestito da monaco, si trova alla prese con una serie di vicende grottesche insieme a Mamozio, interpretato da Erminio Macario. In questa scena musicale, interrotta dal monaco/Totò, vediamo nelle vesti di falsi monaci due cantanti all’inizio della loro popolarità: Adriano Celentano e Don Backy.

47 morto che parla – Carlo Ludovico Bragaglia (1950)

totò film

Guarda qui il video.

Una delle scene più famose dell’intera filmografia di Totò. L’avaro barone Peletti comunica al maggiordomo Gondrano, interpretato da un giovanissimo Carlo Croccolo, che avrà una diminuzione sul salario a causa della morte di un cavallo e che la carne di quello stesso cavallo diventerà il loro cibo. Concludendo con la celebre frase “…e io pago!”

Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi – Mario Mattoli (1960)

La sequenza del finale del film con Totò e Aldo Fabrizi, in cui i due – nelle parti di due consuoceri – si ritrovano a scambiarsi d’abito proprio durante la celebrazione delle nozze dei figli.

Miseria e nobiltà – Mario Mattoli (1954)

Altro film della trilogia scarpettiana in cui si condensano delle trovate preziose per il genere della commedia, in questo film che ne rappresenta uno dei punti più alti.
In questa scena il finto principe di Casador fa le conoscenza della futura nipote acquisita, la ballerina Gemma, interpretata da una giovanissima Sophia Loren.