Venezia 73 – I magnifici 7: recensione del film di Antoine Fuqua
A chiudere una positiva Venezia 73 arriva fuori concorso I magnifici 7, western con Denzel Washington, Chris Pratt, Ethan Hawke e Vincent D’Onofrio diretto da Antoine Fuqua (Training Day, Southpaw – L’ultima sfida). Si tratta di un remake dell’omonimo film del 1960 diretto da John Sturges, a sua volta liberamente ispirato al capolavoro di Akira Kurosawa I sette samurai.
Venezia 73 – I magnifici 7: recensione del film di Antoine Fuqua
Poco dopo la fine della guerra civile americana, la cittadina di Rose Creek è tenuta in pugno dal magnate Bartholomew Bogue (Peter Sarsgaard), che sta seminando il panico con dure e repressive regole. Gli abitanti della città in cerca di protezione riescono a trovare l’aiuto di 7 uomini dalla dubbia moralità: il leader del gruppo Sam Chisolm (Denzel Washington), sedicente ufficiale di pace con regolare licenza in diversi stati, Josh Faraday (Chris Pratt), spavaldo giocatore d’azzardo veloce con la pistola e con le parole, Goodnight Robicheaux (Ethan Hawke), pistolero in crisi interiore, Billy Rocks (Byung-hun Lee), esperto di coltelli e amico di Goodnight, Jack Horne (Vincent D’Onofrio), uomo abituato a cavarsela in mezzo alle più difficili situazioni ambientali, il fuorilegge Vasquez (Manuel Garcia-Rulfo), braccato da numerosi cacciatori di taglie, e infine il nativo americano Red Harvest (Martin Sensmeier).
L’improvvisato gruppo dovrà cercare di rendere gli abitanti di Rose Creek dei buoni combattenti, aiutandoli a sconfiggere la tirannia di Bogue.
Antoine Fuqua rispolvera un genere indebolito ma mai del tutto sparito come il western realizzando un prodotto che ha come scopo ultimo il puro intrattenimento. I soggetti dell’omonimo predecessore e della pietra miliare di Kurosawa vengono depurati dalle loro componenti più complesse e profonde (l’amicizia virile fra un neonato gruppo di combattenti e la connotazione politica di un gruppo di cittadini oppressi che si ribella a un pericoloso nemico) e inseriti in una trama ben più semplice e lineare, che punta forte su un cast che più eterogeneo e politicamente corretto non si può (un afroamericano, un messicano, un nativo americano, un coreano, un giovane in ascesa come Chris Pratt e due vecchie volpi come Ethan Hawke e Vincent D’Onofrio) e su un’azione spesso violenta, ma mai davvero disturbante.
Non mancano inoltre diversi archetipi del western e frequenti omaggi alla storia del western passata e recente, fra cui è doveroso segnalare la scena che introduce il personaggio di Denzel Washington, ben oltre la citazione a quella omologa del personaggio di Christoph Waltz in Django Unchained.
Con queste premesse, il paragone con le opere che hanno ispirato questo I magnifici sette appare ingeneroso quanto improbabile. Antoine Fuqua realizza un prodotto godibile e molto ironico, che ha il merito di riportare in auge un genere dal glororioso passato, ma che latita dal punto di vista dello spessore narrativo. A tenere in piedi il film, al di fuori dei numerosi scontri a fuoco, sono prevalentemente i siparietti con protagonisti gli ottimi Denzel Washington e Chris Pratt, che con il loro carisma riescono a rendere credibili dei personaggi non particolarmente approfonditi. Privi di spessore e decisamente dimenticabili tutti gli altri personaggi, in primis quello di Peter Sarsgaard, che si rivela un cattivo mai davvero temibile o inquietante.
I magnifici 7 arriverà nelle sale italiane il 22 settembre 2016, distribuito da Warner Bros
I magnifici 7 scorre via liscio, senza mai annoiare ma senza neanche toccare mai per davvero le corde del cuore degli spettatori, soprattutto quelli più scafati in ambito western. Buoni e cattivi, senza alcuna sfumatura intermedia, si cercano, si confrontano e infine si scontrano in un lungo e avvincente conflitto a fuoco finale, che cammina pericolosamente più volte sul sottile filo che separa il cinema d’intrattenimento da quello trash, ma che riesce comunque a mantenersi sempre nel limite della dignità. Brillano le musiche del compianto James Horner, da lui composte poco prima di morire in un incidente aereo e senza aver visto il film.
I magnifici 7 si rivela un remake innocuo ma gradevole, che con semplicità e linearità ci riporta alle atmosfere del glorioso cinema western del passato, senza però apportare alcuna novità al genere. Con un pizzico di originalità e coraggio in più da parte della produzione e del regista Antoine Fuqua si sarebbe probabilmente potuto realizzare un piccolo gioiello, ma purtroppo è stata scelta la strada più sicura, dal punto di vista artistico ed economico, del blockbuster senza pretese e senza impegno, godibile nell’immediato, ma facilmente dimenticabile a lungo termine.