The Day After Tomorrow: recensione del disaster movie di Roland Emmerich
Correva l’anno 2004 quando il catastrofico regista Roland Emmerich fece uscire The Day After Tomorrow, film di fantascienza apocalittica sceneggiato dallo stesso Emmerich. La pellicola è un chiaro riferimento all’attualità politica, con il dibattito sul Trattato di Kyoto, respinto dal vicepresidente degli Stati Uniti.
La visione apocalittica data dal regista sul conflitto tra natura e uomo pone al centro della storia l’importanza dell’ambientalismo, riprendendo la sua prima opera, 1997 – Il principio dell’arca di Noè del 1984.
The Day After Tomorrow: un confronto uomo-natura che si trasforma in effetti speciali davvero notevoli
Durante una campagna di ricerche sulla composizione degli strati di ghiaccio antartici, in stretta relazione con l’osservazione dei cambiamenti climatici, il paleoclimatologo Jack Hall, assieme ai suoi colleghi Frank Harris e Jason Evans, assiste al distacco di una porzione immensa di banchisa dall’Antartide, pari alla superficie del Rhode Island.
Alla conferenza delle Nazioni Unite sul surriscaldamento globale tenutosi a Nuova Delhi in India, esponendo i suoi dati, illustrerà le imminenti condizioni che ritiene rendano possibile l’avvento di una glaciazione, anche se non sa quando potrebbe avvenire.
Presentando la relazione dei suoi studi, si scontra con il vicepresidente degli Stati Uniti, che non crede a queste previsioni catastrofiche. Jack ha anche una vita privata tormentata, divisa tra lo studio, le esplorazioni e la famiglia. È sposato con un chirurgo, la dott.ssa Lucy Hall, ed ha un figlio, Sam, che sente molto la mancanza della figura paterna.
Sam partecipa ai campionati di cultura tra scuole che si tengono negli Stati Uniti, e parte per New York da Washington dove abita, assieme a due compagni di studio, Laura Chapman (della quale è segretamente innamorato) e Brian Parks. L’aeroplano durante il volo entra in una turbolenza dovuta ad un eccezionale temporale, rischiando di precipitare. Sono i primi segnali che qualcosa di terribile sta per accadere perchè nel mondo incominciano a verificarsi strani eventi atmosferici.
Con The Day After Tomorrow, Roland Emmerich compie un salto di qualità, passando da un fastidioso patriottismo che caratterizzava pellicole come Independence Day alla trattazione del tema del confronto fra uomo e natura. Per rendere ancora più interessante il tutto, il regista fa affidamento su effetti speciali davvero notevoli che riescono a ridefinire il concetto stesso di computer grafica.
Lo spettatore si trova immerso in un mondo incredibilmente realistico, devastato da una tempesta che sembra non voglia lasciare superstiti. Buona anche la performance degli attori nell’interpretazione dei personaggi che si ritrovano coinvolti in questa avventura apocalittica.
The Day After Tomorrow: un film che invita alla salvaguardia del pianeta
Il film di Emmerich non è esente da difetti di sceneggiatura piuttosto evidenti come il poliziotto che non capisce la donna francese intrappolata nell’auto (è palese che la donna stia chiedendo aiuto). Ve ne sono tanti altri oltre a questo però sono elementi che bene o male possono essere anche trascurati.
Per il regista infatti è più importante il messaggio di fondo che emerge nelle ultime scene con il discorso alla nazione del nuovo presidente degli Stati Uniti, che invita alla salvaguardia del pianeta.
L’uomo non può credere di continuare a sperperare le risorse del nostro mondo senza subire conseguenze. Un domani è probabile che la natura non sia più tanto clemente con noi e quando ciò accadrà riusciremo a vedere la nostra alba del giorno dopo? Ovviamente non possiamo sapere come e quando ciò accadrà ma la prudenza in questo caso non è mai troppa.