Perché Bridget Jones ci piace così com’è?
Arriva il 22 settembre nelle sale Bridget Jones’s Baby (recensione); ma come mai dopo 15 anni Bridget Jones continua a farci innamorare?
“…probabilmente, malgrado le apparenze, tu mi piaci. Da morire.”
“A parte il fatto che fumo, che bevo, che ho una madre volgare e soffro di diarrea verbale…”
“No, tu mi piaci da morire Bridget, così come sei.”
Così come sei. Così. Come. Sei. Tre semplici, chiare parole in grado di racchiudere in toto le motivazioni per cui Bridget Jones rimane ad oggi uno degli esempi più riusciti, esilaranti ed emotivi di romcom. Con una protagonista dalla personalità dirompente, incapace di frenare la sua lingua e di prevedere i disastri nel quale irrimediabilmente si va a cacciare, è lei stessa l’anima pulsante del leggero susseguirsi di film, una giovane donna capace di manifestare a pieno quel lato di noi che ogni giorno, ogni momento, cerchiamo vergognosamente di mantenere sottochiave, rilegandolo in un angolo del nostro interno, mentre l’orgoglioso Io grida: “Devi essere perfetto/a”.
Ed è proprio l’identificazione la chiave del successo mediatico che dal 2001 si protrae come un’onda a lungo raggio: file, code interminabili di donne – ma non soltanto – che forse per la prima volta sono riuscite a sentirsi meno sole mentre, guardandosi allo specchio, valutavano i vantaggi e gli svantaggi di passare la serata con i due uomini della loro vita, Ciocco e Lato.
Filosofia di vita di Bridget: passare la serata con due uomini contemporaneamente, Ciocco e Lato
Goffa, impacciatissima, inadeguata in qualsiasi posto ed inabile nel mantenere in piedi relazioni sane, che vadano dai rapporti genitoriali fin alle discutibili questioni amorose. Sembra la lista della vostra vita? Sappiate che non siete gli unici. Le idiosincrasie più ingombranti, che a conti fatti finiscono per rivelarsi anche le più divertenti, sono il filo comune che parte dal personaggio di Bridget Jones e finisce per unirci tutti solidamente, magari facendoci innalzare un canto all’unisono mentre mano nella mano intoniamo le confortanti parole del brano All By Myself.
Bere, fumare, non conoscere l’esatta posizione della Germania non sono più problemi irreparabili! E non è certo quello il motivo per cui non riuscite a trovare il vostro Mr. Darcy. È il sorriso che manca, l’accettarsi prima ancora che lo faccia un altro; questo in fondo insegna quella pasticciona di Bridget: non lasciare mai che la tua speranzosa convinzione di un futuro roseo sia oscurata dalle ostiche tappe disseminate nel corso del proprio, ridicolo cammino. E se arrivati ai quarant’anni non siete ancora stati divorati dai cani alsaziani potrete ritenervi soddisfatti.
Bridget Jones e la possibilità di essere amati per quello che siamo
Partendo dall’espediente del diario come veicolo per raccontare la propria storia al pubblico, la nostra Bridget non può che arrivare al suo terzo capitolo più matura di quando l’abbiamo incontrata, ma, anche se positivamente rassegnata all’idea di poter diventare una “Zilf”, il sogno romantico non smette di far battere il cuore suo e di altri, l’amore che ti permette di essere te stesso e ti mette accanto qualcuno che, probabilmente più pazzo di te, riesce ad amarti.
È questo il segreto di Bridget Jones: aver acceso in ogni singolo, simpatico disastro umano la fiducia di trovare un giorno qualcuno a cui possa piacere al di sopra dei suoi mille problemi. A cui possa piacere esattamente così com’è.