50 sfumature di gusto: cibo ed erotismo in 5 scene cult
Il caso letterario 50 sfumature di grigio, firmato dalla scrittrice inglese E. L. James, è infine approdato nei nostri cinema, pronto a catturare la curiosità e stuzzicare la fantasia delle numerosissime spettatrici già conquistate dalle pagine del romanzo. L’ingrediente segreto del fenomeno, che ha riscosso un successo planetario, è la massiccia dose di erotismo estremo che caratterizza la relazione tra il giovane miliardario Christian Grey (Jamie Dornan, nel film) e la studentessa ventunenne Anastasia (Dakota Johnson).
La pellicola diretta da Sam Taylor-Johnson, pertanto, non è avida di scene decisamente hot e sensuali; il chiacchiericcio che ha accompagnato e fomentato la febbrile attesa del film nelle sale, dimostra la misura in cui la sessualità sul grande schermo si confermi puntualmente una facile garanzia per sbancare al botteghino (si pensi a quanto accaduto, meno di un anno fa, con Nymphomaniac di Lars Von Trier). Ma la sensualità, se affrontata come una vera e propria forma d’arte, anziché come pruriginoso automatismo volto a solleticare un morboso voyeurismo, ha anche dato vita a momenti di cinema memorabili e di altissimo livello. Riflettendo su questo, ci siamo interrogati su cosa è accaduto quando l’erotismo di celluloide ha incontrato il senso del gusto, decidendo di proporre, di seguito, cinque scene cult nella storia della settima arte in cui, a far da protagonisti, sono proprio il cibo e il sesso.
5. Assaggi… piccanti! – Chocolat di Lasse Hallström (2000)
Partiamo con qualcosa di soft. Siamo ancora nel territorio della seduzione, più che dell’erotismo, ma bisogna ammettere che il tripudio di languidi dolcetti o le voluttuose colate di cioccolato fuso che il film regala racchiudono un innegabile potenziale audace e afrodisiaco. E ciò s’intenda anche in senso letterale! Ne sa qualcosa la moglie che, grazie alle bacchette di cacao del Guatemala, riaccenderà la passione nel burbero marito. La scena in questione, però, è il voluttuoso gioco di sguardi tra Vianne (Juliette Binoche) e lo zingaro Roux (Johnny Depp) che, attirato nella bottega, assaggia delle misteriose e stuzzicanti praline…
N.B. Johnny Depp, da bambino, era allergico al cioccolato e, all’età di sette anni, ha sofferto di eruzioni cutanee. L’allergia, in seguito, è scomparsa ma lui non è mai diventato un amante del cioccolato. Juliette Binoche, inoltre, durante le riprese del film, si recava spesso in una cioccolateria parigina per imparare a preparare i cioccolatini.
4. Pollo fritto a luci rosse – Killer Joe di William Friedkin (2011)
Eccoci su un terreno decisamente più spinto e scabroso. Sono due, in questo caso, le sequenze che ci interessano. La prima, in ordine cronologico, vede protagonisti l’affascinante Killer Joe (Matthew McConaughey) e l’ingenua Dottie (Juno Temple). Alla cena a base di sformato di tonno, segue il momento, eccitante e passionale, in cui l’uomo seduce la ragazzina, offerta dalla famiglia come ‘caparra’ per i suoi servigi. La seconda sequenza, decisamente hard, non è difficile da intuire: Sharla (Gina Gershon), matrigna manipolatrice di Dottie, è costretta da Killer Joe a succhiare avidamente una coscia di pollo fritto che egli tiene all’altezza dell’inguine. Una scena che, di fatto, non ha nulla di carnale, ma la cui simbologia e brutalità sortisce un effetto disturbante eppure ipnotico, paragonabile a quello prodotto dalla celeberrima ‘scena del burro’ di Ultimo Tango a Parigi.
N.B. A Venezia 68, dove Killer Joe è stato presentato in concorso, la famigerata scena della fellatio simulata sulla coscia di pollo suscitò grandissimo clamore. Friedkin, in conferenza stampa, ci tenne a precisare: “Non è vero, è una zampa di pollo”.
3. Aragoste ammiccanti – Flashdance di Adrian Lyne (1983)
Nick Hurley (Michael Nouri) invita a cena la sua dipendente Alex (Jennifer Beals), aggressiva e provocante, in un posto davvero chic. La ragazza, abbigliata in modo oltraggiosamente sexy, ordina aragosta e la mangia lascivamente con le mani, succhiandola, passando maliziosamente le dita sulle labbra e stuzzicando con il piede il suo partner. La libido sale alle stelle e l’atmosfera si carica di lussuriose promesse…
N.B.Tra le controfigure di Jennifer Beals per le scene di ballo c’era anche un uomo: il ballerino di origine portoricana Richard Colòn, alias Crazy Legs. Adrian Lyne, inoltre, non fu il primo regista contattato per il film. La regia di Flashdance fu offerta addirittura a David Cronenberg e a Brian De Palma.
2. Mangiarsi a occhi chiusi – Nove settimane e mezzo (9½ Weeks) di Adrian Lyne (1985)
Chi non ha mai sognato di replicare – o magari lo ha fatto davvero – la scena in cui un aitante Mickey Rourke fa accovacciare Kim Basinger bendata accanto al frigo e, mentre in sottofondo suona I like bread and butter, le fa assaggiare di tutto? Uova, fragole, pasta, gelatina, peperoncino… Soda che schizza dappertutto e, infine, morbido e dorato miele che cola generoso sul corpo fremente di lei. Un gioco erotico eccitante e trasgressivo che ha fatto la storia del cinema. Adrian Lyne ci sa davvero fare con cibo e lussuria!
N.B. In origine, il ruolo di John doveva essere interpretato da Sam Shepard; per quello di Elizabeth, si era pensato, fra le altre, a Isabelle Adjani, Jacqueline Bisset e Sigourney Weaver.
1. Momenti di puro godimento – Harry ti presento Sally (When Harry met Sally) di Rob Reiner (1989)
“A tutte le donne è capitato di fingere”, giura Sally (Meg Ryan) a uno scettico Harry (Billy Crystal) prima di esibirsi, nel bel mezzo del locale newyorkese Kat’z Deli, in una impeccabile simulazione di un travolgente orgasmo. Dopo, come se nulla fosse, assapora il suo pastrami. Un’intramontabile momento di erotismo e comicità, reso iconico dalla insuperabile performance di Meg Ryan, dalla imbarazzata compostezza di Billy Crystal e dagli sguardi increduli dei clienti del locale. Non importa quanti anni passino: questo episodio cinematografico di rara perfezione continua a meritare il primo scalino del podio!
N.B.L’indimenticabile scena in questione fu un’idea di Meg Ryan. Fu Billy Crystal, invece, a proporre la battuta: “Quello che ha presola signorina”, enunciata dalla donna subito dopo l’orgasmo simulato. L’attrice che pronuncia la frase, inoltre, è la madre del regista Rob Reiner.
Molto, per ragioni di spazio, è naturalmente rimasto fuori classifica: il bacio con il tuorlo d’uovo crudo di Tampopo (Jûzô Itami, 1985); la cena afrodisiaca di Come l’acqua per il cioccolato (Alfonso Arau, 1992); il tramezzino galeotto di Mine Vaganti (Ferzan Ozpetek, 2010). La nostra top-five, tuttavia, lungi dalla pretesa di completezza, si accontenta di suggerire qualche spunto pepato per una serata cinefila un po’ fuori dagli schemi!