Roma FF11 – Un documentario per omaggiare Gian Luigi Rondi, 60 – Ieri oggi domani
L’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma rende omaggio a Gian Luigi Rondi, già presidente della manifestazione, decano dei critici cinematografici italiani, è stato presidente dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello.
RomaFF11 omaggia Gian Luigi Rondi con il documentario 60 – Ieri oggi domani diretto da Giorgio Treves.
La storia raccontata nel film 60 – Ieri oggi domani è una nostalgica veduta sul passato, una romantica analisi del presente e un monito di luce per il futuro.
A fare da narratore è Gian Luigi Rondi stesso, il quale appare insolitamente senza la sua sciarpa bianca al collo, per sfogliare e commentare l’album di ricordi bellissimi e carichi di significato per il cinema italiano.
Raccontare la storia dei David di Donatello è come raccontare la storia del nostro paese.
Nel documentario con uno stile glamour – come è tipico di questi eventi – ma allo stesso tempo carico di emozione si vuole rendere noto cronologicamente un pezzo di storia del cinema, quella storia che è partita da Italo Gemini, esercente cinematografico e presidente dell’AGIS nel lontano 1955, per rendere poi possibile la prima premiazione a partire dal 1956.
Insieme a Gian Luigi Rondi sono moltissimi i personaggi a raccontare e commentare l’evento e il suo percorso, si parte da Gina Lollobrigida vincitrice del primo David come attrice protagonista per il film La donna più bella del mondo di Robert Z. Leonard, fino ad arrivare a Gabriele Mainetti faro luminoso dell’ultima edizione vincitore con Lo chiamavano Jeeg Robot di ben 7 statuette.
In un arco temporale lungo 60 anni, con diverse location – prima di stabilirsi definitivamente a Roma la cerimonia è avvenuta principalmente al teatro greco-romano di Taormina con qualche eccezione a Firenze e Roma – le cerimonie di premiazione dei David di Donatello si sono sempre distinte per quel carattere unico che può avere un evento che premia il cinema italiano, come sottolinea con affetto Giuseppe Tornatore.
L’unicità risiede anche nel fatto che è vero che quella statuina ha il valore simbolico che ha l’Oscar, il premio americano più prestigioso del cinema, ma è vero anche che il David di Donatello è un trofeo in oro che rappresenta la miniatura della statua in bronzo di Donatello, lo scultore padre del rinascimento italiano. Pertanto il premio ha tecnicamente un valore culturale in grado di onorare pienamente quelle che negli anni sono state le rappresentazioni messe in atto dal cinema italiano.
L’opera di Treves si presta ad essere un documentario adatto ai cinefili nostalgici, agli italiani romanticamente innamorati di immagini che dal bianco&nero divengono a colori e sempre più in alta definizione. I momenti deliziosi sono diversi: dall’esilarante Nanni Moretti, alle gag dei fratelli dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani, passando per Anna Magnani che suggerisce i ringraziamenti in italiano alla sensuale Marilyn Monroe, vincitrice del David nel nel 1958.
Oltre ai già citati compaiono con i loro contributi: Manuela Pineschi, Enrico Lucherini, Caterina D’Amico, Matteo Garrone, Francesco Munzi, Giuliano Montaldo, Stefano Rulli, Krzysztof Zanussi, Margarethe von Trotta, Luca Bigazzi, Isabella Cocuzza, Arturo Paglia, Vittorio Storaro, Dante Ferretti, Gabriella Pescucci, Ennio Morricone, Francesca Archibugi, Saverio Costanzo e molti altri.
60- Ieri oggi domani è un documentario dal sapore retrò che funge da lezione di storia del cinema italiano.
Il film, in occasione della Festa del Cinema di Roma tributo alla figura di Gian Luigi Rondi, è riconosciuto d’interesse culturale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo – Direzione Generale Cinema con la partecipazione dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello. È stato scritto e diretto da Giorgio Treves, realizzato da Mauro Calevi e prodotto da Elda Ferri.
L’omaggio a Gian Luigi Rondi, dopo la proiezione, è proseguito con la presentazione del volume postumo Incontri (Edizione Sabinea, 2016) con le letture di Enzo Decaro.