Kingsman – Secret Service: recensione del film di Matthew Vaughn

Prendete la più classica delle avventure di James Bond, aggiungete un pizzico di humor, mescolate abilmente con un bel po’ di sano trash ed ecco a voi Kingsman – Secret Service, l’ultima fatica cinematografica del regista di X-Men, Matthew Vaughn che vede un cast d’eccezione trapiantato in un anomalissimo Bond movie style. La pellicola è tratta dalla popolare miniserie di fumetti di Mark Millar edita in Italia da Panini, avente come protagonista uno scatenato Taron Egerton nei panni di uno strampalato e rubacuori agente Kingsman. Oltre ad Egerton, nel cast figurano un vero e proprio parterre di star, da Michael Caine a Colin Firth fino ad arrivare a Samuel L. Jackson che interpreta il cattivissimo e alquanto strambo Richard Valentine. La regia di Vaughn si fa sentire fin dalle prime battute, dove l’action è ben mescolato con il trash, mixando epici combattimenti con delle splendide riprese della macchina a spalla e fantastici piani sequenza che esaltano le doti simboliche e pittoresche di questa trasposizione. Si sente l’influenza dei lavori precedenti del regista soprattutto nella scelta del cast, variegato e insolito, proprio come in X-Men, tratto dai celebri fumetti Marvel. Parlando e citando numerose volte lo stile Bondiano, non possiamo non notare analogie e differenze tra i due filoni che comunque risultano pesantemente contrapposti: se nel classico dei classici la tradizione è sinonimo di eleganza e charme, in Kingsman – Secret Service il bon ton è sempre stemperato abilmente con il trash e il modernismo più rock and roll di sempre, usualmente reso con pezzi da discoteca davvero trascinanti. La scena dove Egerton chiede un cocktail specificando di non volere un Vodka – Martini ma un Martini mixato con del Gin è l’emblema del citazionismo e allo stesso tempo del rifiuto di un qualcosa di tradizionalmente e popolarmente riconosciuto.

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Pur negando la sua vicinanza a Bond, Vaughn ne fa assaporare pienamente la scenografia e i contenuti, l’eros e addirittura un Brandy Napoleon del 1815, davvero proveniente dalla riserva dell’agente 007. Ma chi sono gli agenti Kingsman? Da sempre il mondo ha avuto bisogno di persone fuori dall’ordinario, ed ecco appunto chi sono: uomini e donne che lavorano in costante missione segreta per proteggere il mondo dalle minacce più terribili. Harry Hart, nome in codice Galahad, è uno di loro, ha visto morire il suo giovane compagno durante una missione in Medio Oriente. Travolto dalla vergogna consegna alla vedova dell’agente deceduto una medaglia d’oro con stampato sul retro un numero, il suo numero, da usare solo in caso di necessità. La vedova e il piccolo Gary “Eggsy” Unwin accettano il dono e dopo diversi anni decidono di ricorrere all’aiuto del team Kingsman, dopo che il ragazzo è finito in galera per aver rubato un auto. Liberato da Harry in persona, decide di essere addestrato per diventare un vero agente segreto. Nel mentre il miliardario e cattivissimo Richard Valentine, assetato di potere, decide di consegnare delle schede SIM in giro per il globo in modo da poter avere il controllo sulle menti dei malcapitati tramite un diabolico marchingegno. Sarà compito degli agenti Kingsman fermarlo, anche se sarà difficile fare i conti con le sua arguzia e la sua malvagità. Riuscirà Harry a incastrare il pericoloso malvivente? E soprattutto saprà il giovane Gary trovare la sua strada verso la gloria e la popolarità, salvando così anche la sua famiglia dal disastro imminente? Domande che troveranno una risposta tra combattimenti all’ultimo sangue e gag da vera commedia americana.

Kingsman – Secret Service: una piacevole spy-comedy tra azione e splatter puro

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Un vero cockatail drama-action, questo è lo spirito dell’irriverente pellicola di Matthew Vaughn, costellata da alternanti scene d’impatto ad altre in pieno stile Pulp. Infatti sono numerosi i richiami al classicismo Tarantiniano, forse nella piece più emblematica del film, dove uno scatenato Colin Firth si trova a combattere un tutti contro tutti all’ultimo sangue. La violenza dei colpi e lo splatter susseguente sono smorzati leggiadramente da una musica disco anni ’80 e il tutto è enfatizzato dall’andamento rapido e convulso della macchina, che segue colpo dopo colpo Harry e la sua scatenata killer hand. Azioni e reazioni sembrano collegate da un filo invisibile che ne innesca il meccanismo e fanno della pellicola di Vaughn una piacevole commedia spy, dove non manca un tocco di sano eros.

Insomma un film camaleontico che riesce a sorprendere lo spettatore e a divertire sempre e comunque con il suo ritmo scanzonato e goliardico. Kingsman – Secret Service è una piacevole sorpresa di questo mese di febbraio che non va assolutamente perso e, anzi, tende a farvi riconsiderare il ruolo dell’agente segreto, da icona senza smacchi a eroe dal sapore moderno e trash.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.2
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 4
Emozione - 3.7

3.5

Voto Finale