Roma FF11 – Hell or High Water: recensione del film di David Mackenzie
Dopo un ottimo riscontro da parte della critica per Starred Up – Il ribelle – il regista inglese David Mackenzie sorprende ancora una volta con il suo controverso lavoro, ovvero Hell Or High Water presentato all’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma nella sezione “Tutti ne parlano”. Prodotto da Peter Berg – distribuito da Netflix – Hell or high water è un film fuori dal comune, capace di rompere gli schemi, “calpestando” emotivamente chi lo sta a guardare. Attraverso un sequela di pregiati piani-sequenza , David Mackenzie riesce ad aggraziare il pubblico catturandolo totalmente, attraverso l’impiego di una pazzesca ritmicità narrativa;
A causa di una grave situazione economica, due fratelli texani si ritrovano dopo anni, intraprendendo l’arte della rapina. Svaligiando a ripetizione le più autorevoli banche del Texas – almeno per quanto riguarda la loro contea – i due creeranno disordini a non finire, catturando l’interesse di un attempato texas ranger, in cerca di un ultimo grande inseguimento prima di ritirarsi.
Hell Or High Water è molto più di un semplice prodotto godibile.
David Mackenzie decide con questo suo film di rappresentare una parte di America ancora retrograda, fondata su una serie di preconcetti capaci di mettere in rilievo una limitatezza sociale impressionante. Questo “messaggio” – se vogliamo – riesce a risultare incisivo grazie anche alle maestose interpretazioni del duo Ben Foster – Chris Pine, coadiuvati da un istrionico Jeff Bridges. Fotografia e musiche sono ulteriori elementi che ottimizzano più del dovuto il valore intrinseco della pellicola.
Legame Fraterno
Non sempre la sregolatezza va associata a qualcosa di estremamente negativo; nel caso di Hell Or High Water viene mostrato un distopico rapporto di fratellanza accompagnato da un’immorale conduzione di vita.
Un paradosso se vogliamo, che però evidenzia la genuinità che viene a formarsi anche in un complesso di vicissitudini ampiamente discutibili. Non è nuovo Mackenzie a questo genere di cose; il suo voler marcare forte attraverso l’uso di un realismo improprio è la peculiarità più apprezzata nel suo fare cinema. La bravura nel dosare attimi di pura azione con questioni socialmente drammatiche la si evince dall’inizio alla fine. Oltre a queste qualità, Hell Or High Water mostra un piacevole anacronismo cinematografico, che – in maniera del tutto vaga – rievoca lo stilema inconfondibile – e magistrale – di uno dei registi più innovativi di sempre ovvero Sam Peckinpah.
Un modo di fare cinema che si era estinto, e che con destrezza è stato riportato in auge da Mackenzie nella maniera più abile possibile.
Complesso ma fruibile nella sua interezza, Hell Or High Water riesce ad essere incisivo durante e dopo, rigenerando – quasi – lo spettatore. Un “western” contemporaneo, adulterato da una componente drammaturgica sopraffina, quasi struggente affiancata da dialoghi visionari, che oltrepassano ogni forma di sobrietà.
Complesso di responsabilità
Hell Or High Water all’apparenza può risultare un lavoro irresponsabile, che sposa pienamente un apparato totalmente dissacrante, non riconoscendo nessun minimo di decenza o di pudore. Clamorosamente Mackenzie, “smacchia” questa bruttura, creando un’ansietà nei personaggi, capace di responsabilizzarli, di redimerli quasi, attraverso un “corredo” di colpe contrapposte ad una serie di prese di coscienza senza fine .
Chapeau dunque a Mackenzie che con questo film regala uno sferzante prodotto, capace di soddisfare più fasce di pubblico; Hell Or High Water diventa inconsapevolmente una pietra miliare nel panorama cinematografico hollywoodiano contemporaneo. “Nulla è definito” neanche in un lavoro “multi-strati” come Hell Or High Water …
Hell Or High Water è un film diretto dal regista David Mackenzie. Prodotto da Peter Berg. Nel cast Jeff Bridges, Chris Pine, Ben Foster, Dale Dickey, William Sterchi.