La Mia Vita da Zucchina: recensione del film in stop-motion
Direttamente da la Quinzaine des realizateurs del Festival del Cinema di Cannes 2016 (e quasi sicuramente agli Oscar) arriva La Mia Vita da Zucchina, film in stop motion diretto da Claude Barras e sceneggiato da Céline Sciamma (Tomboy), il cui script è tratto dall’omonimo libro di Gilles Paris.
Da Cannes 2016 arriva sugli schermi italiani La Mia Vita da Zucchina
Icaro (chiamato da tutti Zucchina) è un ragazzino di 10 anni che in seguito ad un incidente perde la madre e viene messo in un orfanotrofio. Qui inizialmente viene preso di mira dal “capo” dei bambini Simon, ma l’amicizia ha vie misteriose e ben presto Zucchina si renderà conto che in quel posto troverà una cosa che ha sempre cercato: una famiglia.
In un periodo in cui l’animazione digitale fa enormi passi da gigante ci voleva la delicatezza dello stop-motion (tecnica tanto amata da Tim Burton) a portare sugli schermi italiani – grazie a Teodora Film – un piccolo gioiello semplice ma intenso allo stesso tempo.
La Mia Vita da Zucchina è uno di quei film che ti prende per mano e ti fa camminare all’interno della sua storia con passi leggeri ma decisi, perché se siamo abituati alla sovraesposizione e alla perfezione delle immagini Ma vie de courgette ha la straordinaria capacità, attraverso la semplicità della sua forma, di far perdere la cognizione del mondo esterno e di riempire il cuore di quei sentimenti che a volte diamo per scontati.
La Mia Vita da Zucchina: un film semplice ed intenso che arriva al cuore
Barras e Sciamma riescono in maniera perfetta a raccontare una storia per bambini ma mai eccessivamente fiabesca, dopotutto siamo lontani dalle favole che conosciamo, dopotutto, le loro storie sono fatti di abusi, violenza ed abbandono. Vite difficili che però vengono viste sotto la lente dei loro occhi da bambini ed ecco quindi che la storia di Zucchina che uccide per sbaglio la madre alcolizzata è raccontata con leggerezza.
Ma è sbagliato pensare che il tutto divenga sciocco o semplificato, anzi il dolore è una presenza costante, una cappa grigia che offusca il sorriso dei giovani ospiti del Fontaines Foster Care Center. Un dolore che stringe il cuore degli spettatori incapaci di non provare empatia per queste forme di plastica pulsanti di vita.
Ed eccola la vera forza de La Mia Vita da Zucchina la capacità di vivere in un equilibrio tra semplicità e complessità, senza mai annoiare, senza mai dimenticarsi che è la vita stessa ad essere così ambivalente dura ma al tempo stesso morbida e protettiva come una calda coperta invernale.
Una pellicola con la capacità di farci rimanere in silenzio ad ascoltare
Con Ma Vie da Courgette Barras e Sciamma sono riusciti nel difficile compito di farci rimanere in silenzio ad ascoltare, ascoltare una risata che nasconde un universo a volte fatto di dolore. In un mondo assordante la flebile e “piccola” voce di Zucchina ci richiama e ci ricorda che non sempre gli straordinari effetti visivi riescono a vincere, a volte le storie piccole piccole si intrufolano nel nostro cuore fino a riempirli con la loro inaspettata grandezza.
La Mia Vita da Zucchina è distribuito da Teodora Film e uscirà nella sale italiane il 1 Dicembre 2016.