Love Is All You Need: recensione della commedia con Pierce Brosnan
Susanne Bier torna dietro la macchina da presa nel 2012, per dirigere la commedia romantica intitolata Love Is All You Need. La regista danese, che l’anno prima vinse il Golden Globe e l’Oscar come miglior film straniero con In un mondo migliore, dirige per la seconda volta la talentuosa attrice conterranea Trine Dyrholm.
In Love Is All You Need assistiamo a varie storie romantiche che si intrecciano tra di loro, e che seguono il loro corso tra difficoltà, sofferenze, e prese di coscienza. L’incipit della pellicola mette subito lo spettatore al corrente della situazione di salute di Ida, interpretata dalla sopracitata Trine Dyrholm, facendogli subito intuire di non trovarsi al cospetto dellaclassica commedia banale.
Love Is All You Need – Ida e Philip protagonisti della commedia romantica firmata Susan Bier
La vita di Ida va a scontrarsi, in modo del tutto casuale, con quella dell’imprenditore Philip (Pierce Brosnan), ricco agricoltore che ha perso la moglie molti anni prima e che, per cercare di reprime il dolore, si è gettato anima e corpo nel proprio lavoro. I due si incontrano per un tamponamento accidentale, per poi scoprire di essere futuri consuoceri, entrambi all’aeroporto per assistere al matrimonio dei propri figli.
Fondamentalmente la pellicola presenta alcuni clichés e stereotipi tipici della commedia sentimentale, con i comportamenti dei due protagonisti che, fin da subito, fanno intuire che alla fine staranno insieme, nonostante vari ostacoli e vicissitudini.
In Love Is All You Need, però, c’è molto di più. Apparentemente, e soprattutto all’inizio, si potrebbe pensare ad un film come tanti altri, senza molto da dire a livello emotivo e personale ma, col susseguirsi degli eventi, ci accorgiamo che si innescano diversi meccanismi, che, nella loro semplicità, rendono la pellicola fortemente toccante e significativa.
Love Is All You Need – Trine Dyrholm dà grande intensità alla pellicola con la sua intensa interpretazione
Ciò che dà una grande stabilità al film, oltre alla solida e lineare sceneggiatura, è l’interpretazione di Trine Dyrholm, che attraverso il suo sguardo magnetico, riesce a far percepire allo spettatore tutta la sofferenza silenziosa provata dal suo personaggio.
L’attrice porta sul grande schermo una donna forte, che non si lascia deprimere nemmeno dalla malattia e dal tradimento di un marito superficiale e senza cuore. La bravura di Trine consiste proprio nell’abilità nel non far compatire il suo personaggio, nel non portarlo al solito vittimismo tipico delle commedie drammatiche, e di muoversi, addirittura, su note quasi ironiche, mettendo a volte in secondo piano il dolore provato.
A contrapporla troviamo l’impostato gentleman Pierce Brosnan, che riesce a far cadere la corazza che Philip si è costruito intorno dalla morte della moglie, rendendolo più malleabile, e per certi aspetti più umano, in seguito all’incontro con Ida. I due formano una coppia perfetta, dal punto di vista della recitazione, completandosi a vicenda.
Ogni personaggio è fondamentale per la comprensione della storia
Susanne Bier, nonostante abbia presentato il film come una commedia, ha toccato delle tematiche attuali e delicate, dal tradimento coniugale e la malattia di Ida fino alla lenta scoperta di se stessi, con l’omosessualità di Patrick (Sebastian Jessen). Inoltre, ha sapientemente costruito vari strati nella storyline, creando anche diversi ruoli secondari, fortemente d’impatto e utili a livello della comprensione di ogni personaggio.
In realtà nella pellicola non ci sono personaggi meno importanti di altri, tanto che lo spettatore segue ogni vicenda con la stessa attenzione di quella principale, di cui, ovviamente, i protagonista sono Ida e Philip. Si ha un grande spessore psicologico e una precisa caratterizzazione di ogni ruolo.
Love Is All You Need è sorprendentemente introspettivo e riflessivo, soprattutto nelle scene in cui Ida si spoglia e nuota libera e felice nelle acque della Costiera Amalfitana, o quando si guarda allo specchio, togliendosi la parrucca e scrutandosi a fondo. È quasi tenero il modo in cui la donna cerca di non far pesare la sua condizione e il suo senso di inadeguatezza, ridendo e addirittura esercitando l’autoironia quando è circondata da altre persone.
Love Is All You Need è un inno all’ottimismo e alla forza della vita
Incisiva anche la fotografia, che diversamente da tante altre pellicole, non mostra l’Italia da cartolina, quasi come fosse un luogo di pura e incontaminata bellezza, ma l’Italia di ogni giorno, con i pescatori, la vita quotidiana nel piccolo paese e il lavoro tra gli agrumeti.
La colonna sonora forse un po’ troppo banale, come se l’Italia fosse contraddistinta solo da That’s Amore e dalla Tintarella di Luna di Mina. Nel complesso, comunque, non male, dato che a queste canzoni “tipicamente” italiane sono state alternate altre melodie armoniose che ben caratterizzano le scene d’accompagnamento.
Forse a volte si tende a caratterizzare troppo un film, imprigionandolo in un genere non del tutto adatto. Love Is All You Need è da definire più un percorso di ottimismo o, se vogliamo, di salvezza, di una donna che per anni ha combattuto una dura battaglia da sola.
Ciò che resta è la solitudine e la forza di uscire da tale condizione soffocante, grazie all’accettazione di se stessi in primis e soprattutto grazie all’amore che, in qualsiasi forma si manifesti, può aiutare qualunque persona a vedere uno spiraglio di luce nella propria vita.