Gabo – Il mondo di García Márquez: recensione del film di Justin Webster
La sua più grande paura era la morte e in un certo senso è riuscito a vincerla, anche se non c’è più, anche se adesso è uno degli illustri “assenti” della cultura contemporanea. Gabo è il premio Nobel per la letteratura Gabriel García Márquez, anima immortale, punto di riferimento della letteratura mondiale, raccontato dall’infanzia povera al successo, fino alla morte, dal regista Justin Webster attraverso le storie, gli aneddoti e le emozioni di coloro che hanno fatto parte della sua vita, l’hanno solo sfiorata o vissuta pienamente.
I volti di Gabo: scrittura, politica, amore
Un documentario – in uscita in Italia il 10 Novembre con Cineama – che intreccia la vita del grande scrittore colombiano alla politica, al giornalismo, alla storia del suo Paese che tanto gli deve e per il quale rappresenta ancora una sorta di semidio.
Un uomo colto, brillante, carismatico, così influente da aver quasi portato alla fine dell’embargo tra Usa e Cuba dato i suoi stretti legami con Bill Clinton e Fidel Castro.
Basta questo episodio per comprendere quanto di “magico” ci fosse in questo uomo, non solo nei suoi romanzi che del “realismo magico” ne hanno fatto il suo personale genere, ma anche nella quotidianità. Gabo non sapeva far altro che scrivere e fece di questa passione il suo mestiere che lo portò in pochi anni a diventare un mito vivente.
Lui che lasciò il suo amato piccolo villaggio di Aracataca, in Colombia, per partire alla volta della grande città, Bogotá, dove per la prima volta conoscerà la solitudine, la malinconia, l’alienazione. Tutti questi sentimenti, questa sua condizione, nutrirono Márquez scrittore e gli ispirarono racconti, storie intrise di nostalgia e incanto, “formato” sin da bambino dalla superstizione che dominava la vita della sua amata nonna.
Ci sono tracce di lei nei suoi romanzi così come di tutte le persone che ha amato: spargerà in tutte le sue storie pezzi del suo primo grande amore, Mercedes, una bambina di nove anni della quale si innamorò quando lui ne aveva 14 e che, come in una favola, un romanzo, divenne anni dopo sua moglie alla quale sarà fedele fino alla fine.
L’amore ai tempi del colera è, invece, l’omaggio straziante al padre e alla madre e al loro amore contrastato: pur essendo cresciuto con i nonni e “abbandonato” dai suoi genitori ebbe la forza di perdonarli e dedicare loro uno dei suoi capolavori. A 20 anni sognava il premio Nobel, caparbio ottenne anche quello e fiero, quando una giornalista gli chiese se quello era il giorno più importante della sua vita, rispose: “No, il giorno più importante è stato quando sono nato”.
Gabo – Il mondo di García Márquez: un documentario dalle mille voci
Gabo – Il mondo di García Márquez ha la classica struttura documentaristica senza guizzi di originalità ma che contiene importanti testimonianze che delineano a pieno la personalità dello scrittore. I fratelli Jaime e Aida, gli artisti, i giornalisti e letterati suoi amici come Plinio Apuleyo Mendoza, Carmen Balcells, Tachia Quintana, lo stesso Bill Clinton, suo grande estimatore, leggono pezzi dei suoi capolavori, fanno “rivivere” Gabo attraverso le sue stesse parole e ricordano la sua grandezza, la dedizione totale al suo lavoro, alla vita.
La voce e le immagini dello stesso Márquez in interviste di repertorio restituiscono l’atmosfera tipica dei suoi romanzi: fulgido, stimolante, saggio, attraverso una boutade dietro l’altra, lo scrittore rende tutti i “colori” della sua anima e della sua Terra, di una vita trascorsa a rincorrere sogni e passioni che hanno generato storie in grado di appassionare il mondo intero.