A spasso con Bob: recensione del film di Roger Spottiswoode

Protagonista di A spasso con Bob è la città di Londra, emblema di opportunità e perdizione, meta di milioni di giovani che sognano di realizzarsi artisticamente. Vivere d’arte non è facile e la droga sembra dare conforto quando ci si ritrova a vivere senza un tetto, quando tutto sembra uno schifo.

James e Bob insieme

James e Bob insieme

James Browen (Luke Treadway) è uno di questi ragazzi, non ha una famiglia, non ha amici, solo con la sua chitarra sui marciapiedi di Piccadilly. Quando i suoi genitori hanno divorziato ha conosciuto l’eroina, cacciato di casa dal padre e dalla sua nuova compagna ha iniziato a gironzolare. Una dipendenza per molti fatale, da cui ha cercato di uscire senza risultati. Stavolta però sembra diverso: un’assistente del programma di riabilitazione prende a cuore il suo caso, crede in lui e gli fa avere un appartamento. La sua ultima occasione per tornare libero: ma se non ha nessuno, per chi lo dovrebbe fare?

Una notte, rumoroso, entra un gatto nella sua cucina: il suo nome sarà Bob

Senza chiedere permesso Bob irrompe nella sua vita per non lasciarlo più: disposto a farlo sentire amato, in cerca di qualcuno che se ne prenda cura. Per James è il momento di scoprire la vita, perché solo se è condivisa ha un valore.

A spasso con Bob va oltre la simpatia per gli animali, affronta l’esigenza dell’altro, senza cui non si ha la forza e la motivazione di superare i propri ostacoli.

Un ragazzo pieno di potenzialità, a cui viene negato l’amore paterno, rischia di annientarsi; solo ritrovando un affetto profondo e l’accettazione può ritornare in vita, anche se questo sentimento proviene da un gatto.

Sembra il destino ad averlo mandato, Bob percepisce che l’amico ha bisogno di lui, così lo segue quando va’ a suonare, gli salta sulle spalle e batte il cinque. Diventa una vera attrazione e permette al ragazzo di incrementare i suoi guadagni. Tutti si avvicinano a guardare il gatto rosso, mentre qualcuno suona. Diventa un vero caso, intanto James inizia a vendere giornali, un giornalista li nota e dal pezzo sul giornale arriva la proposta di scrivere un libro.

Betty e James

Betty e James

Una storia vera, raccontata con delicatezza, l’umorismo si mescola alla disperazione e molte tematiche che potrebbero risultare banali acquisiscono un valore sconfinato.

Il primo movimento di macchina è una carrellata ottica all’indietro che mostra una città enorme, piena di persone. Si stacca poi sugli angoli dove alcuni uomini cercano di dormire, di chiedere qualche soldo, di mangiare avanzi. Il paradiso e l’inferno, il progresso e il collasso di una società che per avanzare perde pezzi per strada. Persone, povere e sole, per scelta o destino che guardano il mondo dal basso.

Così Roger Spottiswoode riprende il loro punto di vista inquadrando da sotto a sopra. Lo stesso del gatto, abbiamo la percezione di vedere attraverso di lui con campi e controcampi, come vedere dentro e fuori James.

Bob sulle gambe di Batty

Bob sulle gambe di Batty

Un altro incontro fortunato è con la vicina di casa Betty (Ruta Gedmintas), la ragazza che ha tatuato sul polso la scritta Life. Sarà per il protagonista una spinta in più per uscire fuori dall’apatia e per mostrare il meglio di sé. Lei è un’animalista vegana con delle salde convinzioni, eccentrica e molto sensibile, una combinazione perfetta per incuriosire James. Inoltre sarà proprio lei a dare il nome di Bob al gattino e a far credere a James che sono fatti l’uno per l’altro.

A spasso con Bob è aperto al grande pubblico, per la chiarezza del linguaggio e le tematiche attuali e sociali. Al contempo può far innamorare appassionati della settima arte per la cura delle immagini e l’introspezione del protagonista.

Gioca, senza dubbio, un ruolo decisivo anche la musica di David Hirschfelder, diegetica ed extradiegetica. Aiuta a conoscere James e accompagna il suo stato d’animo, evidenziando i momenti catartici del suo percorso.

Regia - 3
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 4.5

3.6