Harry Potter e il calice di fuoco: recensione del quarto capitolo della saga
Siamo giunti al quarto capitolo del franchise dedicato al maghetto più famoso del mondo, che in Harry Potter e il calice di fuoco dovrà fronteggiare, una volta per tutte, le sue paure e i suoi tormenti più profondi.
Diretto da Mike Newell (Quattro matrimoni e un funerale, Donnie Brasco, Mona Lisa Smile), Harry Potter e il calice di fuoco continua a seguire i toni e le atmosfere più cupe e dark presentate per la prima volta con la precedente pellicola, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban.
Diversamente dagli altri film, il quarto capitolo inizia in modo insolito. Non vengono mostrati i Dursley e i drammi familiari tipici dell’età infantile di Harry. Al contrario, entriamo in un mondo ignoto, che fa presagire fin da subito una storia diversa rispetto a quella a cui eravamo abituati.
Harry lotta profondamente coi suoi demoni interiori, che lo portano a pensare più frequentemente al suo grande nemico, e alla possibilità di un eventuale scontro diretto. Protagoniste indiscusse de Il calice di fuoco sono le innumerevoli visioni del mago, prima tra tutte quella che rappresenta l’incipit del film.
La sequenza iniziale di Harry Potter e il calice di fuoco sembra una premonizione, più che una visione
Nella sequenza iniziale vediamo un servizievole Codaliscia/Peter Minus che, impaurito, ascolta gli ordini e la missione assegnatagli da un Lord Voldemort più umano, ma ancora troppo debole. Codaliscia deve uccidere il ragazzo e arrivati a questo momento, Harry, immedesimato nel guardiano che sta spiando il tutto da una porta, si sveglia dopo essere stato scoperto e ucciso con l’Avada Kedavra.
Gli spettatori vengono chiamati direttamente in causa, proprio perché guardano la scena con gli occhi di Harry/guardiano. In parte, ciò li sconvolge, perché non solo il protagonista, ma anche ognuno di noi, singolarmente, ha il primo “contatto” con Colui che non deve essere nominato, come se ci aspettassimo, da un momento all’altro, gli effetti dell’incantesimo mortale.
Harry, Ron ed Hermione mettono in discussione valori che, fino ad allora, erano intoccabili
Nonostante, alla fine, ci sia una riconferma della loro amicizia, si notano comunque degli equilibri che s’incrinano. Sono passati quattro anni e i tre maghetti sono cresciuti, e non solo devono confrontarsi con la magia oscura, ma anche con tutte quelle situazioni emotive tipiche dell’adolescenza, soprattutto l’amore.
Harry ha la sua prima cotta, quella per la Corvonero Cho Chang, Hermione prende una sbandata per il campione del mondo di Quidditch, Viktor Krum, Ron per una compagna, nonostante sia segretamente innamorato di Hermione, e viceversa. Gli ormoni sono indubbiamente in subbuglio in quel di Hogwarts, e questo porta ad incomprensioni, e conseguenti mancanze di fiducia.
Anche la sceneggiatura ricca di dettagli aiuta gli spettatori a muoversi nell’ambiente, sempre più stracolmo di nuove informazioni da elaborare. Sostanzialmente, Il calice di fuoco riesce a catturare l’attenzione per più di due ore e mezzo, senza stancare.
Stuart Craig ha curato minuziosamente la scenografia, dando degli scorci di Hogwarts che erano ancora rimasti nell’ombra. Anche gli effetti speciali sono realizzati nei minimi dettagli, a partire dalla creazione dei draghi e dell’uscita dei velieri dalle acque del castello, fino ad arrivare alla sfida del labirinto e all’epica battaglia finale.
Ralph Fiennes debutta nei panni dell’atteso Lord Voldemort
Daniel Radcliffe, Emma Watson, e Rupert Grint comunicano, perfettamente, le alterazioni emotive e comportamentali dei loro personaggi, confermando di sapersi calare perfettamente in essi. New entry sensazionale è Ralph Fiennes, nei panni del terribile Lord Voldemort. Se proprio vogliamo essere pignoli, a volte il celebre Colui che non deve essere nominato sembra più un personaggio comico che un villain ad hoc, soprattutto dal punto di vista dei movimenti e del modo di parlare.
Per quattro anni è stata creata una grande attesa, o meglio, una vera e propria campagna mediatica del terrore, intorno al personaggio di Voldemort. Nonostante Fiennes sia geniale nella sua interpretazione, Lord Voldemort, obiettivamente, non si può definire il classico villain che tutti ci saremmo aspettati. Infatti sono innumerevoli i meme e le gif umoristiche, con lui protagonista, che continuano a circolare tutt’ora sul web.
Harry Potter e il calice di fuoco è il primo film della saga che unisce commedia, thriller, fantasy, avventura e dramma. Indubbiamente si tratta di una pellicola dedicata ad un pubblico più adulto. Come sta crescendo Harry, anche il pubblico sta crescendo con lui.