We’re Back! – 4 Dinosauri a New York: recensione
Il film-cartoon We’re Back! – 4 Dinosauri a New York prodotto da Steven Spielberg e distribuito dalla Universal Pictures, si presenta come un lungo flashback narrato da un dinosauro di nome Rex, per esortare l’uccellino Buster a evitare di andare in un Circo e rimanere legato a sua madre. La storia raccontata dal simpatico dinosauro parla di due giovani ragazzi Louie e Cecilia che, stanchi per le eccessive inattenzioni dei propri genitori, decidono di scappare per unirsi al Circo. Durante la fuga i protagonisti incontreranno quattro dinosauri portati nel futuro dal Capitano Occhi Dolci che, dopo aver donato loro l’intelligenza, decide di farli conoscere ai bambini di tutto il mondo con l’unico scopo di renderli felici esprimendo i loro desideri. Tuttavia i ragazzi e i loro nuovi amici dovranno presto fare i conti con il malvagio fratello del Capitano, il professor Sguercio, ossessionato dall’idea di terrorizzare la gente.
Il film d’animazione che trae ispirazione da un romanzo per bambini del 1987 intitolato Hudson Tallbot, fa la sua comparsa nel lontano 1993, anno di uscita del famoso colossal Jurassic Park, diretto sempre dallo stesso Spielberg. All’interno della trama emergono due temi molto diffusi tra i ragazzi: il primo è legato ai problemi familiari che il dinosauro Rex cerca di risolvere facendo capire all’uccellino quanto siano importanti i genitori; il secondo fa riferimento ad un concetto che può essere riassunto con la celebre frase di Oscar Wilde come “attento a ciò che desideri, potrebbe avverarsi”, citazione tanto banale quanto complessa che sottolinea come un desiderio possa trasformarsi in un vero incubo nello stesso modo in cui il professor Sguercio vuole trasformare le divertenti figure dei nostri quattro dinosauri tramutandoli in veri e propri mostri. Spielberg ha saputo sfruttare con grande maestria la fama che hanno ricevuto questi animali preistorici negli anni ’90 per esprimere questi due temi.
We’re Back! – 4 Dinosauri a New York rappresenta una “favola latina” trasposta in chiave moderna con animali parlanti che mettono in risalto alcuni elementi che contraddistinguono il genere umano quali i sogni, le paure e gli affetti interpersonali.