Eyes wide shut: recensione
Eyes wide shut, opera finale del grande regista Stanley Kubrick uscita postuma dopo la sua improvvisa morte nel 1999, ha fin da subito suscitato una forte e morbosa curiosità e ambivalenti reazioni che hanno contribuito a trasformarla in una delle produzioni cinematografiche più attese e discusse dell’intera storia del cinema mondiale. Testamento cinematografico di un registra eclettico da sempre in grado di destreggiarsi magistralmente tra temi e generi differenti, non può che configurarsi come una ideale opera summa, un simbolico simulacro al cui interno si trovano raccolte un insieme di autocitazioni dell’intero cinema Kubrickiano, dall’erotismo di Lolita, alle atmosfere allucinate di Arancia Meccanica.
Adattamento nella sfarzosa New York contemporanea del romanzo di Arthur Schnitzler Doppio sogno, ambientato nella Vienna anni ’20, si configura come un destabilizzante thriller erotico, un vortice di sensualità, un intrigante gioco di perversione che esplora le più contradditorie implicazioni di un matrimonio (apparentemente) felice trasformandolo in uno specchio attraverso cui filtrare il mondo borgese contemporaneo e la realtà alterata e distorta di cui fa parte.
Ipnotizzando lo spettatore, Eyes wide shut mostra senza filtri la vera natura dell’essere umano, la sua vulnerabilità, le sue contraddizioni mostrando come la vita reale e il matrimonio possano trasformarsi in una asfissiante trappola, un vortice capace di inghiottire l’uomo sgretolando irrimediabilmente ogni sua certezza, facendo a pezzi il muro di rassicuranti piccole bugie che lo governano. “…Sai qual è il vero fascino del matrimonio? Che rende l’inganno una necessità per le due parti”.
Certezze che si sgretolano, insicurezze che immobilizzano, è ciò che accade a William (Tom Cruise) e Alice (Nicole Kidman) il cui matrimonio si trasforma in un’arma a doppio taglio, in un pericoloso gioco di menzogne e desideri sessuali destinato alla rovina.
Le confessioni riguardo le fantasie erotiche della moglie Alice sgretolano velocemente tutte le certezze e le sicurezze del medico William Harford che, in preda a continue immagini allucinatorie del platonico tradimento della moglie, si getta in un vortice di erotismo ed irrazionalità abbandonando i propri principi borghesi e sprofondando in un abisso di immoralità, in un mondo proibito costellato di tentazioni carnali e feste orgiastiche in maschera che rischiano di trasformarsi per l’uomo in un viaggio senza ritorno.
Opera celebrale e controversa, Eyes wide shut mette a nudo la realtà del matrimonio spogliandolo delle ipocrisie, mostrando che nel rapporto di coppia la fedeltà non è semplicemente una mera questione di principio ma di fortuna, di destino, di occasioni mancate o non colte.
Kubrick analizza nel profondo la realtà di una coppia borghese alle prese con l’eterno dilemma della parità dei sessi in cui, tra platonici tradimenti e catarsi oniriche, la donna cerca la propria rivalsa nei confronti di una società maschilista che la vuole relegata al semplice ruolo di moglie e madre fedele e l’ uomo vede infrangersi le proprie certezze, vacillare la propria virilità fino a distruggere la propria identità, a smarrirsi, a ricercare se stesso nelle avventure di una notte che non ha realmente il coraggio di portare a compimento.
Un uomo e una donna come tanti, un matrimonio comune che si trasforma in enigmatico emblema della malata società contemporanea, delle sue perversioni, delle sue manie, della sua smaniosa necessità di indossare una maschera per celare la propria vera natura, i propri distorti vizi come appare chiaro nella cruda sequenza del rito orgiastico, un baccanale dionisiaco dal sapore satanico in grado di rendere in tutta la sua crudeltà non soltanto la malattia che si nasconde dietro l’ostentato perbenismo borghese fatto di buone maniere, convenzioni e cerimonie sfarzose ma soprattutto il carattere esibizionistico del sesso effettuato in maniera meccanica e ripetitiva, priva di slanci emotivi o sentimentali, priva di significati reali, ma portatrice di un profondo anelito mortifero.
Un’immagine quanto mai attuale, in cui è possibile riconoscere la realtà del mondo che ci circonda, un mondo governato dal dio denaro, dal mercato del sesso, dai giochi di potere, in cui niente è come sembra e, in accordo con la visione spesso negativa dell’uomo che permea l’intera produzione cinematografica di Kubrick, in grado di mostrare quanto le relazioni umane siano ormai private di ogni significato, quanto siano governate e mosse dall’incomunicabilità, dall’amoralità, relazioni in cui il sesso si caratterizza come uno strumento di potere, come una merce di scambio. Sesso come causa e soluzione, veleno ed antidoto, rottura e riappacificazione, come dimostra chiaramente la frase finale del film che,affidata a Nicole Kidman, si configura come un epilogo tutt’altro che consolatorio e ottimistico, “c’è una cosa molto importante che dobbiamo subito fare… scopare”.
In accordo con l’emblematico titolo, Eyes wide shut assume le forme di sensuale e conturbante sogno ad occhi aperti (e chiusi) in cui, come spesso accade nel cinema del regista, è l’occhio, l’atto del vedere ad essere l’assoluto protagonista in grado di immergere, tanto il protagonista quanto lo spettatore, in un turbinio di eventi inspiegabili in cui visione e sensazioni si compenetrano rendendo difficoltosa la decodificazione di una realtà che si accresce di intensità e di pathos grazie all’emblematica colonna sonora.
Intrigante e seducente, l’opera di Kubrick è il risultato del perfetto connubio tra eros e thanatos che animano vivacemente i sogni proibiti di lei e i continui falliti tentativi di tradimento di lui, dando vita ad un disincantato e disarmante viaggio onirico all’interno del sesso, pervaso da atmosfere inquietanti alla scoperta di un mondo di sensi, in cui il confine tra sogno e realtà, fantasia ed istinto diviene sempre più labile fino a scomparire del tutto, trasformando il sogno in un desiderio incontrollabile, in un sogno che “non è mai soltanto un sogno”, ma un indicatore dei desideri del nostro inconscio e in grado di alterare la stessa realtà a tal punto da trasformarla in un sogno ad occhi aperti.
Mentre Alice sogna ad occhi chiusi il proprio tradimento, dichiarandosi pronta a lasciare tutto,il matrimonio, la famiglia pur di abbandonarvisi, William ad occhi aperti vive una realtà onirica, parallela.
Sogno e fantasia, realtà ed immaginazione si fondono continuamente trasformando Eyes Wide Shut in una travolgente ed eccitante allucinazione, una folle e frenetica danza orgiastica alla scoperta dei peccaminosi deliri della mente umana, degli istinti repressi che la animano e delle conseguenze che comporterebbe l’abbandonarsi ad esse.