TFF34 – Jesus: recensione del film di Fernando Guzzoni
Jesus è un film presentato alla 34 edizione del Torino Film Festival, diretto da Fernando Guzzoni ed interpretato da Nicolás Durán e Alejandro Goic.
Il protagonista della pellicola è Jesus, un ragazzo insofferente che vive a Santiago. Jesus ha abbandonato scuola e lavoro, si cimenta in concorsi di ballo con la sua crew e la maggior parte del tempo perde le proprie giornate tra bravate e bevute con i suoi amici, tra locali e parchi. Jesus vive da solo, il padre viaggia per motivi lavorativi e la madre non c’è più, quindi deve sempre badare un po’ a se stesso, alla casa, all’ordine e soprattutto alla sua sopravvivenza.
Ma lui sente sempre la necessità di dover adempiere a ciò che la sua età gli impone: ha solo diciott’anni e non può permettersi degli occhiali nuovi, un telefono e procaccia spesso i soldi dal padre, anche se poi in realtà gli stessi vengono spesi per il sollazzo con gli amici. I suoi giorni scorrono senza un senso reale, solo con il desiderio di evasione, di divertirsi, di acquistare un’identità anche se nei posti sbagliati e nei tempi meno adatti.
La sua unica figura di riferimento è il papà ma è fin troppo assente, impartisce lezioni di vita una volta a settimana se va bene e poi si dilegua. Jesus non ha condizioni, non ha punti fermi, tranne quei pochi amici con cui quasi convive e con cui ricrea una vacua prospettiva familiare di cui ha assoluto bisogno senza poterlo comprendere.
Durante una nottata tra rhum, sigarette e scherzi, Jesus e i suoi amici, mentre brancolano in un parco pubblico di notte, incontrano un ragazzo, Gonzalo, ubriaco e quasi svenuto per terra. Non lo conoscono ma lo aiutano ad alzarsi e se lo portano a spasso convincendolo che quei posti sono pericolosi soprattutto se attraversati da soli.
Sembra che si riescano anche a divertire tra loro ma Gonzalo, in evidente stato di ubriachezza molesta, comincia a non poterne più di quelle persone e, volendosi allontanare, li insulta senza nemmeno avere le forze di reggersi in piedi per andare via. Quel gesto scatena la follia sadica dei ragazzi che, presi da una frenesia sconsiderata, lo pestano a sangue dandogli calci nello stomaco, spaccandogli bottiglie in testa e dando vita ad un fight club incessante che vedrà poi quello sfortunato ragazzo giacere in stato di morte apparente al buio, con loro che lo abbandonano, semplicemente dimenticandosene.
Ma la dimenticanza fa presto ad essere memoria. Dopo qualche giorno tutti i notiziari parlano di quella vicenda nel parco e del ragazzo rimasto gravemente ferito dal pestaggio che ormai incosciente lottava in ospedale tra la vita e la morte.
Jesus è una pellicola efficace, crudele ma reale
Quel momento segna la vita di Jesus, l’unica persona che, appena appreso dello stato comatoso di Gonzalo decide che sarebbe stato giusto e necessario parlare, dovendo dare la colpa ai suoi amici e solo ai suoi amici.
Jesus si sente aggredito dalla rabbia, dalla paura e non riesce a sostenere dentro di sé quel male e quel disagio che invece gli altri ragazzi riescono perfettamente a superare. Jesus non otterrà sollievo per la sua voglia di giustizia, si scontrerà contro tutti, amici e compari che sono assolutamente contrari al desiderio di Jesus. Ma a fare da contraltare sarà proprio il padre che finalmente si prenderà l’onere di dover decidere e prendere una posizione all’interno della vita del figlio, accompagnandolo attraverso quello che sarebbe dovuto essere il vero, triste epilogo della storia.
All’interno della pellicola la cinepresa segue minuziosamente l’andamento delle azioni dei protagonisti, ma il più delle volte è come se lasciasse in disparte qualcuno, la messa a fuoco è volutamente erronea o alle volte lascia una sorta di solitudine al soggetto che parla e di cui a volte si sente solo la voce o si intravedono i gesti.
Quando i ragazzi sono presi da loro stessi, ubriachi, folli, senza freni, la cinepresa scivola con loro, li segue nelle loro frenesia, è l’atto finale che determina il vero senso visivo della pellicola, mentre durante alcune scene sessuali tra Jesus e un suo amico essa si porrà in silenzio, in disparte a mostrare senza opacità ogni gemito.
Jesus è una pellicola efficace, crudele ma reale, non insegna, non mistifica, non glorifica ma mostra la difficoltà, la solitudine e il male che può essere generato dal singolo e quanto può essere perpetuato se non c’è nessuno che riesca a fermarlo in tempo.