Moulin Rouge!: recensione
Nessun musical come Moulin Rouge è riuscito a riportare questo genere filmico al cinema, nei primi anni duemila.
Film del 2001, ed ispirato alla Traviata di Verdi con espressioni Pucciniane de La Bohème, Moulin Rouge si appresta ad essere ricordato per molti anni, per le modalità di realizzazione.
La storia, ambientata nella Parigi bohèmien, si incentra su Christian (Ewan McGregor), cresciuto in una famiglia bigotta, che sogna di poter parlare di amore, libertà, bellezza e verità; i principi bohèmien insomma.
Parigi, e soprattutto a Montmartre, a lui definita come la città del peccato, sembra a Christian il luogo dove finalmente può riscattarsi e diventare uno scrittore a tutti gli effetti.
Le prime persone che incontra sono un gruppo teatrale sbandato, che sta provando una rappresentazione teatrale bohèmien da proporre all’impresario Harold Zilder (Jim Broadbent), che organizza e partecipa agli spettacoli del Moulin Rouge, e che notando le qualità del ragazzo, decidono di arruolarlo nel loro gruppo.
Fatto confondere volutamente (o forse no) con un duca, che dovrebbe finanziare lo spettacolo, a Christian viene fatta conoscere la prima donna del teatro, Satine (Nicole Kidman).
Brava, bella, di classe e sensuale, Christian non ci mette molto ad innamorarsi di lei e lo stesso vale per Satine, rimasta incantata dalle qualità canore e di scrittura del ragazzo.
Ma in lei si insinua il dubbio: è meglio frequentare uno scrittore squattrinato che non le darà un futuro nella sua carriera, o è meglio usufruire di un amore finto per il duca e sperare di diventare la nuova Sarah Bernhardth?
Un amore tra i due giovani, misto al dolore, perché lo spettacolo verrà finanziato dal duca solo avendo l’esclusiva che Satine sia sua; non rimane che frequentarsi per mezzo di una relazione clandestina, piena di passione e di equivoci.
La regia di Baz Luhrmann è magica e speciale, riesce ad inserire visivamente un amore puro e fatto di passione all’interno di un mondo profano, superficiale e allo sbando del divertimento.
Un musical innovativo, per le potenti coreografie e le musiche scardinatorie, passionali e romantiche; innovativo perché il musical non è composto da canzoni originali, ma da canzoni e musiche riadattate per l’occasione.
La recitazione della Kidman e di McGregor sono di quelle che non ti aspetti, più che altro per le loro esibizioni canore, pur non essendo dei cantanti professionisti.
Un film magico (vincitore di due Oscar per Miglior Scenografia e Migliori Costumi), un incontro tra storia (come John Leguizamo che interpreta Henri de Toulouse-Lautrec, artista bohèmien realmente esistito) e realtà, tra passione sia intesa come amore per l’altra persona, e amore per i principi del tempo e del lavoro svolto, che diventa parte dei protagonisti.