Un Natale al sud: recensione del cinepanettone con Massimo Boldi
Siamo giunti quasi a Natale e come ogni anno il cinema italiano offre una varietà di film natalizi, noti ai più come cinepanettoni. Un Natale al Sud (trailer) di Federico Marsicano sarà il primo film del genere ad uscire in 350 sale italiane, il 1° dicembre, distribuito da Medusa.
Massimo Boldi invita il pubblico a un nuovo appuntamento natalizio, che di Natale però ha ben poco, eccetto il nome. Il film prende spunto dalla leggerezza dei classici cinepanettoni: temi attuali, relazioni e tradimenti, pensati per realizzare una storia spensierata ricca di gag divertenti.
Torna sul grande schermo la coppia Boldi-Izzo, affiancati questa volta a un duo femminile portante Villa-Tabita, nei ruoli delle rispettive mogli, le quali insieme si ritrovano ad affrontare il mondo 2.0.
Peppino (Massimo Boldi), un carabiniere milanese, e Ambrogio (Biagio Izzo), un fioraio napoletano, insieme alle amate mogli Bianca (Debora Villa) e Celeste (Barbara Tabita) festeggiano il Natale nella stessa località turistica. È durante queste feste che le coppie di genitori scoprono che i rispettivi figli, Riccardo (Riccardo Dose) e Simone (Simone Paciello),sono fidanzati con due coetanee: Giulia (Giulia Penna) e Ludovica (Ludovica Bizzaglia).
Tutto molto bello se non fosse che i quattro innamorati… non si sono mai incontrati dal vivo! Decisi a mettere fine a questa sorta di “amore virtuale”, che proprio non riescono a capire, Peppino e Ambrogio riescono a far partecipare i ragazzi all’evento annuale di ritrovo degli utenti di “Cupido 2.0”, l’app per incontri che ha visto sbocciare l’amore tra i giovani. Ma per far funzionare il piano parteciperanno anche i genitori!
L’evento si rivela però una bolgia infernale dove tra utenti ex virtuali a caccia di amori reali,
una fashion blogger infatuata (Anna Tatangelo) e un web influencer complessato (Paolo Conticini), le due coppie perdono la bussola mettendo in crisi i loro matrimoni e le storie dei figli.
Ma siamo così sicuri che le storie d’amore di una volta fossero più vere di quelle 2.0 di oggi?
Una domanda dalla quale il film di Marsicano parte per sviluppare avventure non molto diverse tra loro; le storie difatti si intersecano fino a congiungere in un unico finale dettato da una sceneggiatura scontata. Il tentativo degli sceneggiatori Gianluca Bomprezzi e Paolo Costella di rinnovare un prodotto visto e rivisto da vent’anni a questa parte, inserendo elementi come Cupido 2.0 e i giovani Youtubers, sarebbe potuta risultare interessante se costruita su una linea narrativa ben precisa.
I modi grotteschi, le battute poco originali rendono invece Un Natale al Sud, un film in cui si ride poco rispetto alla precedente “saga” natalizia di Boldi; qui vi è un complesso di “troppo” che stona e forza lo spettatore a ridere di fronte alle tipiche arlecchinate in sequenza di Enzo Salvi e ai slow motion inutili introdotti appositamente per far ridere il pubblico.
La mescolanza di atmosfere e stagioni senza un ordine preciso, lascia confuse le dinamiche più basilari della vicenda, abbandonando lo spettatore in uno stato di costante perplessità.
Un Natale al Sud è il primo lungometraggio di Marsicano e si vede, la sua regia è priva di originalità, sconclusionata e visivamente insufficiente anche nella fotografia curata da Mark Melville. Forse si è voluto puntare ad un cinepanettone originale lontano dai vecchi canoni e più vicino ad una commedia commerciale italiana, ma anche se il linguaggio non presenta, a grande sorpresa, volgarità, le lacune si sentono e si vedono.