DeepSea Challenge: stasera in tv su Sky 3D il documentario prodotto da James Cameron
DeepSea Challenge: la giungla sottomarina dell'Oceano Pacifico raccontata da James Cameron
Andrà in onda stasera 9 dicembre alle 21.15 in esclusiva su Sky 3D DeepSea Challenge, il documentario targato National Geographic e prodotto da James Cameron, che ci trascina con la potenza delle immagini tridimensionali nel cuore degli abissi.
“L’immaginazione si nutre di esplorazione” (James Cameron)
Il regista di film che hanno fatto la storia del cinema, come Aliens – Scontro Finale, Titanic e Avatar, si avventura nel punto più profondo della Terra, l’abisso Challenger – il punto più profondo della Fossa delle Marianne, situato a circa 10.994 metri sotto il livello del mare – e lo fa all’interno di una capsula sferica e trasparente talmente stretta da non permettergli molta libertà di movimento. Inutile dire che è l’unico passeggero a bordo e che vederlo sprofondare lì dove nessuno si è mai avventurato prima fa venire i brividi solo a pensarci.
Perché James Cameron ha deciso di produrre Deepsea Challenge 3D?
Innanzitutto perché il regista canadese è un esploratore appassionato. Ha infatti collezionato ben 72 immersioni con sommergibili arrivando fino a 4.877 metri di profondità. Di certo, l’esplorazione marina più famosa è quella che riguarda il relitto del Titanic, compiuta durante la produzione del film premio Oscar.
C’è un’altra ragione, però, che spinge Cameron a fare questo vero e proprio salto nell’ignoto: la voglia di promuovere l’esplorazione e la scoperta scientifica.
“Ho sempre sognato di immergermi nel luogo più profondo degli oceani. Per me è passata da essere una mera fantasia infantile a una vera e propria missione, come scalare l’Everest. Ho imparato di più sull’esplorazione profonda dell’oceano e sono diventato un esploratore anche nella vita reale. Questa ricerca non è stata guidata dalla necessità di battere dei record, ma dalla stessa forza che guida tutta la scienza e l’esplorazione… la curiosità. Quindi, poco si sa su questi luoghi profondi; sapevo che avrei visto cose che nessun essere umano ha mai visto.
Attualmente non esistono sommergibili in grado di permetterci un immersione di circa 11 km. L’unico modo per avverare il mio sogno in realtà era quello di costruire un nuovo veicolo, diverso da qualsiasi altro esistente. Mi sono reso conto che ciò era possibile e non solo con le vaste risorse fornite dai programmi governativi, ma anche con un piccolo team imprenditoriale . Ci sono voluti più di sette anni per progettare e costruire il veicolo, ed è ancora un work in progress. Ogni immersione ci insegna di più e stiamo continuando a migliorare di volta in volta”.
La spedizione DeepSea Challenger
Il nome del documentario, che Sky manda in onda in prima visione esclusiva, richiama quello della prima spedizione oceanografica, effettuata tra il dicembre 1872 e il maggio 1876. Inutile dire che non è stata l’unica e che quella del 2012 riportata nel documentario targato National Geographic – organizzata con il sommergibile Deepsea Challenger – rivela per la prima volta al mondo, attraverso il fascino e la semplicità della settima arte, cosa si nasconde nel cuore acquatico della Terra.
Il regista James Cameron (primo civile e primo uomo a compiere l’impresa in solitaria) ha preso parte alla spedizione insieme al compagno pilota Ron Allum e un team di ingegneri, scienziati e giornalisti. Immergendosi a circa 320 chilometri dall’isola Guam, Cameron ha continuato il lavoro che Don Walsh e Jacques Piccard avevano iniziato nel 1960 – si tratta degli uomini che si sono immersi a bordo del batiscafo Trieste – ma avvalendosi di una tecnologia più avanzata che permette di riprendere e scavare attraverso un braccio meccanico. I campioni prelevati durante la spedizione Deepsea Challenge potranno consentire grandi rivoluzioni, come lo studio dei terremoti e degli tsunami o nuove scoperte nel settore delle biotecnologie, nonché darci qualche dettaglio in più su chi siamo e come è iniziata la vita sulla Terra.