Frank: recensione
Premiato al Sundance Film Festival 2014, arriva nelle sale italiane da 30 ottobre Frank di Lenny Abrahamson con protagonista Michael Fassbender. Jon è un giovane impiegato ossessionato dalla musica, passa le sue giornate a tentare di comporre una canzone e a postare le sue emozioni sui social network. Un giorno, mentre passeggia sulla spiaggia, assiste ad un tentativo di suicidio da parte di un tastierista di una band, gli Soronprfbs (non tentate di capire come si pronuncia, non lo sanno nemmeno i protagonisti) approfittando della situazione Jon si propone come nuovo componente della band, qui conosce tutti i suoi “originali” membri: il front-man Frank un genio musicale che vive perennemente con una maschera di carta pesta in testa, e la folle quanto squilibrata Clara che odia, palesemente, Jon. Ossessionati da ogni suono apparentemente musicale, gli Soronprfbs cercano di creare l’album perfetto, il tutto ripreso segretamente dalla new entry e postato su twitter e youtube. Invitati al South by Southwest ad esibirsi inizia la band inizia a avvisare i primi segni di cedimento.
Dare una definizione ad una pellicola come Frank non è facile, ha dei momenti comici davvero esilaranti ma si ride sempre con un minimo di ansia, comunque il dramma è alle spalle. Un cast che brilla e che non si pesta i piedi a vicenda. Fassbender dimostra, al solito, una maturità artistica evidente, anche perché recitare con una mschera enorme sulla faccia non è facile, ma il suo linguaggio del corpo riesce comunque a trasmettere tutte le sensazioni e le emozioni che il cantante prova. A dare prova di grande recitazione è anche il resto del cast Domhnall Gleeson nel ruolo di Jon e la sempre bravissima Maggie Gyllenhaal che interpreta Clara personaggio controverso e con qualche problema mentale.
Si potrebbe parlare di un’ascesa al successo, in realtà la pellicola è una discesa nella labile psiche di un uomo spaventato da se stesso, e se si pensa alla vita di un artista maledetto la cui follia lo rende un grande artista l’errore è dietro l’angolo, Frank non è niente di tutto ciò, il suo talento musicale e innato e la sua malattia mentale lo ha solo rallentato. A far volare ancora più in alto una sceneggiatura che già di per se è un capolavoro, ci pensa la strabiliante quanto “particolare” colonna sonora, totalmente originale e composta da suoni che presi singolarmente sono solo “rumore” ma che il bravissimo Abrahamson riesce da armonizzare all’interno di un film che difficilmente può passare inosservato.