La La Land: analisi di un finale sospeso tra sogno e realtà
La La Land è il film perfetto e indimenticabile per chiunque abbia vissuto, nel corso della propria vita, l’amore viscerale per un’arte: una passione che ha il volto dell’urgenza, un fuoco impellente in grado di cancellare il mondo intorno a sé, spinti dalla sola volontà di realizzare un sogno che vede nel desiderio di successo e approvazione la sua parte più consistente e insidiosa.
Mia e Sebastian rappresentano i sognatori per eccellenza. Due anime non gemelle ma complementari, incapaci di scendere a compromessi con i propri voli pindarici e bramosi di vivere la propria vita esprimendo l’arte in cui si identificano. L’una attraverso la recitazione, l’altro per mezzo della musica, i due ragazzi trovano un determinante punto d’incontro nel viaggio comune verso le rispettive mete: diventare un’attrice ed un musicista affermati. Ma qual è il costo di un’ambizione così forte? Qual è la reale meta bramata quando si sogna il successo?
Arte e Amore sono due concetti che viaggiano di pari passo: entrambi si nutrono di passione e devozione ed entrambi sono in grado di innalzare l’individuo verso una forma di felicità che ha il volto della conquista del pieno contatto con se stessi e con le proprie emozioni.
Quando si è innamorati, così come quando si esprime un’arte, ci si sente in piena armonia con la propria vita, catturati da un’estasi profonda, contemporanea evasione totale dalla realtà circostante e concentrazione assoluta sull’oggetto del nostro sentire, che diviene magica proiezione di ogni sentimento di gioia e bellezza. Due universi tanto simili quanto spesso incompatibili, proprio per l’energia e la dedizione totale che entrambi richiedono.
In La La Land, i protagonisti del capolavoro di Damien Chazelle dovranno presto fare i conti con questo impossibile compromesso, obbligati a capire quale sia il dono più irrinunciabile che la City of Stars ha fatto loro: il successo o l’amore.
La La Land: una L.A. teatro di sogni, amore e inevitabili rimpianti
Emma Stone e Ryan Gosling ci accompagnano in questo straordinario ed onirico percorso che – fin dal trailer – rivela la sua natura malinconica: quella che sembrava una storia d’amore dall’esordio dirompente (un bacio improvviso e appassionato, dato senza lasciar spazio alle parole) ha avuto in realtà tutt’altro inizio: al posto del bacio aspettato, osserviamo invece una sonora spallata seguita da vuoto ed indifferenza per un incontro avvenuto nel momento sbagliato o, semplicemente, in un momento in cui l’inseguimento del proprio sogno non poteva lasciare spazio ad altro, nemmeno all’amore.
Fortunatamente seguiranno altri incontri ed altre coincidenze e i due protagonisti dovranno riconoscere il potere delle emozioni che li spingono l’uno nelle braccia dell’altra, mentre la Città della Stelle li osserva – magica e silenziosa – costruire il proprio futuro pieno di incognite ed inevitabili scelte. Se sul molo, infatti, Sebastian intona una City of Stars piena di domande rivolte al cosmo e a se stesso, la stessa canzone cantata al piano insieme al suo nuovo amore Mia, rivela agli occhi dell’ambiziosa coppia di artisti una realtà talmente limpida da non poter essere ignorata: il sogno è già lì, nei loro sguardi e nel loro abbraccio, avvolti da una City of Stars that “never shined so brightly“…
La La Land: Il Jazz via maestra per realizzare i sogni nel cassetto
Il rapporto fra Mia e Sebastian è vissuto al ritmo del Jazz, un genere musicale che inizialmente Mia non comprende e quindi crede di non amare ma che, non appena Sebastian- attraverso la sua passione – le fornisce la giusta chiave di lettura – si trasforma inconsapevolmente in una filosofia con la quale affrontare la vita: cercando un equilibrio fra improvvisazione, lotta e compromesso. Come fanno i componenti di una jazz band, quindi, Mia imparerà – insieme a Sebastian – ad improvvisare, a creare il proprio sogno dal nulla, con le sue mani, lottando per affermarlo senza perdere l’amore, cercando di orchestrare la vita intorno ad una melodia in cui ogni strumento abbia il proprio spazio per affermarsi, accordandosi agli altri.
Ma Damien Chazelle è stato chiaro fin dal suo primo grande successo, Whiplash: l’ambizione è qualcosa di potente al limite della ferocia, non lascia spazio a nulla che possa frapporsi fra il soggetto che desidera e l’obiettivo, nemmeno all’amore.
Per quanto i due ragazzi si amino e si appartengano, quindi, la vita ed il loro totalizzante desiderio di successo li porterà più volte fuori strada rispetto all’obiettivo di partenza che- come per ogni essere umano -infine sarebbe stato solo quello di essere felici.
Sebastian – stanco di suonare melodie sterili per sbarcare il lunario – cerca di realizzare il progetto di aprire un locale tutto suo, in cui poter suonare davvero la musica che ama per chi sa apprezzarla; Mia – demoralizzata dai troppi provini andati male – decide di scrivere ed interpretare un proprio monologo teatrale. L’amore ed il sostegno reciproco divengono il motore delle rispettive ambizioni e Mia e Sebastian sfiorano da vicino il sogno della completa realizzazione.
La vita, tuttavia, si affretta a mettere la coppia alla prova, inserendo nel suo cammino una serie di variabili e di possibilità in grado di cambiare totalmente lo scenario…
La La Land: la difficile scelta fra successo e amore
Mentre Sebastian porta avanti l’iniziativa del locale, Keith (interpretato da John Legend) un suo ex compagno di conservatorio – ormai cantante e musicista affermato – si fa avanti per chiedergli di collaborare come tastierista nella sua band. Una scelta che Seb cerca di respingere con tutta la sua forza, non rappresentando il suo sogno, ma che – infine – non può fare a meno di accettare, data la prospettiva di successo e stabilità economica. Mia, invece, prosegue la preparazione del suo modesto spettacolo teatrale che nessuno andrà a vedere.
Ecco che la misura dei sogni dei due ragazzi mostra il suo primo disequilibrio, portando le reciproche strade a prendere direzioni inevitabilmente differenti; l’amore lascia ben presto spazio alla lontananza, ma anche all’invidia per il successo dell’altro. Il lato oscuro del desiderio di fama prende il sopravvento e a Sebastian – confuso a sua volta dalla piega inaspettata che la propria vita ha preso – non resta altro che un ultimo gesto d’amore verso Mia: forzarla a fare l’ennesimo ma probabilmente decisivo provino per poi lasciarla libera.
L’improvvisazione del Jazz fa ancora una volta capolino nella vita di Mia, durante l’intensa scena dell’Audizione, nella quale viene intonata una delle canzoni più belle e commoventi del film.
Here’s for the ones who dream,
foolish as they may seem.
Here’s for the hearts that break.
Here’s for the mess we make.
Il messaggio di La La Land è duro e crudo: le ambizioni hanno un costo, talvolta molto caro. Nel caso di Mia e Sebastian, forse alcune scelte differenti avrebbero potuto salvare il loro legame, ma siamo sicuri che ci sarebbe stato spazio per la realizzazione dei sogni di entrambi, senza sacrificare l’amore?
La La Land: un epilogo onirico e struggente all’insegna del “what if”
Gli ultimi minuti di La La Land meritano di entrare di diritto negli annali del Cinema. Damien Chazelle stuzzica la sensibilità e la capacità di non lasciarsi sopraffare dalle emozioni degli spettatori fino alla fine- anzi – dando il massimo in un finale devastante per la bellezza con cui riesce a riportare tutti con i piedi per terra per poi concedere un ultimo volo, attraverso la rappresentazione di un meraviglioso sogno ad occhi aperti.
Sono passati cinque anni da quell’ultimo provino che ha portato Mia a diventare una grande attrice. Dopo il trasferimento a Parigi, la ritroviamo nuovamente a Los Angeles, madre di una splendida bimba e accompagnata da un uomo elegante e amorevole. L’ennesimo imprevisto e una serata come tante prende una piega differente, o meglio, una strada differente, e la coppia si ritrova a passare davanti ad un locale dal quale proviene musica Jazz…
All’interno, il proprietario del locale, Sebastian, riconosce Mia e – superata l’interdizione della grande emozione provata nel rivederla – decide di salutarla suonando per l’ultima volta il brano protagonista del loro amore, mentre la regia ci mostra cosa sarebbe successo se quella sera di tanti anni prima, al posto di quella sgarbata spallata, Sebastian avesse dato la precedenza all’amore, baciando Mia e portandola con sé verso un futuro insieme, accantonando le proprie ambizioni in favore di quelle della propria metà e “accontentandosi” di amarla per tutta la vita.
Forse il sogno più appagante sarebbe stato semplicemente quello, ma – mentre Mia e Sebastian si scambiano l’ultimo malinconico ma sereno sguardo di intesa – Chazelle lascia che la decisione spetti al pubblico.
Il finale di La La Land è qualcosa che potrebbe lasciare l’amaro in bocca, ma- a ben guardare – è anche ciò che fa di questo film un’opera memorabile e non una semplice favola musicale.
Perché la vita è esattamente così, mai lineare, mai perfettamente comprensibile, un’avventura piena di intoppi ed errori, in cui si fa del proprio meglio e non esistono strumenti adeguati per affrontare la corsa universale verso quella chimera senza volto chiamata felicità.