Non buttiamoci giù: frasi e citazioni dal film e dal libro
Quattro sconosciuti. La Casa dei Suicidi di Londra. Tutti in piedi sul cornicione con il proposito di porre fine a tutto: alla delusione, alla tristezza, all’insoddisfazione, agli insuccessi.
Questo è ciò che accomuna, in Non buttiamoci giù, Martin (Pierce Brosnan), Maureen (Toni Collette), J.J. (Aaron Paul) e Jess (Imogen Poots), convinti di non avere più tempo per realizzare ciò che hanno sempre voluto.
In realtà, ancora un po’ di tempo se lo concedono: esattamente sei settimane da questo momento, per poi rifare il punto delle proprie vite ma, quella che doveva essere una fine, si trasforma in un nuovo inizio, l’inizio di una profonda amicizia.
Tratto dal romanzo di Nick Hornby (Un Ragazzo, Alta fedeltà), Non buttiamoci giù tratta tematiche importanti, con la giusta ironia, grazie anche all’equilibrio raggiunto nei dialoghi tra i singoli personaggi.
Non buttiamoci giù: frasi e citazioni dal film e dal libro
Comunque per farla breve, ho deciso di suicidarmi. Il problema con il suicidio però… è che non puoi farla breve. Perché è la storia lunga che interessa la gente, soprattutto la mia, perché io ero e disgraziatamente ancora sono me, fino a oggi.
Ah, perdonatemi nel caso lo sapeste già ma io sono Martin Sharp, l’uomo che aveva tutto. Una moglie, due figlie, tre cani e almeno quattro People Choise Awards, oltre a cinque mattine a settimana nel più importante programma televisivo inglese. Stavano persino per offrirmi i lunedì liberi! Fin qui, tutto bene.
Avevo raggiunto la mezza età indenne e avevo qualche soldo in banca, finché non incontrai Susy Jenkins alla presentazione di una crema idratante da uomo. In mia difesa vostro onore, posso dire che sembrava avesse 25 anni, ma non li aveva. Il che nell’ordine comportò: tabloid scatenati, una pena detentiva breve, divorzio, discredito, rovina. La notte di capodanno dovrebbe essere una pausa per riprendere fiato; un punto e virgola. Be’, io ero arrivato al punto e basta. Sul serio. Perché mai non avrei dovuto desiderare di buttarmi giù da un palazzo?
Dovevo immaginarlo. Ho scelto il posto più famoso Londra per i suicidi nella notte più famosa per i suicidi. Era prevedibile che non sarei stato solo!
Il dolore non mi dispiace è la speranza che mi uccide
Vorrei aver reputato la vita un’opzione migliore della morte
- Tu volevi buttarti, ma ti sei trattenuto, non stavi solo consegnando la pizza!
- Sì, stavo per buttarmi di sotto, sì!
- Perché?
- Perché?!
- È una domanda facile, J.J.!
- Tre desideri, qualunque cosa! (Martin)
- È facile: miliardi di sterline, un mio sicario personale e una dispensa del tribunale per fare tutto quello che voglio! (Jess)
- Tocca a me? Mmm, io vorrei…un po’ più di aiuto, un po’ più di vita…(Maureen)
- Che vuol dire un po’ più di vita?! (Jess)
- Quella che hanno gli altri…(Maureen)
- Che cos’hanno gli altri? (Jess)
- Io vorrei solo che mio figlio guarisse, non ho altri desideri. (Maureen)
- Io vorrei essere di nuovo famoso, famoso nel modo giusto. Insomma, essere famosi è stupendo, tutti pensano che sia difficile, ma non lo è: riesci ad avere i posti migliori nei ristoranti, la gente ti sorride sull’aereo, è strepitoso! Qualunque cosa fai ti senti scagionato dalla tua stessa fama e non ti senti mai, mai e poi mai umiliato. È decisamente meglio della vita vera…(Martin)
- Wow, sei così profondo…(Jess)
- No, sono sincero! (Martin)
Leggendo il libro dal quale il film è tratto di scorgono frasi altrettanto meravigliose, come le seguenti:
“Ti ripetono tutta la vita che dopo la morte andrai in un posto meraviglioso. E l’unico gesto che puoi fare per arrivarci un po’ prima ti impedisce di andarci…”
La coerenza è l’estremo rifugio degli uomini privi di fantasia.
Ma come fa la gente a non dire parolacce? In un discorso ci sono tutte ‘ste pause, dove per forza devi metterci un “cazzo”.
Ci sono altri modi per morire, senza suicidarsi. Si può lasciar morire delle parti di noi.
Non avevo voglia di suicidarmi perché odiavo la vita, ma perché l’amavo.