I Don’t Feel at Home in This World Anymore: recensione del film Netflix
Non è facile incastonare I Don’t Feel at Home in This World Anymore in un solo genere cinematografico. Il film originale Netflix è a tratti drammatico, molto spesso una commedia, a volte un po’ splatter. La pellicola scritta e diretta da Macon Blair – qui al suo debutto dietro la macchina da presa – ha come protagonisti Melanie Lynskey ed Elijah Wood.
Il film ha debuttato al Sundance Film Festival nel gennaio 2017, vincendo il Gran Premio della giuria nella sezione drammatica statunitense. Nel cast, troviamo anche David Yow, Jane Levy, Devon Graye, Christine Woods, Robert Longstreet e Gary Anthony Williams.
I Don’t Feel at Home in This World Anymore racconta la storia di Ruth (Lynskey), una donna depressa che vive il mondo cinico che la circonda subendo le angherie dei prepotenti e dei menefreghisti. Quando subisce un furto domestico, trova un nuovo senso alla sua esistenza: trovare i ladri e dargli una lezione. Ad aiutarla sarà uno strambo vicino, Tony (Wood), appassionato di armi poco convenzionali. I due, però, presto si troveranno pericolosamente coinvolti nei piani di alcuni criminali degenerati.
I Don’t Feel at Home in This World Anymore si presenta come una commedia brillante su una donna disillusa.
Lentamente, poi, avviene una potente infiltrazione di generi, dal dramma allo splatter. Ruth si trasforma da zerbino che viene calpestato a calpestatrice e lo fa mantenendo quella legge morale che, secondo il film, non esiste più. Il mondo che viene descritto da I Don’t Feel at Home in This World Anymore, spaventosamente, forse non è poi così diverso dal nostro. Un mondo dove vince il più forte, il più furbo. Un mondo di sciacalli e iene, qualche leone, ma anche molte gazzelle, succubi e pronte a diventare un sostanzioso pasto per i predatori senza scrupoli.
I Don’t Feel at Home in This World Anymore, però, non è davvero solo dramma e riflessione. La pellicola è caratterizzata da una massiccia dose di ironia, spesso situazionale, certo, ma che strappa sempre un sorriso. Il maggior artefice di questa componente leggera è sicuramente lo stralunato Tony, interpretato dal redivivo Elijah Wood che – contro ogni aspettativa – sembra davvero essere riuscito a reinventarsi. Il suo contributo è spesso sulla insidiosa linea del demenziale, tra stelle ninja, nunchaku e un codino anni novanta sulla nuca.
Come ogni altro prodotto Netflix, è innegabile che la qualità di I Don’t Feel at Home in This World Anymore sia eccellente. Sta forse diventando una regola non scritta?
La regia di Macon Blair mantiene alto lo standard utilizzando una fotografia moderna, senza pretese, ma adatta al contenuto. Il film è indubbiamente una pellicola indie dalle buone intenzioni, ben riuscita e ben confezionata. Racconta una storia intelligente ed estremamente contemporanea, nella quale – probabilmente – in molti riusciranno a identificarsi, sebbene con sfumature decisamente meno estreme. La colonna sonora è americanissima: fondamentalmente pop con qualche intensa incursione country che destabilizza, certo, ma che uniforma l’atmosfera suburbana del film.
I Don’t Feel at Home in This World Anymore non è un film eccezionale. Non verrà ricordato negli anni come capolavoro della cinematografia. Ciò nonostante, basta dargli una chance. Gli basta una sola piccola occasione per essere ricordato; basta un passaparola ben organizzato e il film Netflix potrebbe rientrare nella fornita libreria di titoli indipendenti da non perdere e, perché no, da consigliare agli amici che un giorno vi diranno di aver perso la fiducia nell’umanità e che in questo Mondo, davvero, non si sentono più a casa.