Dall’altra parte: recensione del film di Zrinko Ogresta
Nel film di Zrinko Ogresta, Dall’altra parte (intitolato S One Strane in originale e On the other side a livello internazionale), la protagonista è Vesna, un’infermiera a domicilio di Zagabria.
Sola, con all’attivo due figli oramai emancipati, subirà un drastico cambiamento nella sua morigerata vita nel momento in cui riceverà una chiamata misteriosa a lavoro da parte di un certo Zarko, che si rivelerà il marito, ex capitano dell’Esercito Nazionale di Jugoslavia quando iniziò la guerra in Croazia nel 1991. I due non si parlano da vent’anni: la telefonata inaspettata riporterà a galla il ricordo di un segreto che la donna ha cercato di nascondere per molto tempo, catapultandola di colpo in un passato doloroso.
Dall’altra parte è un film sul perdono e la riconciliazione, un’opera cinematograficamente curata in ogni particolare e in ogni inquadratura.
Ogresta controlla i tempi dei dialoghi, soprattutto quelli telefonici, riuscendo a dare il ritmo giusto a ciascun colloquio tra i vari protagonisti, nei diversi stadi di avanzamento della trama. Dall’altra parte è un’immersione emozionale coadiuvata da un’affascinante sequela di primi piani e poderosi piani sequenza. Tutto avviene nella maniera più morigerata possibile attraverso la rappresentazione di un’apatia esistenziale che coinvolge drasticamente il pubblico spettatore.
L’eloquio è la forma più terapeutica – se vogliamo – mostrata nel film da regista croato. Dall’altra parte è un film fondato su un tecnicismo sopraffino, caratterizzato da messe a fuoco e acuti effetti sonori totalmente funzionali alla narrazione presentata. La coppia di attori appare in pieno stato di grazia, costruendo un’intercapedine interpretativa degna di nota, capace di calibrare uno sviluppo dei sentimenti e di ritorno a dei dubbi dimenticati attraverso la riscoperta di “antichi sapori familiari”.
“Non sempre è possibile dipingere il quadro della propria vita con i colori delle proprie scelte… “
Il carico inesorabile di una madre costretta ad aiutare tutti i suoi membri per un sano concetto di responsabilità.
Dall’altra parte è un film diretto, che mostra una finta amoralità che clamorosamente riesce a sedurre il pubblico. La rappresentazione di una donna sola, totalmente assoggettata da un principio matriarcale inevitabile, che dovrà far fronte a una serie di vicissitudini senza fine in una monotematica esistenza.
Un pregiato gioco di luci e una fotografia ben curata – in funzione allo status emozionale dei personaggi aiuta Ogresta a dar prova di lucidità registica. Il regista croato non desidera dettagliare ma preferisce creare situazioni suggestive, celate sotto tutti i punti di vista. L’apporto alla sceneggiatura di Mate Matisic – co-sceneggiatore insieme ad Ogresta – si fa notare e apprezzare in particolar modo per l’avvincente susseguirsi delle scene, mostra una metrica stilistica non facile per narrare una storia simile.
Dall’altra parte – a detta anche dello stesso regista – ha un significato metaforico sia in termini di contenuto che in termini di forma; non ha riferimenti ben chiari e conformi a un’unica entità fisica, ma ha anche un controverso – se non irrazionale – riferimento all’apparato psico-fisico…
I temi rilevanti del perdono e della famiglia, intenso in senso non retorico o oppressivo ma come rete virtuosa di relazioni umane cooperative – in contrasto con la tendenza individualizzante e vendicativa presa dai figli e dalle persone che vivono la vita intorno alla protagonista – rendono Dall’altra parte un film che riporta in auge un classicismo drammaturgico da sempre ricercato.
Dall’altra parte è scritto e diretto da Zrinko Ogresta. Nel cast Ksenija Marinkovic, Lazar Ristovski, Tihana Lazovic, Robert Budak, Toni Sestan.
Presentato alla Berlinale 2016, è in sala dal 30 marzo distribuito da CineClub.