1992: la colonna sonora della serie tv
La colonna sonora di 1992 non è quella che di solito ci si aspetta da una serie tv italiana. E invece, 1992, che narra un anno chiave per la storia italiana, si sta rivelando curata sotto tutti i dettagli, con una soundtrack che ci proietta subito nei successi (musicali e televisivi) di quel periodo. Non solo: anzi, ciò che colpisce di più è la quasi costante presenza della colonna sonora composta da Davide “Boosta” Dileo, co-fondatore e tastierista dei Subsonica e poliedrico artista (diplomato in pianoforte, autore, compositore, remixer, deejay, produttore artistico, scrittore, editore).
Le scene sono accompagnate da lunghi tappeti di suoni che, come su un’altalena, oscillano tra l’elettronica e le sonorità più classiche, creando un’atmosfera molto, molto suggestiva, che nonostante la presenza ripetitiva non cade mai nel banale. A volte fa da mero sottofondo, in molti momenti accompagna le immagini con suspense, o con onde incalzanti, in altri si coordina con perfezione a ciò che accade sullo schermo. Insomma, invade parecchio le scene, ma lo fa in un modo che non può infastidire lo spettatore.
Boosta ha descritto così il suo lavoro per la serie tv:
Il 1992 è una porta aperta sul tempo. Per una parte di noi uno schiaffo alla coscienza collettiva, per altri un periodo irripetibile di eccitazione e conquista. Una colonna sonora è come un vestito: lo scegliamo con cura per presentarci agli altri e prima ancora per stare bene con noi stessi; deve essere giusto, misurato, a tratti speciale o convenzionale, a seconda dell’uso “sociale” e partendo da quale idea vogliamo lasciare di noi. Questo è il senso della musica di 1992. Ci sono gli elementi classici, i temi “nobili” che profumano del legno di archi e pianoforti, quelli che sottolineano le emozioni ed i momenti in modo chiaro. E ci sono le sporcature, le parti di elettronica, quelle a volte piene di energia, a volte disturbanti, a volte cariche di aggressività e di edonismo.
Già l’accattivante sigla di 1992 mostra questo aspetto caldo e pervasivo della musica, capace di restare impresso nella mente dello spettatore:
Tutta la colonna sonora che abbiamo sentito nei primi due episodi di 1992 gira intorno a questi due fuochi, con i crescendo e gli staccati più classici alternati ad attimi di fredda elettronica, che ritorna poi ad essere incalzante, fino a raccogliersi con intimità e tocchi onirici. Questi aspetti si danno il cambio, poi, con una serie di canzoni dell’epoca: “Non amarmi” (Aleandro Baldi e Francesca Alotta), “Set adrift on memory bliss” (P.M. Down) e “(Thru) The gates of the big fruit” (Urban Dance Squad) che sentiamo alla radio e nei locali; “Everybody hurts” dei R.E.M. che accompagna la lunga sequenza finale del primo episodio, laddove nel secondo tocca a “Taillights fade” dei Buffalo Tom; mentre il “Va, pensiero” verdiano guida le scene dei comizi della Lega Nord, ma si allunga sulla scena successiva con Accorsi. Un forte rilievo lo acquistano le canzoni dei programmi televisivi italiani che, con filmati d’epoca, interagiscono con i personaggi di 1992: abbiamo “Rosso” e “Tutta tua” da Non è la Rai, la sigla di Casa Vianello e “Liberi liberi”, la sigla di Buona Domenica cantata da Lorella Cuccarini.
Boosta ci parla anche della natura di queste scelte:
Ci sono le canzoni dell’epoca e giochi di stile risuonati con gli stessi strumenti che si usavano in quegli anni per comporre musica: tecnologie ormai abbandonate da chi crea il suono esattamente come i telefoni cellulari dell’epoca, ma gli anni ‘90 sono stati un periodo florido per le canzoni e per tutto il comparto “musica”; forse uno degli ultimi decenni in cui si è percepito nell’ambiente artistico una rivoluzione profonda e necessaria, prima della stasi degli anni 2000, quasi come la storia del nostro Paese.
E conclude così, raccontandoci lo scopo del duplice volto della musica composta e scelta per 1992:
Questi sono i piani su cui si gioca la parte musicale della serie: le suggestioni classiche del film d’autore e la diaspora di una elettronica che lascia i propri territori per mescolarsi al linguaggio nobile. Sono due binari diversi, che non sempre corrono nella stessa direzione ma che alla fine, miracolosamente, portano alla stessa destinazione: vestire una delle serie più moderne di tutto il panorama europeo. In questo modo le immagini e la musica si uniscono dal 1992 ad oggi.
Ci aspettiamo allora, anche dai prossimi episodi, altre dosi di questa suggestiva e ben riuscita colonna sonora.