Girlboss – Recensione in anteprima dei primi quattro episodi della serie tv Netflix
Girlboss è la nuova serie tv originale Netflix con Britt Robertson. Abbiamo recensito, in anteprima per voi, i primi quattro episodi della serie.
Sophia è sconsclusionata, fuori di testa e molto spesso sfortunata. A parte questo è una vera bomba! Almeno lo è nei primi quattro episodi nella nuova serie originale Netflix intitolata Girlboss. Tredici episodi che raccontano la storia di Sophia Amoruso, tratta direttamente dalla sua autobiografia #Girlboss. La serie, ideata da Kay Cannon, è diretta da Christian Ditter. Amoruso è la creatrice di Nasty Gal, azienda nata come Ebay Store e poi diventata un colosso della moda americana e l’azienda cresciuta più in fretta secondo Inc. Magazine. Netflix ci avverte però fin da subito che sarà un’interpretazione libera di eventi realmente accaduti. Molto libera.
Il primo episodio ci introduce nella città di San Francisco che già da sola riesce a fare la differenza riuscendo a dimostrare che film e serie tv non devono necessariamente essere girate a New York.
La protagonista di Girlboss è un’eterna Peter Pan. Una delle prime frasi che le sentiamo pronunciare è: “L’età adulta è il luogo dove i sogni vanno a morire”
Sophia è un’eterna Peter Pan. Una delle prime frasi che le sentiamo pronunciare è: “L’età adulta è il luogo dove i sogni vanno a morire”. Lo ripete a se stessa e soprattutto a suo padre che, in pensiero per lei, la incoraggia a trovare un lavoro e a condurre una vita più responsabile. Nel flusso indistinto della sua vita pazza e irregolare arriva il colpo di genio e la scoperta che, alla fin fine, anche lei è brava in qualcosa: abiti vintage.
Di solito, quando gli americani parlano di business in film o serie tv, una volta avuta l’idea geniale il resto è tutto in discesa. Dall’idea prende il via una rapida scalata verso il successo dove i problemi vengono calciati via come sassolini. Per Sophia no. Per lei la strada è in salita come le strade della sua San Francisco. Un elemento che contribuisce a rendere Girlboss più vera, sincera e coinvolgente. Sophia è creativa e capace ma scopriamo che è anche molto sola: con lo scorrere della storia la stravaganza del personaggio passa in secondo piano. La personalità della protagonista si approfondisce, si umanizza. Il personaggio di Sophia cresce sullo schermo davanti ai nostri occhi, la osserviamo mentre matura sogni e ambizioni. La sua determinazione diventa sempre più evidente. La protagonista di Girlboss sta riuscendo nella sua missione: crescere senza diventare una noiosa adulta.
Britt Robertson porta sullo schermo un personaggio fresco e credibile pur nel suo essere sopra le righe, emozionante e fuori di testa allo stesso tempo.
Britt Robertson interpreta Sophia e riesce a renderla un personaggio sfolgorante ed estremamente vivo. Le fanno da cornice una serie di personaggi strampalati quanto lei. Dal vicino di casa alla migliore amica di Sophia, Penny interpretata da Ellie Reed. L’unico personaggio che risulta più sottotono rispetto agli altri è Shane, interpretato da Johnny Simmos. Ma forse è solo perché, rispetto agli altri personaggi, è l’unico che sembra essere un po’ più sano di mente.
La colonna sonora calza a pennello il carattere della protagonista. Brani come The Wild One (Suzi Quatro), Rebel Girl (Bikini Kill) e TKO (Le Tigre) danno una marcia in più alla storia per un risultato complessivo davvero piacevole.
I primi quattro episodi di Girlboss confermano la capacità di Netflix a confezionare serie televisive di buon livello tecnico e di contenuto. Girlboss è una serie interessante, con una buona fotografia, una location viva e coloratissima che riesce a ravvivare le inquadrature. Britt Robertson porta sullo schermo un personaggio fresco e credibile pur nel suo essere sopra le righe. Emozionante e fuori di testa allo stesso tempo.
Girlboss sarà disponibile in tutti i Paesi, in cui il servizio è attivo, a partire dal 21 Aprile 2017.
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