Il Trono di Spade 5×01: recensione
Il Trono di Spade è tornato. Domenica 12 aprile (in Italia alle 3 del mattino del 13) la HBO ha trasmesso The Wars to Come, il primo episodio della quinta stagione della serie televisiva tratta dai romanzi fantasy dello scrittore inglese George R. R. Martin.
L’attesa era davvero tanta. GOT è una delle serie più viste (nonché piratate) del mondo, e la conclusione della stagione precedente aveva lasciato in sospeso le storie dei protagonisti alle prese con fughe, arrivi inaspettati, draghi ribelli e progetti di vendetta. Tutti i personaggi si ritrovano a fare i conti con le loro perdite e il loro dolore. Le morti avvenute durante gli ultimi episodi della quarta stagione hanno sconvolto gli equilibri e lasciato vuoti da cui i personaggi dovranno ripartire
Gli abitanti dei Sette Regni sono dove li avevamo lasciati. Essendo il primo episodio gli autori hanno saggiamente deciso di riannodare le fila di una trama piuttosto intricata fatta di storie diverse che scorrono parallele fra loro e che finora non si sono mai incontrate. E sottolineiamo finora perché, come è stato rivelato dagli stessi sceneggiatori, alcuni personaggi incroceranno il loro cammino rendendo le loro story-line ancora più avvincenti.
Fra gli incontri più attesi ci sarà quello fra Daenerys e Tyrion. Nei prossimi episodi vedremo infatti l’astuto Lannister aiutare la Madre dei Draghi nella sua ascesa al trono. La scelta è sicuramente delle più sagge, dato che dopo quattro stagioni in cui la Khaleesi non ha fatto altro che prepararsi per sbarcare alla volta di Approdo del Re senza riuscire mai a concretizzare la sua missione, era evidente la necessità di una svolta decisiva che nessuno meglio di un personaggio interessante e ben costruito come quello di Tyrion avrebbe potuto fornire.
Ma torniamo a The Wars to Come. Nell’episodio più che azioni e colpi di scena (praticamente assenti) sono da segnalare le interpretazioni del cast, che si dimostra ancora una volta all’altezza della grandezza della produzione da kolossal della serie. Lena Heady mostra al meglio la pena e la rabbia di Cersei sfoggiando per tutto il tempo un’altera espressione di odio e rancore. Non che l’algida regina abbia mai trasmesso emozioni che andassero oltre il senso di disprezzo nei confronti di chiunque la circondasse (eccezion fatta durante gli incontri con suo fratello Jamie), ma questa volta è chiaro che Cersei cova vendetta. Guai a chiunque le capiterà a tiro nel corso della serie.
Altra interpretazione a cui fare molta attenzione quella di Ciarán Hinds che presta il volto al bruto Mance Ryder. Particolarmente intenso il dialogo con il più che meritevole Kit Harington (Jon Snow) nelle oscure prigioni del Castello Nero dei Guardiani della Notte.
E non dimentichiamoci del folletto interpretato da Peter Dinklage. Appare solo in una scena, parla di bisogni corporali e beve fino a vomitare. Ma come non amarlo e non fare il tifo per lui? Tyrion ci piace. Ci piace anche in versione stracciona e con la barba incolta. E dato che ha fatto infuriare la perfida sorella maggiore lo apprezziamo ancora di più. I suoi progetti futuri sono fra i punti di forza della stagione a venire. Nonostante la mancanza di momenti ad alto tasso adrenalinico, la premier risulta scorrevole e piacevole. Le componenti che hanno da sempre caratterizzato la serie, violenza ed erotismo, fanno capolino in maniera non troppo marcata ma ci ricordano che comunque Il Trono di Spade non è di certo una serie per animi impressionabili.