The Lazarus Effect: recensione del film con Olivia Wilde
Un Frankenstein 2.0! Questo potrebbe essere lo slogan di The Lazarus Effect, il nuovissimo film diretto da David Gelb con un cast che vede due superbe interpretazioni di Olivia Wilde e Mark Duplass. Distribuito in Italia grazie a Notorious Pictures e al cinema dal 21 maggio, la pellicola vede scorrere al suo interno una mistura di argomentazioni che variano dal nuovo al già visto ma rivisitato in chiave moderna.
The Lazarus Effect: recensione del film con Olivia Wilde
Ottima la trattazione dell’effetto lazzaro, con citazioni mediche e dimostrazioni scientifiche niente male, il montaggio alterna fasi amatoriali a splendidi primi piani, davvero avvincente ed emozionante l’utilizzo delle luci, dapprima forti e rassicuranti per poi passare a tonalità intermittenti fino ai lunghi e poco rassicuranti bui. Gelb, alla prima prova in un lungometraggio (ricordiamo un suo corto di esordio e un documentario) dimostra di saperci fare e riesce a modulare con sapienza l’utilizzo del jump scare, senza mai eccedere nel prevedibile o nell’improbabile.
Sostanzialmente vi è poco sangue nella pellicola, ma quel tanto che è presente è particolarmente elegante e scorre in maniera raffinata evitando l’effetto splatter.
Pur non essendo un’opera spettrale, l’ambientazione costituita da un microcosmo laboratoriale aiuta ad aumentare il pathos e alcune scene, modulate con l’aiuto sapiente delle luci, tolgono davvero il fiato. E pensare che in fondo lo scopo dei ricercatori Frank (Duplass) e Zoe (Wilde) era proprio quello di concedere una seconda chance facendo tornare in vita le persone. Entrambi sono membri di un laboratorio dove sperimentano un siero che riesca a resuscitare gli esseri viventi.
Dopo alcuni esperimenti su cavie animali, il destino e la sorte vogliono che la dottoressa Zoe muoia tragicamente in un incidente. Grande è la perdita per Frank, oltre che collega anche amante di Zoe, che per questo decide di applicare il siero sperimentale sul cadavere inerme della donna. Apparentemente l’esperimento riesce ma siamo davvero sicuri che quella tornata dall’aldilà sia davvero la sua amata? Qualcosa di oscuro e terribile sta per abbattersi sul team di ricercatori.
L’originalità della pellicola sta proprio nella tematica principale trattata: l’effetto lazzaro è uno degli enigmi più rilevanti dell’intera storia della medicina moderna e non solo. L’abile contaminatio generis di Gelb, in particolare quella di mescolare l’effetto lazzaro al puro stile Frankensteiniano, risulta vincente e il film è scorrevole senza risultare in alcun modo pesante allo spettatore. La profondità interpretativa della Wilde è straordinaria, carisma e possanza artistica si ergono come Il flauto magico Mozartiano che Zoe ascolta all’inizio della pellicola e alla fine.
The Lazzarus Effect colpisce nel segno, rivelandosi un horror interessante dal gusto raffinato e ampio, non disdegnando qualche scena di assoluto valore artistico.