È arrivata mia figlia: recensione del film diretto da Anna Muylaert

Ci sono voluti vent’anni per Anna Muylaert per realizzare È arrivata mia figlia. L’idea del soggetto è nata inseguito alla nascita del figlio della regista, momento in cui ha deciso di raccontare e portare sullo schermo la società brasiliana. Nel corso degli anni ha aggiunto, tagliato, modificato. Il risultato è un film di carattere sociale. Una storia che ha conquistato pubblico e critica, presentato nella sezione Panorama del 65esimo Festival di Berlino, dove ha vinto il Premio C.I.C.A.E. e il Premio del pubblico, e al Sundance Film Festival, dove ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria.
Protagonista di È arrivata mia figlia è Val, un po’ governante e un po’ tata, un po’ mamma e un po’ amica. Ad interpretare questa donna così servizievole e indecisa è Regina Casé, una famosa attrice brasiliana che torna al cinema dopo ben quindici anni di assenza, perché impegnata nella conduzione di un programma televisivo. Il suo personaggio ha molte analogie con altre “tate”. Ha quel pizzico di ingenuità e humor di Tata Francesca (Fran Drescher), l’istinto materno di Mary Poppins (Julie Andrews) e quel briciolo di tristezza e rassegnazione di Clara (Whoopi Goldberg).

è arrivata mia figlia

Val è una domestica. Vive a San Paolo, dove si è trasferita in seguito a problemi con l’ex marito. La figlia Jessica è rimasta con il padre e non si vedono da ben tredici lunghi anni. Val lavora nella casa di una famiglia benestante, lui artista e lei impegnata nel campo della moda. In tutti questi anni si è presa cura di loro figlio, Fabinho, come fosse suo. Tra i due, infatti, vi è un legame forte, confidenziale e complice. Quest’ordine, apparentemente perfetto, viene scombussolato dall’arrivo improvviso di Jessica in città. La ragazza sta studiando per i test di ingresso alla facoltà di architettura. È determinata, ma allo stesso tempo furba e arrogante.

È arrivata mia figlia – un film da vedere e studiare!

Quella di Val non è una storia semplice. È arrivata mia figlia non è un film che racconta soltanto le vicende di una governante. È un film impegnato. Un modo semplice per mostrare qualcosa di più grande e complesso: la realtà. La regista porta sul grande schermo la storia del suo Paese, in cui lo schiavismo e la differenza tra classi sociali sono ancora forti.
È arrivata mia figlia ha diverse caratteristiche vicine al cinema italiano, o meglio…alla commedia all’italiana. È reale, racconta vizi e virtù degli uomini, e lo fa con toni pacati e non drammatici. Jessica non è l’elemento di disturbo del film, se pur il suo atteggiamento così sfrontato può infastidire lo spettatore in sala. È il personaggio che muove le fila dell’intera trama. Il super eroe convinto delle sue doti e qualità, pronto a salvare chi è in pericolo. Jessica sa cosa vuole e come ottenerlo, ma prima di ogni cosa salva Val. La rende libera e ribelle. Ma niente happy ending, solo un nuovo inizio, insieme.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.5

Voto Finale