Predestination: recensione
Un brillante thriller sci-fi basato sul romanzo Tutti voi zombie (...All You Zombies...) scritto nel 1959 da Robert A. Heinlein
Chiunque ti dica di sapere di cosa Predestination parli…sta mentendo.
Con questa frase sibillina, il protagonista Ethan Hawke sintetizza perfettamente l’atmosfera del fantascientifico Predestination, un vero e proprio viaggio non solo attraverso il tempo ma soprattutto alla ricerca di se stessi e del proprio destino. Diretto da Peter e Michael Spierig, i gemelli hanno preso spunto da un racconto del 1959, “Tutti voi zombie” di Robert A. Heinlein, per crearne una fedele trasposizione su pellicola, arricchita solo di ciò che i registi hanno definito “un significativo arco temporale cinematografico” che incastra le vicende narrate tra il 1945 e il 1993, con un fulcro fissato al 1981: anno di creazione della macchina del tempo, progettata e custodita da un’organizzazione segreta che si occupa di pubblica sicurezza e prevenzione del crimine.
Giunto al suo ultimo incarico a causa delle enormi e devastanti conseguenze fisiche e psicologiche provocate dalle missioni precedenti, un agente temporale (il sempre più bravo Ethan Hawke) deve fare il possibile per raggiungere l’obiettivo di una vita: catturare un misterioso e spietato terrorista prima che compia l’attentato che provocherà la distruzione totale di una parte di New York e la conseguente morte di migliaia di persone. Per farlo, raggiungerà innanzitutto la Grande Mela degli anni 70 e, fingendosi un anonimo barista, spingerà un enigmatico avventore, John, a raccontare l’incredibile storia della sua vita, a partire da quando era Jane…
Predestination stupisce fin dal suo esordio, sfuggendo all’inquadramento in un unico genere cinematografico. L’azione incalzante che ci si aspetterebbe, date le premesse, viene relegata alla scena d’inizio per poi riprendere vorticosa negli ultimi 40 minuti, mentre nella parte centrale del film, della durata di quasi un’ora, assistiamo ad una lunga digressione intimista sulla storia di John, costruita sapientemente alternando il racconto faccia a faccia col barista/agente temporale ad immagini ricche di indizi e suggestioni, che lasciano intravedere senza mai rivelare (fino al momento opportuno) la natura sconvolgente di ciò che stiamo vedendo.
Essere un agente temporale impone delle regole rigidissime, tra le quali minimizzare il più possibile gli spostamenti attraverso gli anni, pena l’eccessiva perdita di frammenti di materia e le relative, pericolosissime, conseguenze. Ma la vita di John, che si guadagna da vivere scrivendo false confessioni per riviste femminili, con lo pseudonimo di Ragazza Madre, è stata rovinata da una persona (forse il fantomatico terrorista?) e l’insolito poliziotto vuole offrire all’uomo la possibilità di tornare indietro nel tempo, negli anni 60, per uccidere chi gli ha fatto tanto male senza incorrere in nessuna conseguenza legale; in cambio, John dovrà entrare a far parte dell’organizzazione segreta anticrimine.
Sarah Snook offre in Predestination un’interpretazione da Oscar: nei duplici panni di donna divenuta poi uomo si scontrerà con i limiti del libero arbitrio, mentre lo spettatore, nonostante già il titolo del film indichi chiaramente la via, non potrà fare a meno di restare incollato allo schermo nell’intento spasmodico di scoprire il destino dei protagonisti. Siamo davvero liberi di scegliere? Si può cambiare il futuro intervenendo sul passato? E soprattutto: possediamo la consapevolezza di chi noi stessi siamo?
In Predestination la trama fantascientifica diviene ben presto dilemma filosofico, in una visione inedita della vita in cui il senso dell’esistenza non è il tanto blasonato amore ma lo scopo, vero ed unico pilastro del nostro passaggio sulla Terra. Obiettivo finale dell’intera missione avanti e indietro nel tempo l’applicazione della legge per l’eternità, le cui implicazioni sfuggono all’agente temporale stesso.
Impossibile non notare un’affinità stilistica con le migliori pellicole di Christopher Nolan (ed in particolare Inception), dalle quali però Predestination si discosta sostanzialmente per la scelta di non dilungarsi in spiegazioni che giustifichino e rendano plausibili i paradossi fantascientifici proposti, risparmiando tali energie per concentrarle sullo stravolgimento delle rassicuranti categorie ontologiche sulle quali noi tutti, consapevolmente o no, basiamo la nostra esistenza.
Un montaggio perfetto assicura la costante attenzione al susseguirsi delle scene, mentre le musiche misteriose ed incalzanti sostengono il ritmo di una sceneggiatura impeccabile, contenuta in una narrazione costruita a scatole cinesi che, al momento opportuno, faranno crollare le ipotesi dello spettatore come deboli tesserine del domino, rivelando la stupefacente natura di un film capace di offrire, finalmente, 97 minuti di vero ed autentico Cinema.
Predestination arriverà nelle sale italiane l’ 1 luglio distribuito da Notorious Pictures. Tra gli attori del cast anche Noah Taylor.