Cosa si nasconde sotto il letto? Identikit dell’uomo nero
Con l’arrivo al cinema di Babadook lo spaventoso mito dell’Uomo Nero è tornato a tormentare i pensieri dei più piccoli… e perché no a farci ricordare la nostra infanzia, quando di notte frugavamo l’oscurità con gli occhi spalancati in cerca dell’ombra dell’uomo nero che “ci sarebbe venuto a prendere” perché eravamo stati disobbedienti.
La leggenda del mostro rapitore di bimbi ha origini antiche – almeno in Italia dove è conosciuto come Babau – e non ben delineate. Il Babau potrebbe essere un retaggio dell’antico timore nei confronti dei Saraceni (IX-X secolo). In questo caso, la parola stessa potrebbe derivare dall’arabo Baban. Un’interpretazione più diffusa intende invece il nome “Babau” come onomatopea, ottenuto per raddoppiamento dal latrato del cane o di un altro animale. L’uomo nero è di solito descritto come una figura ectoplasmica, una sorta di demone completamente nero che non ha gambe e rapisce i bimbi “cattivi”.
Quella dell’uomo nero o Babau – che dir si voglia – è una figura che ritroviamo anche in diverse culture e nel folklore locale di altre parti del mondo. Nei paesi anglossassoni il Boogeyman è molto conosciuto fra i più piccoli (sostanzialmente ha la stessa funzione del nostro Babau, quella di “prendere” i bambini disubbidienti) e la leggenda nasce nel 1200 in Europa quando le zone paludose erano ottimi nascondigli per i Bogman (letteralmente Uomo della Palude) assassini, ladri e rapitori che si nascondevano in questi luoghi bui e che diventavano un vero e proprio off limits per tutti, in particolar modo per i bambini che andavano a giocare in quei luoghi, il Bogman – pur di salvaguardare il suo anonimato – li rapiva e li uccideva nascondendo poi i corpi all’interno delle immense superfici paludose. Nel corso dei secoli il bogman si è trasformato nel mostro che dimora sotto i letti dei più piccoli, unico modo per salvarsi è comportarsi bene, andare a letto presto e infilarsi sotto le coperte; vere e proprie “barriere magiche” contro l’attacco di questi spettri pericolosi. Sulla stessa falsa riga dell Uomo Nero nel mondo ci sono molti personaggi simili: El Coco in Sud – America, un fantasma con la testa a forma di cocco che si nasconde sotto i letti e negli armadi e che divora i bimbi che non obbediscono ai genitori o vanno a letto tardi; in Brasile la figura si trasforma in una donna dalle sembianze di alligatore e mangia le vittime designate chiamata la Cuca.
Anche nel paese del Sol Levante c’è un mostro simile che si nasconde nei corsi d’acqua e che ha spaventato e spaventa i bimbi nipponici, stiamo parlando del Kappa chiamato anche Kawatarō, la maggior parte delle descrizioni li dipinge come umanoidi dalle dimensioni di bambini, sebbene i loro corpi siano più simili a quelli delle scimmie o a quelli delle rane piuttosto che a quelli degli esseri umani, abitano i laghi e i fiumi del Giappone e sono dotati di diverse caratteristiche che li aiutano in questo ambiente, come mani e piedi palmati. La pelle è descritta come squamosa e di colore verde. La caratteristica principale del kappa è la depressione piena d’acqua in cima alla testa. Questa cavità è circondata capelli ispidi e corti. I piccoli bambini sono uno dei pasti preferiti dei kappa, sebbene siano anche disponibili a mangiare adulti. Si nutrono delle loro vittime inermi, succhiando fuori le interiora attraverso l’ano. Spesso, nei pressi dei corsi d’acqua di alcune città compaiono avvisi che mettono in guardia da queste creature. Si dice che i kappa abbiano anche paura del fuoco e alcuni villaggi tengono festival di fuochi d’artificio ogni anno per spaventarli e tenerli lontani. Ci sono diverse teorie sull’origine dei kappa nel mito giapponese. Una possibilità è che si siano sviluppati dall’antica pratica giapponese di far galleggiare i feti di bambini nati morti lungo i fiumi e i torrenti. Altri pensano che la leggenda possa basarsi sull’esistenza della salamandra gigante giapponese (hanzaki), una lucertola aggressiva che afferra la preda con le sue potenti mascelle.
Negli ultimi anni un nuovo “Uomo Nero” ha rimpiazzato la vecchia idea del Boogeyman, l’avvento e l’utilizzo di internet ha dato una vera propria marcia in più a questo demone dei più piccoli, il suo nome è Slender Man, viene descritto come un uomo di carnagione bianca, di corporatura snella, alto circa 240 cm. Il suo volto risulta privo di occhi, naso, bocca e orecchie. Presenta due braccia lunghe fino alle ginocchia che terminano in grosse mani con dita provviste di artigli. Inoltre, dalla sua schiena fuoriescono tentacoli neri. Indossa uno smoking nero con una cravatta nera o rossa e alcune volte dal viso fuoriesce una bocca grande provvista di denti molto aguzzi e lingua nera arrotolata alla fine. La lingua viene usata per strozzare le prede. Lo Slender Man tenta abitualmente di rapire dei bambini di età compresa tra i 5 e i 15 anni, ma non è raro che prenda di mira anche adolescenti e adulti. Si trova spesso nelle foreste o in luoghi abbandonati e bui, ma sono stati segnalati avvistamenti anche in zone abitate. Una volta che ha scelto la sua preda, può seguirla fino in città o in casa o addirittura perseguitarlo in capo al mondo, rendendosi visibile soltanto a lei e alle persone che le stanno accanto. Di solito, le sue apparizioni avvengono gradualmente: all’inizio si limita ad apparire in lontananza o a lasciare indizi sulla sua presenza, ma col passare del tempo le sue apparizioni diventano sempre più frequenti e sempre più vicine alla preda. Lo Slender Man nacque nel 2009 per mano di Eric Knudsen che partecipò ad un concorso fotografico sul sito Something Awful, la competizione prevedeva di ritoccare delle foto aggiungendo dettagli macabri o entità misteriose. Il personaggio impressionò la giuria e Knudsen vinse il concorso. Lo Slender Man riscosse un enorme successo e divenne protagonista di numerose creepypasta (storie dell’orrore create perlopiù su internet).
Dal 15 Luglio, però un nuovo personaggio sembra essere pronto a prendere un posto negli incubi dei più piccoli – e perché no… anche dei più grandi – il suo nome è Babadook è arriverà a breve nelle sale per portare un nuovo significato alla parola terrore. Babadook sembra riprendere un po’ le sembianze sia dell’Uomo Nero che di Slender Man, che come il primo si rifugia sotto il letto o nell’armadio e fisicamente ricorda molto il secondo: alto, avvolto in una sorta di vestito nero, lunghe braccia che terminano in acuminati artigli e sembra avere un interesse per i più piccoli. Un nuovo mostro che siamo certi vi terrorizzerà e non poco!
Molte volte però c’è poco di sovrannaturale, tanto che in Spagna hanno l’Hombre del Saco, un vecchio che si aggira nella notte a rapire i bambini cattivi. La figura nasce tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo, quando persone appositamente designate giravano per le città raccogliendo gli orfani da portare agli orfanotrofi; nel 1700 i Bugis, crudeli pirati della Malaysia e dell’Indonesia, sono stati immortalati dai marinai inglesi e francesi che, una volta tornati a casa, raccontavano dei loro omicidi brutali e della loro crudeltà ai familiari. I più impressionati erano chiaramente i bambini, che prima di andare a dormire, si sentivano promettere: “Se non sarete bravi, i Bugis verranno qui e vi porteranno via!”.
Negli anni ’30 il personaggio dell’uomo nero divenne tragicamente reale, quando Albert Fish – successivamente soprannominato il Boogeyman d’America – confessò di aver ucciso e mangiato più di 400 bambini e ragazzi.
Che sia una leggenda o la tragica trasposizione degli eventi l’Uomo Nero ha sempre spaventato il più piccoli, ora che Babadook porta un nuovo terrore al cinema il mito sembra di nuovo essere tornato di moda. Ma quanto è labile il confine tra realtà e finzione? La leggenda del Babau oltre che molto antica sembra ritrovarsi in diverse culture, che forse non sia solo una leggenda? Dopotutto chi di noi non è mai stato tentato di controllare che sotto il letto non ci sia niente e nessuno?