Intervista ad Antonio Bellia, direttore del SiciliAmbiente Documentary Film Festival
Mancano pochi giorni all’apertura di questa settima edizione del SiciliAmbiente Documentary Film Festival (14-19 luglio) e noi di Cinematographe abbiamo intervistato il direttore, il regista Antonio Bellia che, attraverso l’obiettivo della telecamera, da sempre inquadra tematiche ambientali e sociali rendendole visive allo scopo di trasmetterne l’importante messaggio in modo più pregnante ed incisivo. Da Peppino Impastato: storia di un siciliano libero, passando per Crimini di Pace, sui disastri del polo petrolchimico di Priolo, fino ad arrivare ad opere più recenti come A tutto tonno, sulle conseguenze della pesca del tonno rosso nel Mediterraneo, e Il Santo nero, sul complesso fenomeno dell’immigrazione, le sue opere sono sempre andate di pari passo con l’esigenza di denuncia e testimonianza. Dal 2009, Antonio Bellia presta la sua arte e conoscenza al servizio dell’importante Festival di San Vito Lo Capo, nato proprio dal desiderio ed intento di far sì che il cinema sia anche e soprattutto messaggio sociale. Ecco cosa ci ha raccontato in proposito durante la nostra piacevole chiacchierata:
Lei è un regista laureato in psicologia: in che modo questa formazione si rispecchia nel suo stile registico?
Mi ha aiutato moltissimo, a livello narrativo e soprattutto nel lavorare sull’empatia con i personaggi che racconto, nel riuscire a capirli e a creare una relazione forte con loro prima di realizzare il documentario in sé. Infatti i miei primi lavori sono molti più testuali che visivi, poi col tempo ho cercato di acquisire delle forme espressive più visive. Non ho mai fatto lo psicologo ma sono felicissimo di avere intrapreso questi studi.
Come documentarista è sempre stato spiccato il suo impegno nella salvaguardia dell’ambiente: a questo proposito, quali sono gli obiettivi del SiciliAmbiente Documentary Film Festival, del quale è direttore?
Il Festival è nato dall’intento di parlare, in particolare, di sviluppo sostenibile. Io ho fatto parte del Comitato Scientifico sullo Sviluppo Sostenibile dell’Unesco per 10 anni e questo mi ha permesso di lavorare nei campi che più mi interessavano, da un lato i documentari e dall’altro la tutela dell’ambiente ed in particolare il rapporto tra uomo e ambiente, i diritti umani, che secondo me sono strettamente legati al discorso sullo sviluppo sostenibile. Gli stessi partner del SiciliAmbiente Documentary Film Festival inizialmente erano più legati alla tutela dell’ ambiente ed ai diritti umani che al cinema; penso ad Amnesty International, Greenpeace – che speriamo torni ad essere nostro partner l’anno prossimo – , Medici senza Frontiere – che invece è nostro partner da quest’anno – Legambiente, Arpa ecc. Abbiamo cercato di unire i due aspetti perché a mio parere il cinema non può prescindere dall’occuparsi di queste tematiche, che sono diventate la linea di demarcazione tra presente e futuro. Se non si comincia ad occuparsi attivamente della tutela e del rispetto di ambiente e persone, non vedo molte prospettive per l’umanità.
Quali sono le novità di questa VII edizione del SiciliAmbiente Documentary Film Festival?
Da quest’anno ci saranno 4 sezioni competitive e non 3 come gli anni passati: Documentari, Cortometraggi e Fiction, Animazione e Mobilità Sostenibile. Fino all’anno scorso, invece, le sezioni Cortometraggi e Animazione erano unificate, abbiamo deciso di separarle per dare il giusto risalto a due linguaggi espressivi totalmente diversi, con un notevole sforzo perché questa scelta, ovviamente, ha comportato premi nuovi e giurie nuove. Poi ci sarà il gemellaggio con l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio, che curerà una sezione storica sul lavoro italiano. Oggi, con questa crisi fortissima in cui ci ritroviamo, parlare di mondo del lavoro in un Festival che si occupa di sviluppo sostenibile ci è sembrato fondamentale. Tra le altre iniziative, inoltre, ci sarà una giornata dedicata all’immigrazione – tema al quale abbiamo sempre dato importanza nel corso delle edizioni del Festival – organizzata insieme a Medici senza Frontiere e Amnesty International.
Tra le risorse della splendida terra che ospita il SiciliAmbiente Documentary Film Festival c’è sicuramente la cultura eno-gastronomica: per i nostri amici della rubrica Cinematografood, cosa offre di buono San Vito Lo Capo ai suoi ospiti?
A parte l’incantevole natura, San Vito Lo Capo è famosissima per il cous cous di pesce e per il Festival dedicato che si svolge a settembre. Poi consiglio tutti i prodotti tipici della Sicilia Occidentale, il vino dei nostri meravigliosi vigneti autoctoni come il Grillo, in generale tutte le ricette a base di pesce, aglio e capperi, ingredienti che caratterizzano queste zone. Uno dei piaceri più grandi dei nostri ospiti qui a San Vito Lo Capo, in effetti, è proprio il cibo, la possibilità di passare dal godersi lo splendido mare al sedersi a tavola davanti ad un bel piatto di cous cous…ne vale davvero la pena di venire a trovarci!