Babadook: ricette per una cena da paura
Usualmente con l’espressione Una cena da paura si indica la bontà di quanto si ha la fortuna di degustare, esaltandone la raffinata nota del gusto e l’accurata architettura delle portate. Nel nostro caso, però, la paura non è un valore aggiunto ma il punto a partire dal quale inizieremo un viaggio cercando di rispondere alla domanda: se la paura potesse riflettersi in un piatto quale sarebbe?
Dopotutto la cucina è un’arte e come tale ha il diritto di amplificare le sensazioni, di trasmetterci un’idea attingendo dalla tavolozza della fantasia, plasmando la materia ingeribile ed effimera dei cibi e lasciando che essi esplodano nel palato traslitterandosi in emozioni. Nel campo dell’arte mi viene in mente il senso di devastante solitudine e terrore che lascia tremare senza sosta le immagini immortalate dal pennello di Edward Munch ne L’Urlo, o gli occhi intensi di convinzione ed esasperazione di Giuditta nell’opera di Caravaggio (Giuditta e Oloferne), il corpo murato vivo di Frida Kahlo e i corpicini scheletrici dei bambini che non partorì mai. Questi e tanti altri Maestri della pittura hanno saputo imprimere la paura pur senza l’ausilio del suono, che invece nobilita e scivola tra gli anfratti bui delle odierne pellicole, corroborate da urli capaci di infliggere i timpani.
Sono tanti i film horror di cui si potrebbe parlare, ma oggi abbiamo scelto di prendere in esame Babadook, della regista australiana Jennifer Kent, da pochissimi giorni nelle sale cinematografiche italiane. Vi abbiamo condotti tra le beghe della psicologia, tra le vie della storia dell’uomo nero; vi abbiamo cullato con le filastrocche per poi farvi viaggiare tra le note di una colonna sonora angosciante. Bene, vi consigliamo adesso di ascoltarla, di allestire la casa come se fosse una di quelle spettrali dimore orrorifiche e mettervi ai fornelli. Seguite quindi le ricette dei nostri chef e, solo quando le avrete realizzate, potrete dire di aver divorato la paura in un sol boccone!
Iniziamo con Spaghetti al nero di seppia con crudo di gamberi rossi, dello chef Gianluca Pienzi: un primo piatto che pone alla base la fisionomia tenebrosa del Babdook, cromaticamente spezzata da un fiorire di gamberi rossi di Mazzara del Vallo, teneri e dolci come l’amore che può instaurarsi tra madre e figlio. Creiamo così un’elisione gustativa e visiva, capace di irrompere con decisione nella normalità di un piatto classico, così come l’uomo nero piomba improvvisamnete nella vita apparentemente tranquilla di madre e figlio, dice lo chef.
Ingredienti (x 2):
– 180 gr. di spaghetti al nero di seppia
– 1 ciuffetto di basilico
– 1 bicchiere di vino bianco
– 1 scalogno
– 8 gamberi rossi di Mazzara del Vallo
– pepe macinato fresco q.b
– 1/2 lime
– olio e sale q.b
Procedimento:
– Pulite e tagliate lo scalogno a mezza luna, creando fettine non troppo spesse;
– In una casseruola stufate lo scalogno precedentemente tagliato con un filo d’olio d’oliva;
– Dopo qualche minuto sfumate con del vino bianco e lasciate cuocere a fuoco basso;
– Nel frattempo pulite i gamberi privandoli delle estremità (testa e coda) e tagliateli a cubetti. Con le teste scartate insaporire lo scalogno spremendole in casseruola;
– Cuocete la pasta al dente in acqua salata;
– In una ciotolina, condite il crudo di gamberi con olio, sale, pepe e qualche goccia di lime;
– A cottura ultimata della pasta mantecatela nello scalogno brasato;
– Componete il piatto con un nido di spaghetti, un cucchiaio di crudo di gamberi e profumate con un ciuffetto di basilico.
La seconda ricetta, dello chef Tiziano Muccitelli, può essere consumata anche durante la proiezione del film il sala. Si tratta infatti di un finger food: Bocconcini di pane nero e salame piccante
Ingredienti (x 4):
– 2 uova intere
– 1 cucchiaio di creme fraiche sale
– pepe q.b.
– olio d’oliva q.b.
– 1 scalogno tagliato a julienne
– 1 cipollotto fresco
– 8 fette di salame piccante
– 8 fette rotonde di pane nero (pane di segale)
Procedimento:
– Fate sudare lo scalogno e il cipollotto in poco olio;
– Aggiungere le uova sbattute con la creme fraiche, sale e pepe;
– Chiudete con coperchio e cuocetela come una normale frittata, dopodiché stendetela su un tagliere e ricavate dei dischetti con l’aiuto di uno stampino circolare d’acciaio di 3,5-4 cm. di diametro;
– Montate i finger food iniziando dalle fette di pane nero, alternando (come in foto) uno strato di frittata ad uno di salame;
– Fissate con uno stecchino di legno e servite.