Pixels: recensione
Divertente e nostalgico. Pixels, diretto da Chris Columbus, esce nelle sale italiane il 29 luglio 2015. Il film, liberamente tratto dall’omonimo cortometraggio francese di Patrick Jean (2010), ha per interpreti Adam Sandler, Kevin James, Josh Gad, Peter Dinklage, Michelle Monaghan, Brian Cox, Ashley Benson e Jane Krakowski.
Jean in poco più di due minuti mostra una New York attaccata dai videogiochi 8 bit, in cui ogni cosa che toccano se non viene distrutta diventa composta da cuboni, da grossi pixel. I videogiochi pixelati trasformano così la Grande Mela per farla assomigliare a se stessi. Da qui Chris Columbus, insieme agli sceneggiatori Dowling eHerlihy, crea una trama leggermente più intricata e boom… cinque anni dopo arriva al cinema un omaggio al passato e ai videogiochi più amati di sempre.
“Leggendo lo script di Pixels l’ho trovato talmente unico ed originale, che non potevo non farlo”, dice Columbus. “Mi è piaciuta molto l’idea della commedia mista all’azione, scorgendo l’opportunità di realizzare quel che fin dai tempi di Harry Potter non ho potuto. Mi ha permesso di spingere la commedia, per quanto possibile, ma anche di creare un film intriso d’azione ed avventura. A me i Gremlins / I Goonies / Harry Potter hanno dato l’opportunità di creare qualcosa di veramente originale, utilizzando del materiale che avevo raccolto nel corso degli anni. Questo sarà un film nuovo per l’estate, che porterà gli spettatori indietro negli anni ’80 in modo nostalgico ed evocativo”.
È il 1982 quando la NASA invia nello spazio una sorta di capsula del tempo con all’interno diversi filmati della cultura terrestre del tempo, con la speranza di intercettare forme di vita umane. Un messaggio di pace interpretato dagli alieni nel modo sbagliato, come una dichiarazione di guerra. All’interno del video vi sono i videogiochi classici degli anni ottanta.
Trent’anni dopo gli alieni decidono di minacciare e invadere la Terra attraverso versioni giganti dei personaggi dei videogiochi. Il Presidente degli Stati Uniti d’America, Will Cooper, chiede aiuto a Sam Brenner, tecnico nerd che aggiusta elettrodomestici. Non si tratta di una persona a caso, ma del suo migliore amico di infanzia, ex campione di videogiochi arcade.
Negli anni ottanta Sam e Will sono appena adolescenti. Trascorrono i pomeriggi nelle sale giochi e riescono a salvare il mondo con soli venticinque centesimi a partita. Con loro ci sono Ludlow Lamonsoff, il tenero e dolce cocco di nonna, e Eddie “The Fire Blaster” Plant, arrogante e imbroglione, campione del mondo dopo aver sconfitto Sam. In seguito all’attacco alieno i quattro esperti di videogiochi si riuniscono per salvare la Terra, questa volta nella realtà. Alla squadra di retrogamer si unisce il sexy colonnello Violet Van Patten, specialista in armi uniche in grado di sconfiggere gli alieni.
Pixels porta sul grande schermo personaggi che hanno fatto compagnia a diverse generazioni tra anni ottanta e novanta, tutti direttamente dal mondo dei videogiochi: Pac-Man, Donkey Kong, Galaga, Centipede e Space Invaders. Fine ultimo del film è conquistare un pubblico di nostalgici, di persone tra i trenta e i quarantacinque anni, attraverso icone, design e figure appartenenti all’immaginario collettivo pop.
Pixels segue lo stesso comportamento di Ralph Spaccatutto (un film d’animazione del 2012, regia di Rich Moore), ma rimanda anche al bellissimo King of Kong (regia di Seth Gordon, 2010) e copia lo stile di Ghostbusters (film del 1984 diretto da Ivan Reitman). I richiami sono questi, ma Pixels resta lontanissimo dai “capolavori” citati. Il risultato, infatti, è gradevole, ma nulla di così eclatante. Non è di certo il film dell’anno, come forse in tanti speravano, ma d’estate rilassarsi un po’ non guasta mai.