Opening seriali: scopo e persuasione dei main titles televisivi.
Non bisogna giudicare un libro dalla copertina, questo si sa, eppure impossibile negare che spesso, una bella copertina, fa il suo effetto. Lo stesso vale per le opening delle serie televisive, ormai sempre più elaborate, quasi sempre portatrici del tema della serie stessa.
Certo, esattamente come vale per le copertine dei libri, anche le opening delle serie possono trarre in inganno e, a volte, essere addirittura più accurate della serie stessa.
Le opening, o sigle, ci sono sempre state, questo si sa. La loro funzione era quella di introdurre i personaggi, titolo ed avere una buona scusate per far passare i principali titoli di testa. Questo non sempre accade. Ci sono casi, basti pensare a Friends, Girls, How I Met your Mother, The Big Bang Theory o il più recente Mozart in the Jungle, dove l’opening dura davvero pochissimi secondi, giusto il tempo di mandare a tutto schermo il titolo della serie o una carrellata di immagini appartenenti a episodi vari della serie. Il più delle volte, infatti, la “sigla” è una di quelle cose che, se vista da computer, siamo sempre più tentati da skippare. È capitato a tutti. Eppure, nell’era di Netflix, della tv via cavo e delle grandi serie televisive, ormai prodotto sempre più complesso nella tecnica e nelle storie a tal punto da essere paragonato al cinema stesso, anche le opening vogliono la loro parte da star, divenendo sempre più accurate e dettagliate, passando dal minimal al gotico.
Il direttore del magazine online Art of Title, Ian Albison, che si occupa appunto dell’analisi delle opening cinematografiche e seriali, afferma che lo sviluppo ed il successo di queste è dovuto non solo all’affermazione della serie televisiva, ma anche alla maggiore collaborazione che si è creata, col tempo, tra creativi, grafici e sceneggiatori (a volte gli stessi della serie), nonché allo sviluppo di tecnologie grafiche più accessibili ai tecnici.
L’opening deve, prima di tutto, catturare l’attenzione dello spettatore. Se, come abbiamo detto, siamo attratti a colpo d’occhio da un libro per la sua copertina, lo stesso deve fare l’opening, spingendo ad andare oltre. Deve contenere elementi in cui lo spettatore si possa perdere, ma che al tempo stesso possa ricordare, attraverso la suggestione di ciò che sta guardando.
Vere e proprie case creative si sono formate nel corso degli anni, alcune distinguendosi per il successo e l’originalità di opening prodotte, facendo riferimento ad artisti di grande rilievo, come Peter Clair (True Detective, Halt and Catch Fire) e Kyle Cooper (American Horror Story, The Walking Dead).
Art of Title fa un elenco di tutti questi team. Tra i più famosi possiamo citare Elastic, casa che detiene il maggior numeri di opening di successo, tra le quali troviamo i già citati True Detective e Halt and Catch Fire, Game of Thrones, Master of Sex, Marvel’s Daredevil; Prologue (American Horror Story, The Walking Dead); Imaginary Forces (Mad Men, Manhattan, Black Sails, Boardwalk Empire).
Col passare del tempo le opening televisive hanno riscosso talmente tanto successo, risultando sempre più dettagliate ed accurate nel loro realizzazione, da trovare una categoria interamente dedicata a loro all’interno di ambiziosi premi come gli Emmy Awards. Ci troviamo di fronte a delle opening da potersi considerare dei veri e propri gioiellini cinematografici, a tal punto che il cinema stesso ha iniziato a far riferimento a quelle stesse case di produzione sia per i titoli di testa che per i titoli di coda. Questo è merito del team di professionisti sempre più specializzati nel settore e del lavoro sulla struttura che viene fatto alla base dell’ideazione stessa di una sigla, partendo da alcuni fondamentali punti: introduzione alla storia; introduzione al personaggio; iconografia; colonna sonora.
La maggioranza delle opening preferisce muoversi, soprattutto per una questioni di rimandi, sull’introduzione alla storia/mondo ed ai personaggi.
Un’opening per restare davvero impressa nella mente dello spettatore, impedendo quindi lo “skippaggio folle”, deve non solo suscitare una suggestione visiva ed emozionale, ma anche raccontare qualcosa di sé e del mondo a cui sta iniziando. Anticipare la trama della serie, ricreando quelle che saranno le tappe che si andranno a toccare nel corso della stagione, se non proprio dell’intera seria nella sua complessità.
Esempio eclatante in questo caso è Game of Thrones, dove il creatore Angus Wall fornisce allo spettatore una mappa dettagliata tridimensionale, ricreando perfettamente l’intero mondo dei Sette Regni delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, dove agiranno tutti i personaggi nel corso dello svolgimento della storia.
Wall fa accompagnare le sue immagini da un tema epico che, quindi, riconduce al periodo storico, sebbene fittizio, dell’ambientazione.
House of Cards si mantiene su questa stessa scia, concentrandosi principalmente sui luoghi più ritrovati all’interno della serie, quindi il parlamento e la Casa Bianca. Al suo fianco troviamo serie come Top of the Lake e Twin Peaks.
Metodo maggiormente usato dalle opening è l’introduzione di uno, o più personaggi, della serie in chiave ironica e originale, mettendo in evidenzia una caratterista del personaggio in questione che si rifletta, o che sia, nel tema. Esempio è New Girl, comedy di FOX, dove la stessa protagonista, Jess (Zoe Deschanel), canta auto-introducendo se stessa ed il suo mondo, e quella del nuovissimo acquisto di FX, Sex&Drugs&Rock&Roll. Anche qui il protagonista introduce se stesso ed il suo mondo e, al tempo stesso, viene definito il tema della serie, riprendendo il titolo della serie all’interno della canzone cantata: sesso, droga e rock ‘n roll. Menzione va fatta anche alle serie Shameless, dove dai primissimi e meravigliosi secondi dell’opening non solo ci vengono introdotti tutti i personaggi, ma ci viene dato per ognuno di essi un dettaglio che li caratterizzerà per tutte le stagione, oltre al mood ed al tema della serie stessa; e Orange is The New Black, dove non solo ci vengono introdotte le varie protagoniste della serie, ma la theme song dell’opening ha influenza particolarmente decisiva sulla suggestione dello spettatore e sull’introduzione del tema portante.
La soundtrack è un altro punto fondamentale all’interno della serie stessa. Prima serie fra tutte, nonostante uno stile molto semplice, fu Twin Peaks, sfruttando la melodia dell’opening come tema ricorrente all’interno dei suoi episodi.
In chiave più ironica possiamo anche citare Scrubs e la famosissima Superman dei Lazlo Bane, ormai theme iconico della serie.
Più recente è Bad Things di Jace Everett che apriva gli episodi della violenta serie targa HBO, True Blood. La canzone, in questo caso, oltre a ricordare la natura famelica, violenta e sensuale dei protagonisti della storia, ovvero i vampiri, viene affiancata da diverse clip molto violente e particolarmente suggestive dove iconici sono elementi come il serpente predatore, il colore rosso e i corpi nudi, all’interno di un ambiente contadino e molto selvaggio come la Louisiana. True Blood è, un esempio, di “copertina ingannevole”. Serie partita con tutti i buoni propositi, ma che nel corso delle sue sette stagioni ha perso più di quanto non avesse preso.
https://www.youtube.com/watch?v=vxINMuOgAu8
Alcune emittenti televisive si avvalgono anche di personalità illustri all’interno del panorama musicale che, in un modo o nell’altro, possono anche riprendere con il loro stile, il genere della serie. Questo è il caso di WGN con il Salem, dove portatore del verbo delle streghe nell’inquietante e magnetica opening è Marilyn Manson con il singolo Cupid Carries a Gun.
E parlando di tormentoni canori impossibile è non citare Far from my road, del duo country Handsome Family, canzone divenuta simbolo iconico nell’opening della prima stagione di True Detective. La ballad in questione accompagna le immagini, introduce mondo, atmosfera e personaggi di una delle serie più amate degli ultimi anni.
https://www.youtube.com/watch?v=ZRPpCqXYoos
True Detective è esempio lampante di come una serie sia ben fatta, accurata e studiata in ogni suo piccolo dettaglio, già dalla sua “copertina”. E sicuramente, in questo caso, Elastic non si è neanche risparmiata per l’opening della seconda stagione, riprendendo lo stile della prima ma dando una nota più forte e grezza attraverso la musica utilizzata, sebbene la resa totale della stagione in sé per sé sia altamente discutibile.
Iconografia e mood sono elementi altrettanto importanti all’intero dell’opening, portatrici del tema della serie stessa. Gli stili utilizzati sono diversi. Elastic per Master of Sex sceglie una sequela di immagini, come una mano che maneggia un cetriolo, un fiore impollinato o l’esplosione di un geyser, che ricordano le forme degli organi sessuali, l’atto sessuale in sé per sé e l’orgasmo, appunto elementi di base della serie di Michelle Ashford.
Sul gioco dei rimandi visivi si muove Dexter di Showtime, una tra le primissime opening più suggestive nel panorama della serialità. L’opening oltre ad introdurre il personaggio con le sue abitudini ed il suo mondo, ci da anche, attraverso riferimenti visivi, idea del tema della serie.
Opening seriali – tecnica e uso
La “tecnica” delle immagini è stata usata anche per quanto riguarda la serie antologica di Ryan Murphy, American Horror Story, per le prime tre stagione. Sequenze inquietanti di immagini accompagnate dalla stessa musica assolutamente creepy e volta non solo ad introdurre visivamente il tema, ma anche a farlo sentire a livello psicologico allo spettatore. Per la quarta stagione, il Freaks Show, Murphy ha preferito affidarsi alla tecnica del motion capture, adottando un plastico inquietante che ricordasse gli orrori di un circo freak. Probabilmente l’opening migliore sulle quattro stagioni, purtroppo affiancata alla stagione peggiore delle quattro. In questa stessa parentesi occupa un posto Wayward Pines, serie flop prodotta da M. Night Shyamalan per la FOX, la cui opening, oltre ad essere indubbiamente inquietante e suggestiva, introduce la città, Wayward Pines, sottoforma di plastico perfetto e dai toni pastello. Non solo l’opening, quindi, inizia ad un mondo, ma gioco anche un ruolo di specchio sulla falsa facciata di perfezione e bellezza della cittadina “fantasma”. Anche qui, purtroppo, l’opening è di qualità assai maggiore rispetto alla serie.
Scivolando, invece, nelle opening più minimali, ma assolutamente perfette nella loro creazione e realizzazione, impossibile non citare Mad Men e la recentissima Halt and Catch Fire.
Halt and Catch Fire, serie di AMC che ha concluso la sua seconda stagione meno di due settimane fa, si muove sulla stessa scia di True Detective; non a caso il creatore è comunque Clair. Le immagini di chip e la musica elettronico, dove sul fondo si muovono i volti dei tre protagonisti, introducono perfettamente il mondo tecnologico anni ottanta ed i suoi personaggi, senza svelare troppo ed occupando pochissimo tempo, lasciando quella giusta dose di curiosità in chi le guarda.
In modo analogo si muove Mad Men, serie sempre targata AMC giunta alla conclusione dopo ben sette stagioni, concentrandosi unicamente sul protagonista e sulla sua storia perennemente in bilico tra passato e presente. Tra le prime opening a differenziarsi per originalità e funzione introduttivo e iconica della storia, attraverso l’uso della sagoma di Dom affrontando un percorso standard, l’andare a lavoro e poi cadere giù nel vuoto, che vuole rappresentare la sua vita.
In qualsiasi caso vengano strutturate le serie, che siano visive o sonore, introduzioni di mondi o personaggi, sano regalare piccoli momenti di intenso piacere compensando, a volte, ciò che la serie stessa non riesce a fare.
Almeno, in questo caso, la copertina è interattiva!