Cattivissimo me: recensione

C’è chi vuole diventare un astronauta, chi uno chef, chi un ballerino… e poi c’è chi aspira a diventare il più cattivo del mondo. Di che storia si tratta? Ma ovviamente di quella di Gru, protagonista del film d’animazione Cattivissimo me, il cui arrivo nelle sale nel 2010 ha innescato un simpatico meccanismo di dipendenza per grandi e piccini, attratti dai piccoli umanoidi gialli: i minions!

Cattivissimo me: siete pronti per il furto del secolo?

La pellicola firmata da Pierre Coffin, Chris Renaud, Sergio Pablos, con Christopher Meledandri in veste di produttore esecutivo apre le danze allo stupore con il furto di una piramide, il quale basta a scatenare la voglia, da parte di Gru – doppiato in lingua originale da Steve Carrell e in italiano da Max Giusti – di fare quel passo in più, quello che gli farebbe aggiudicare il titolo del più cattivo del mondo: rubare la luna!
Lui, omone sgraziato dal naso appuntito, vive in una scabrosa casa ricca di gingilli infernali, prova piacere nel fare dispetti e si avvale della preziosa quanto stramba collaborazione dell’anziano Dottor Nefario (Russel Brand) e chiaramente del popolo di adulatori gialli.
Ha un armamentario di armi super tecnologiche, ma necessita soprattutto del raggio restringente, col quale può facilmente ridurre le dimensioni della luna e rubarla. Tutto sembra andare per il verso giusto, finché a intralciare il suo percorso non sopraggiunge Vector: un patetico cattivo dotato di armi e tecnologie molto più all’avanguardia di quelle di Gru, ladro trionfante della famosa piramide di cui tutti parlano.

cattivissimo me

C’è qualcosa che il signor Gru può fare per averla vinta? L’idea geniale sopraggiunge nella visione di tre orfanelle, le quali entrano indenni nella casa di Vector per vendergli dei biscotti. La soluzione allora è semplice: adottarle. Margot, Edith e Agnes portano avanti brillantemente la loro missione (grazie anche all’aiuto di strabilianti biscotti robot), ma un’altra ancora più grande si cela nel fondo del loro cuore: destare l’amore paterno in quell’uomo buffo e goffo che, giocando con loro, rispolvera adagio la tenerezza che forse nessuno gli ha mai riservato.
Eppure amare può essere davvero una distrazione, motivo per il quale le bambine devono essere restituite e il furto della luna deve compiersi senza intoppi. Davvero è ciò che vuole? A quanto pare no: le tre sorelline tenere e buffe, che con la loro allegria sono riuscite a sconvolgergli la vita valgono più di qualsiasi furto al mondo.

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Una lotta tra le nuvole si innesca tra i due cattivi: Vector tiene in ostaggio le piccole per avere il possesso dell’astro lunare. Chi l’avrà vinta tra i due? Come in ogni cartone animato che si rispetti la parte malvagia viene sconfitta e derisa, mentre chi si redime e sa vedere oltre la materialità delle cose alla fine vince.
Cattivissimo me è costellato da attimi di pura dolcezza e sfrenata allegria, una crudeltà che sfiora il ridicolo e un sottile ma palese riferimento al racconto A Christmas Carol  per la presenza delle orfanelle ma anche per la mutazione psicologica e comportamentale subita dal protagonista. La storia messa in scena dalla Universal risulta tutto sommato ben assemblata, ricca di sketch divertenti per piccini e adulti; provvista di musiche dai suoni tenui e frizzanti – opera di Hans Zimmer, Heitor Pereira e Pharrell Williams, coadiuvati altresì dalle voce di Robin Thicke (sostituito nella versione italiana dall’incantevole voce di Giorgia) – e ricca di insegnamenti scontati ma basilari, fondamentali per ricordarci che non esiste furto più prezioso del cuore umano.

 

Giudizio Cinematographe

Regia - 4.2
Sceneggiatura - 4.2
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4.7

4.2

Voto Finale