The Strain: recensione della prima stagione
La serie prodotta da Guillermo Del Toro, Chuck Hogan, Gary Ungar e Carlton Cuse per la FX Production ha avuto un’accoglienza molto positiva sia dalla critica che dal pubblico.
Del Toro concepì la serie nel 2006, ma quando la FOX si impose nel dare un’impronta comedy al prodotto, il progetto venne accantonato. Successivamente, entrato in collaborazione con Chuck Hogan, Del Toro cominciò a scrivere una trilogia letteraria che è stata tutt’oggi pubblicata da Mondadori: La Progenie (The Strain – 2009), La Caduta (The Fall – 2010) e Notte Eterna (Night Eternal – 2011).
Il regista messicano, solo dopo aver completato la stesura dei romanzi e aver abbandonato progetti importanti come la direzione del fortunatissimo Lo Hobbit, ha iniziato a lavorare alla trasposizione televisiva della serie, pensando di realizzare 3 o 4 stagioni in totale. Infatti, dalle dichiarazioni dello stesso regista, il primo libro avrebbe avuto bisogno di una stagione intera, come anche il secondo libro, mentre per la conclusione, aveva pensato alla realizzazione di due stagioni.
The Strain è appunto la prima parte di una trilogia che vede il Vampiro come villain della storia.
Questa è la trama:
(Sconsigliamo la lettura a chi non ha visto ancora gli episodi e quindi non vuole SPOILER)
Quando all’aeroporto John F. Kennedy di New York atterra un aereo a luci spente e porte sigillate, viene chiamata una squadra di epidemiologi ad investigare il caso. Entrati nel velivolo, scoprono che tutti i passeggeri, a differenza di quattro individui, sono deceduti senza apparente motivo. Trasportati i cadaveri nell’obitorio e spostati i sopravvissuti in quarantena, si scopre che sull’aereo è presente un enorme cassa di legno intagliata e piena di terra, estremamente misteriosa.
Nel momento in cui i corpi dei passeggeri spariscono dall’obitorio, il Dott. Ephraim Goodweather e la Dott.ssa Nora Martinez devono far fronte ad una minaccia ben più grande di quanto avessero pensato.
Un antico male, infatti, si è impossessato della città. I corpi dei passeggeri dell’aereo non sono senza vita, ma trasformati in organismi tutt’altro che umani. Come un virus letale, questi esseri iniziano a diffondere la malattia a New York con l’obiettivo di conquistare ed espandersi a macchia d’olio per tutto il pianeta. Al gruppo di epidemiologi si uniscono: Abraham Setrakian, un sopravvissuto all’Olocausto che ha un passato con il braccio destro del Maestro, Thomas Eirchrost; Vasiliy Fet, accanito disinfestatore nei sotterranei della metropoli e Dutch Velders, hacker assoldata da un ricco miliardario, di nome Eldritch Palmer, in cerca dell’immortalità.
Con un registro stilistico caro a Guillermo Del Toro, The Strain amalgama bene horror, thriller, umorismo nero e scenario post-apocalittico. L’intera stagione potrebbe essere divisa in due parti: una prima, di incertezza e conoscenza della minaccia che sta per gravare sull’intera umanità, una seconda, di presa di coscienza e presa alle armi in cui il gruppo di eroi unisce le forze per combattere il male. La prima metà di stagione è quindi molto equilibrata e si prende tutto il tempo necessario per raccontare le vicissitudini dei vari gruppi di personaggi, la seconda è molto più pratica e attiva, e apre lo scenario al futuro portando alla luce le risposte a quelle domande che via via si erano insediate lungo le 13 puntate.
Puntando su un personaggio classico della letteratura gotica e dell’orrore come Dracula, Del Toro, assieme al collega Chuck Hogan, da al suo The Master e alla sua combriccola di Vampiri un’impronta tutta nuova. Il Vampirismo, infatti, visto come patologia trasmissibile al minimo contatto tra due corpi ricorda il romanzo di Richard Matherson, Io sono Leggenda. Non solo, la figura del Maestro, strigoi originale, è una creatura molto alta, con pelle giallastra e macabra, artigli e un lungo apparato nascosto in gola, simile ad una proboscide cannibale, che utilizza per trasferire la malattia: certamente molto diverso, in questo senso, dal vampiro classico e forse, proprio per questo, ancora più inquietante.
Un cast eccezionale compone la grande rosa di personaggi che girano attorno alla trama di The Strain. Protagonista principale è Abraham Setrakian interpretato dal magistrale David Bradley, il sopravvissuto all’Olocausto e non solo, ricorda il personaggio di Van Helsing e guida il gruppo contro il Maestro, interpretato dal colosso francese Robert Maillet. Richard Sammel è Thomas Eirchrost, fidato del Maestro, colui che fa il lavoro sporco e si espone crudelmente facendone le veci, la sua è un’interpretazione finissima. Corey Stoll è il Dott. Ephraim Goodweather, separato dalla moglie Kelly, Natalie Brown, e in riabilitazione dalla dipendenza dall’alcol, ritrova l’istinto paterno quando vede la minaccia stringersi attorno alla sua famiglia, è legato sentimentalmente alla collega Nora Martinez, Mia Maestro, anch’ella costretta a prendersi cura della madre malata nel momento in cui la città inizia a cadere. Personaggio accattivante e carismatico è il disinfestatore Vasiliy Fet, interpretato da Kevin Durand: con un mix di sarcasmo, un fare da dongiovanni e un atteggiamento da combattente riesce a rubare la scena più di una volta.
Vanno nominati anche Sean Astin, che interpreta il collega di Ephraim, Jim Kent; Jonathan Hyde è il miliardario in fin di vita che stringe un accordo con Eirchrost affinchè possa ricevere il dono dell’immortalità; infine Ruta Gedmintas è Dutch Velders, hacker che si unisce al gruppo di difensori del genere umano, donna intelligente e coraggiosa all’apparenza, stringe amicizia con Vasiliy Fet.
The Strain è certamente un prodotto notevole e originale. Con una regia ben precisa e determinata, accompagna lo spettatore verso uno spettacolo non solo visivo ma anche emozionale. I movimenti della macchina da presa, a volte a mo’ di documentario, trasportano il pubblico dentro questo scenario tutt’altro che felice. I momenti di terrore e suspense più frequenti nella prima parte della stagione, lasciano spazio a pura azione e ritmo nella seconda parte concludendosi in un finale aperto che apre le porte verso l’inizio della guerra, fra umani e vampiri, vera e propria.
Guillermo Del Toro spara, colpisce e convince.
Le riprese della prima stagione si sono tenute a Toronto in Canada nei primi mesi del 2014. Dopo la conferma della seconda stagione, sono state fissate le riprese che partiranno a breve. I 13 nuovi episodi verranno mandati in onda presumibilmente nell’estate 2015 e vedrà lo stesso cast & crew al comando.