Recensione da letto – Operazione U.N.C.L.E.
– Beh, dai…
– Non dire niente. Lo so.
– Operazione U.N.C.L.E., dai, non è andata così male…
– Ti prego, non indorarmi la pillola. Non c’è bisogno. Sono una delusione, non c’è altro modo per dirlo.
– Diciamo che… ci sarebbero ampi margini di miglioramento, ecco.
– Sai qual è la cosa peggiore?
– Cosa?
– Che bastava davvero poco per fare di me un bel film. Ho delle trovate brillanti, delle piccole perle: come quando Illya e Napoleon litigano a colpi di grandi firme su come Gaby dovrebbe vestirsi, o il godibilissimo inseguimento iniziale. Bastava… che so, mantenere la qualità della scena iniziale. Bastava che quel cialtrone di Guy Ritchie continuasse a fare film come Sherlock Holmes, cribbio!
– Intendi il primo, quello del 2009?
– Certo che intendo il primo. Quello del 2011 già cominciava a perdere colpi. E sai perchè il primo invece è un bel film?
– Ehm… Robert Downey Jr.?
– Sì, soprattutto per lui… Ma anche perchè Guy Ritchie aveva smesso di voler fare film alla Tarantino. Con me, ha ricominciato. Questa è la verità.
– Cioè, aspetta… Guy Ritchie vuole fare i film come Tarantino?
– Guy Ritchie vuole essere Tarantino. Ma non può. Non ha la sua cultura, nè il suo talento, nè il suo gusto. Però ci prova: e allora avanti con i monologhi surreali, sboccati ed esilaranti. Avanti con la violenza iconografica. Avanti con il citazionismo. Hai presente il monologo sui maiali in “Snatch”? Hai presente la scena del ballo in “Rock’n’Rolla”, con Gerard Butler e Thandie Newton?
– Sì, in effetti c’è scritto “Pulp Fiction” un po’ dappertutto…
– E con me è la stessa cosa: i titoloni in giallo, la colonna sonora… O anche la scena in cui Napoleon Solo fa lo spuntino mentre Illya sta per annegare, che è una ruffianata senza gusto, nè classe, nè ragione d’essere, buttata là nella speranza di ricevere consensi.
– Già, non ha molto senso, quella scena…
– E poi, guarda un po’, lo Himmler di “Bastardi Senza Gloria” torna a fare il nazista sadico e psicopatico. No, guarda, lasciamo stare…
– Beh, d’accordo, Guy Ritchie ha meno buon gusto di quanto crede. Però non buttarti giù così, non sei da buttare. Il cast…
– Il cast… Piccola, apprezzo il pensiero, ma lascia stare. Il cast è uno dei miei problemi più grossi. Henry Cavill dovrebbe essere un americano ma trasuda spocchia britannica, assumendo i connotati di un Roger Moore dei poveri.
– Oh, ma forse come Superman farà meglio, dai… E Alicia Vikander?
– Alicia Vikander mi sta pure simpatica, a dirtela tutta. Ma è più espressiva durante le interviste che in questo film. A sua discolpa, bisogna dire che ha avuto davvero poco su cui lavorare. Guy Ritchie persiste nella sua convinzione che per scrivere un personaggio femminile convincente è sufficiente farlo ballare a casaccio…
E Armie Hammer, poveraccio. Ci mette del suo, ci prova, e forse tra i tre protagonisti è quello più passabile. Ma a parte essere russo e incazzato, non sembra riuscire a fare molto. Mentre Hugh Grant è senza dubbio la peggior scelta di casting dai tempi di Ryan Reynolds in “Lanterna Verde”. Con me lo si vede poco, ma sono certo che tornerà nel sequel.
Insomma, piccola: non sono un film da buttare, ma rimango una grossa delusione. Semino tanto, ma raccolgo poco. E tutto per le smanie di “coolness” di un regista sopravvalutato…
– Capisco. Beh, se vuoi torniamo a dormire, tesoro…
– Sì… E puoi guardarti di nuovo “Kingsman”, se ti va. Non mi offendo…