Dark Places: recensione
Dark Places – Nei luoghi oscuri, diretto da Gilles Paquet-Brenner e distribuito in Italia da M2 Pictures. Basato sul romanzo omonimo della stessa scrittrice del bestseller Gone Girl – L’amore bugiardo, Gillian Flynn. Il film è stato prodotto da Stephane Marcil, Cathy Schlman, Matthew Rhodes, Charlize Theron. A.J. Dix e Beth Kono.
Dark Places: basta un malinteso per distruggere una vita
Dark Places racconta di Libby Day, una trentenne che non riesce a liberarsi dagli incubi che hanno circondato lei e la sua famiglia uccisa tanti anni prima. Oltre a lei, il fratello è sopravvissuto alla strage, ma è in galera accusato dalla stessa sorella di aver commesso il delitto. Un gruppo di appassionati di cronaca nera contatta Libby, esattamente 25 anni dopo e la convince a riesaminare gli eventi di quella tragica notte. Libby metterà in discussione se stessa perché pare che il presente contraddica il passato…Perché, se è vero che il passato è passato, fino a quando però non lo è più?
Dark Places è un thriller che scava nei ricordi della protagonista, interpretata da Charlize Theron, mascolina e arrabbiata con il mondo intero e in fondo, anche con se stessa. Si inquadra fin da subito il suo personaggio. Il trauma che ha subito l’ha rimosso dalla sua mente, ha ricordi offuscati. Grazie al bizzarro personaggio interpretato da Nicholas Hoult, riesce a trovare chiarezza dell’esperienza che ha vissuto, ma non compresa fino in fondo.
C’è un continuo rimando al passato, costellato da flashback che narrano le dinamiche della famiglia, i problemi e gli equivoci che vengono causati dall’ignoranza e dalla paura che vestono gli abitanti di una piccola cittadina. Basta un malinteso e la vita di una persona può essere distrutta. E nonostante ciò, per amore o per debolezza, questa stessa si sacrifica in virtù di un’altra.
Ogni qualvolta c’è in scena un ricordo del passato, lo spettatore raccoglie elementi da assemblare per comprendere chi c’è a capo di tutto questo. La soluzione del caso è intrigante e non di facile intuizione. In fondo, la stessa tv ci ha abituati al voyeurismo dell’orrore. Vogliamo sapere chi ha ucciso e perché, e lo vogliamo sapere in modo dettagliato. Tuttavia, in un film come Dark Places, forse questo sviscerare ogni minimo tassello, distendendolo in un tempo eccessivo (113 minuti) smorza ogni tentativo di tensione che c’è dietro il thriller.
Ciò su cui certamente ha puntato il regista è la fotografia, curata magistralmente dal candidato all’Oscar Barry Ackroyd e la scenografia, ad opera di un altro candidato all’Oscar, Laurence Bennett. Del cast, un plauso particolare a Christina Hendricks, nota ai più per il suo ruolo in Mad Men. Lontana dai panni di Joan è irriconoscibile. Una grande prova attoriale. Accanto a Charlize Theron (Prometheus, Mad Max: Fury Road), Nicholas Hoult (About a Boy – Un ragazzo, Equals) e Christina Hendricks (Drive, Lost river), troviamo nel cast Chloe Grace Moretz (Amityville Horror, Hugo Cabret, Dark Shadows, Resta anche domani, Sils Maria), Corey Stoll (Ant-Man, Black Mass – L’ultimo gangster) e Tye Sheridan (The Stanford Prison Experiment, Last Days in the Desert).
Sebbene sia un po’ tiepido e poco ritmato (se non nell’ultima parte), Dark Places risulta un film piacevole da vedere, anche solo per la recitazione impeccabile di Charlize Theron, che sa rendere il racconto coinvolgente e accattivante. Ancora una volta l’attrice si conferma, anche nel ruolo dell’orfanella amareggiata e agguerrita, unica e spettacolare.