Rock the Kasbah: recensione del film del premio Oscar Barry Levinson
Rock the Kasbah, commedia diretta dal registra premio Oscar Barry Levinson, vede come protagonisti Bill Murray, Bruce Willis, Kate Huston e Zooey Deshanel. Pur rientrando nella categoria della commedia, il film è ben più difficile da classificare: toni comici lasciano spazio a contestualizzazioni più drammatiche, ma senza mai entrare in reale sintonia con quello che si sta raccontando. Non esistono cambi di toni, i personaggi sono in balia degli eventi, incapaci di prendere in mano la situazione, spinti dal dio Denaro, fama, soldi facili e poca volontà di lavorare seriamente su quello che vogliono.
La trama è una delle più scontate: un manager musicale è in cerca di un buon mercato per far emergere una delle tante cantanti mediocri in cerca di fama. E l’occasione si presenta a Kabul. La giovane, totalmente incapace di imporre la propria volontà, è in balia delle decisioni del suo manager ma, vista la disperata situazione di un territorio in guerra, decide di scappare abbandonando il manager Richie, che dovrà cavarsela da solo seppur senza soldi, senza documenti e senza biglietto del volo di ritorno.
L’Afghanistan è uno Stato in guerra e pieno di contraddizioni: distruzione e morte lasciano spazio a oasi di divertimento dove musica assordante e belle donne fanno dimenticare la tragedia di un conflitto ancora in atto. Basta solo sapere dove cercare. Richie, con l’aiuto di un taxista locale, riesce a conoscere le dinamiche di un paese non così diverso dall’America, mosso dagli stessi interessi e meccanismi sociali.
Così, una volta rimasto senza cantante, Richie fa l’unica cosa che gli riesce nella vita: cercare una nuova voce per riuscire finalmente a guadagnare i soldi tanto desiderati. E questa voce la trova in una ragazza del gruppo etnico Pashtum, scoperta durante una notte serena mentre canta di nascosto in una grotta vicino al villaggio in cui risiede anche il manager. Sembra essere proprio l’occasione della sua vita, se non fosse che per le ragazze è proibito cantare, reato punibile con la morte.
Saleema però ha un sogno e vuole coltivarlo: proprio quando Richie Lanz viene allontanato dal villaggio, lei lo segue nascondendosi nel bagagliaio della sua macchina per arrivare a Kabul, città che ospita l’Afghan Star (versione afghana di American Idol). Non serve svelare il finale del film per riallacciarsi al fatto di cronaca che vede protagonista la 17enne Latifa Azizi, ragazza che nel 2013 prende parte al programma e vince il premio più ambito, a costo della sua libertà e della sua vita, insieme a quella dei familiari e dei sostenitori.
Rock the Kasbah: una storia confusionaria che non convince
Un fatto di cronaca, quindi, viene ripreso da Rock the Kasbah, anche se in modo superficiale e confuso. Come risulta confuso tutto il film. Seppur l’idea di ambientare una commedia musicale in un paese come l’Afghanistan sembra un’idea vincente, non si riesce a trovare una giusta trasposizione nel film. L’impressione che si ha uscendo dal cinema è quella di aver visto un film senza finale, lasciato a metà, come vengono lasciati in sospeso molti personaggi e le conseguenze della scelta di Saleema di partecipare allo show televisivo. Non si delinea un punto focale della storia, un genere, una trama. Rock the kasbah non è abbastanza.
Il film uscirà nelle sale italiane il 5 novembre distribuito da Eagle Pictures.