The Walking Dead Season 1: recensione
Vampiri, licantropi e streghe sono sempre stati in pole position in tv, grazie anche a diverse serie che ne hanno aumentato la popolarità, ma da qualche anno, più precisamente dal 2010 anche gli zombie hanno avuto la loro rivincita, il merito va a The Walking Dead, serie della AMC, ideata dal regista Frank Darabont e basata sull’omonima serie a fumetti scritta da Robert Kirkman, anche produttore esecutivo dello show.
Rick Grimes sceriffo di una piccola contea in Georgia è vittima di un incidente durante uno scontro a fuoco con dei fuorilegge: colpito alla schiena, va in coma, lasciando tra le lacrime la moglie Lori e il figlio Carl. Il risveglio, poco tempo dopo, è traumatico: l’ospedale è distrutto completamente abbandonato e pieno di cadaveri che si cibano di carne viva – per i più attenti la scena del risveglio ricorda molto l’inizio di 28 Giorni Dopo di Danny Boyle-. Rick non ci metterà molto a capire la situazione: il “virus” che sembrava essere controllato prima del suo incidente, ha preso piede. I morti si risvegliano ed attaccano i vivi, la cui presenza è sempre minore. Lo sceriffo sfrutterà tutte le sue abilità di sopravvivenza e di capacità con le armi per sopravvivere ed uscire dalla città, trovando altri superstiti rifugiati tra i boschi, alcuni saranno alleati altri lo ostacoleranno perchè la lotta per la sopravvivenza è anche questo… perdere la propria umanità.
Accolta entusiasticamente da critica e pubblico, la serie è stata subito un grande successo tanto da finire per diventare punto di riferimento per gli amanti dei morti viventi e non solo, tra gli addicted c’è anche il Re del Brivido Stephen King. La particolarità di The Walking Dead sta proprio nello stile narrativo, in cui gli zombie o “walkers”, come vengono chiamati all’interno della serie, sono solo comprimari, i protagonisti sono i sopravvissuti quelli che lottano per rimanere in vita e la guerra è quella che si svolge all’interno delle loro anime, riusciranno a rimanere umani? Dopotutto se c’è una cosa che abbiamo imparato dai momenti di crisi è che il vero nemico dell’umanità è l’essere umano stesso, e alla fine gli erranti sono solo un mezzo per raccontare una storia, dopotutto in molti episodi la loro presenza è solo una pressione crescente e capita spesso di non vederne nemmeno uno. A rendere ancora più chiaro il concetto ci sono i personaggi della serie, primo fa tutti il protagonista Rick Grimes (Andrew Lincoln), lo sceriffo rappresenta il buono che ancora è presente nel mondo, il fatto che indossi la divisa è un chiaro riferimento all’ordine e alla giustizia che si vorrebbe mantenere, ovviamente Rick è solo uno dei personaggi che appaiono nella serie, accanto a lui troviamo Shane Walsh (Jon Bernthal), Daryl Dixon (Norman Reedus) che rappresentano la voglia di sopravvivere a qualunque costo; ma fra di loro, vittime mosse dalla paura e dal desiderio di rimanere in vita, ci sono anche quelli che vedono l’apocalisse come un mezzo per tirare fuori la malvagità che alberga dentro di loro: Merle Dixon (Michael Rooker) è l’esempio perfetto.
The Walking Dead è indubbiamente uno dei migliori prodotti seriali visti negli ultimi anni tanto da essere stato rinnovato per ben cinque stagioni, ognuna delle quali con un successo di pubblico fuori dall’ordinario, tanto da avere festival e convention in quasi tutti i paesi del mondo. Se avete perso questa perla televisiva recuperate tutte le stagioni, e non pensate a The Walking Dead come ad una serie sugli zombie, ma come a un vero e proprio “trattato” sulla sopravvivenza.