The Imitation Game: recensione
La sua macchina non è mai stata perfezionata anche se ha dato origine ad un intero campo di ricerca che noto come “la macchina di Turing”. Oggi noi lo chiamiamo “computer”.
Questo può essere un valevole sunto di chi è stato Alan Turing, una mente straordinariamente brillante e un genio incompreso. The Imitation Game è il nuovo film del regista norvegese Morten Tyldum basato sul romanzo “Alan Turing – storia di un enigma” e sceneggiato da Graham Moore. Il film vede una incredibile interpretazione di Benedict Cumberbatch affiancanto a Keira Knightley e ad un cast di prim’ordine che vede attori del calibro di Matthew Goode e Rory Kirner. La struttura dell’opera appare salda e ferma fin dalle prime battute mostrando tutte le migliori caratteristiche che possa avere un biopic. La storia naviga con continui colpi di flashback rendendo molto più diluto il racconto della vita di Alan. Se volessimo trovare un difetto a questa pellicola, senza dubbio eccellente, punteremmo il dito sulla qualità degli effetti speciali nelle scene di guerra: spesso la resa è un po troppo da videogame ma, visto il contenuto del film potremmo anche accontentarci. L’ambientazione è quella di inizio secolo, precisamente la Londra a cavallo tra le due guerre. Ottimi i costumi e l’immedesimazione nel secolo passato da parte degli attori.
Nel 1952 il criptoanalista Alan Turing, eroe della seconda guerra mondiale, riceve una visita a casa da parte di due agenti della polizia britannica giunti lì per una segnalazione di furto. Il matematico non può immaginare che quello segnerà l’inizio di un vero e proprio incubo che culminerà con l’accusa di atti osceni ed omossessualità. Questo sottoporrà Alan ad una cura ormonale che lo porterà al suicidio nel 1954. Le autorità non sapevano che stavano per arrestare il genio del nostro tempo, un uomo che ha cambiato radicalmente l’era moderna aprendo di fatto i battenti dell’informatica. Durante la seconda guerra mondiale, Alan Turing prestò servizio per la sua nazione, il Regno Unito, riuscendo nell’impresa storica di decrittazione del famoso codice ENIGMA elaborato dalla Germania nazista per pianificare ogni singolo attacco contro gli alleati. La sua scoperta salvò la vita di ben 14 milioni di persone accorciando di fatto la durata del conflitto di ben 2 anni. Il suo genio è affiancato da un gruppo di brillanti studiosi, linguisti, campioni di scacchi e servizi segreti britannici.
The Imitation Game rappresenta il genio di Turing che riesce a dare il meglio di se sotto l’incredibile pressione alla quale è costantemente sottoposto. Cumberbatch è meraviglioso nel mostrarci ogni cambiamento e sfumatura del burbero carattere del matematico, dal suo essere scorbutico al triste epilogo in solitudine e emaciato dalla barbara cura impostagli dai giudici. Oltre a rappresentare una cornice ben adornata della meravigliosa mente di Alan Turing la pellicola è una denuncia giusta a ben articolata alle crudeli condanne imposte agli omosessuali dalla fine dell’ottocento fino alla delibera della regina Elisabetta II. The Imitation Game è un film straordinario che mostra ancora una volta come spesso i concetti di genio e comprensione non vanno di pari passo. Capolavoro