The Visit: recensione del film di M. Night Shyamalan
The Visit: il ritorno di M. Night Shyamalan agli albori della sua carriera
Dopo i clamorosi flop di L’ultimo dominatore dell’aria e After Earth, M. Night Shyamalan ritorna alle atmosfere che avevano lanciato la sua carriera con The Visit, un horror atipico e fortemente ironico (forse troppo) che gioca su uno dei punti di riferimento della vita di ogni bambino e ragazzo, ovvero l’affetto dei nonni. Visto che gli incassi ammontano al momento a 65 milioni di dollari, a fronte di un budget di soli 5, dal lato commerciale possiamo già parlare di successo eclatante. Dal punto di vista prettamente cinematografico invece, pur essendo innegabili dei netti segnali di ripresa da parte del cineasta indiano, la situazione non è altrettanto entusiasmante.
Lo spunto iniziale di The Visit è molto semplice: Paula Jamison (Kathryn Hahn) manda i suoi due figli Tyler (Ed Oxenbould) e Rebecca (Olivia DeJonge) dai nonni per andare in crociera per qualche giorno con il proprio compagno. Paula è scappata di casa giovanissima, troncando così bruscamente i rapporti con i propri genitori, che di conseguenza non hanno mai avuto modo di conoscere i propri nipoti. Fin dall’arrivo a casa dei nonni, Tyler e Rebecca notano diverse inquietanti stranezze. Il nonno John (Peter McRobbie) impone ai ragazzi di non uscire dalla propria camera dopo le nove e mezza, mentre la nonna Doris (Deanna Dunagan) a tratti si comporta in modo sinistro e minaccioso, come se fosse posseduta da un’entità demoniaca. Per i ragazzi ha così inizio una settimana terribile, che lo spettatore vive in prima persona grazie all’espediente narrativo del found footage. I protagonisti, appassionati di riprese e montaggio video, girano infatti in tempo reale un filmato che testimonia le loro disavventure.
Buone idee e ottime atmosfere, ma manca la voglia di osare
Le mie sensazioni verso le opere di M. Night Shyamalan sono controverse e spesso opposte a quelle della maggioranza degli spettatori. Fra le pellicole che ho visto del regista indiano, non ho gridato al capolavoro ma ho apprezzato Il sesto senso, soprattutto per il suo celeberrimo colpo di scena. Ho gradito ancora di più Unbreakable e soprattutto The Village, che personalmente considero uno dei film più sottovalutati degli ultimi 15 anni. Nonostante le quattro nomination ai Razzie Awards e le pessime critiche in tutto il mondo, mi è piaciuto anche E venne il giorno, che ho trovato un’interessante e molto intima riflessione sull’umanità e sul suo futuro. Tutte le altre pellicole di Shyamalan, da Signs e Lady in the water per arrivare agli ultimi L’ultimo dominatore dell’aria e After Earth, non hanno fatto breccia nel mio cuore di cinefilo, per usare un eufemismo. Partivo dunque senza una sensazione ben precisa per questo The Visit, che da una parte mi ha dato delle sorprese positive, mentre su altri versanti mi ha profondamente deluso.
La prima considerazione da fare è che dopo alcuni film ad alto budget ma dalla scarsissima resa, Shyamalan sembra avere trovato in questa pellicola low budget l’ispirazione dei giorni migliori. Molte delle scene in cui compare la demoniaca nonna interpretata da Deanna Dunagan (per distacco la migliore attrice del film) sono davvero ben fatte, ricche di tensione narrativa e sinceramente spaventose. Ci si trova spesso a sentirsi in reale apprensione per il destino dei due ragazzi, terrorizzati per gli assurdi comportamenti degli anziani. La trovata più riuscita della pellicola sta proprio qui: rendere terrificanti le figure dei nonni, normalmente archetipi della pace e della sicurezza, facendo perdere allo spettatore ogni punto di riferimento. Notevole anche lo scontro generazionale fra i nonni, impegnati in cose semplici come i lavori di casa o le passeggiate all’aperto, e i protagonisti, alle prese invece con emblemi della modernità come le riprese o le conversazioni su skype.
Visto il voto basso, vi starete chiedendo che cosa invece non funziona. Praticamente tutto il resto. Per spezzare la notevole tensione, il regista sceglie di inserire dei momenti più leggeri, come il bambino protagonista che compone dei pezzi rap o le conversazioni via skype con la madre che si diverte in crociera, che non solo sono fondamentalmente inutili ai fini della trama, ma sono talmente insistiti da degenerare nel macchiettistico e nella comicità involontaria. Non mancano anche passaggi narrativi abbastanza forzati, che portano in maniera non naturale la vicenda esattamente dove il regista la vuole portare. La scelta di usare l’espediente del found footage da una parte dona realismo alla pellicola, ma dall’altra la frena, rendendo inevitabile utilizzare prevalentemente delle inquadrature statiche, non sempre ideali per mostrare il corso degli eventi. Al di là dell’ottima performance di Deanna Dunagan, che riesce a terrorizzare con un solo sguardo, non convincono le prove degli attori. Abbastanza inespressivi i due ragazzi e non abbastanza inquietante la prova di Peter McRobbie, sempre troppo tranquillizzante rispetto a quanto richiederebbe il suo personaggio. Tutto questo sarebbe anche accettabile, se non arrivasse una parte finale davvero deludente e sbrigativa. Essendo un film di M. Night Shyamalan, per tutto il film ci si aspetta una trovata brillante, un colpo di scena che ribalti completamente la prospettiva della vicenda come era stato a suo tempo per i già citati Il sesto senso e The Village, che però non arriva. Arriva invece una conclusione che fa sì quadrare il puzzle della vicenda, ma nel modo più banale e prevedibile. Una mancanza di coraggio e di voglia di osare che non ci saremmo aspettati dal regista indiano e che porta a un giudizio complessivo negativo.
The Visit divide, ma viene comunque premiato dal botteghino. Nonostante i già sviscerati difetti, rimane la sensazione di aver visto un piccolo passo avanti nella carriera di M. Night Shyamalan, che, sull’onda di questo ottimo risultato commerciale, potrebbe ritrovare i mezzi e la voglia per tornare a sfornare pellicole come quelle dei suoi tempi migliori. Rimane però il rimpianto per una pellicola che contiene buoni spunti tecnici e narrativi, che avrebbero potuto essere sfruttati in maniera più convincente.
The Visit arriva in sala il 26 novembre, distribuito dalla Universal Pictures.
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