Babbo Natale non viene da Nord: recensione
L’estate è finita da un pezzo e, anche se il freddo ha tardato ad arrivare, siamo già a fine novembre. Tutti noi amanti del cinema sappiamo bene che questo periodo del calendario coincide con una programmazione cinematografica che si ripresenta anno dopo anno, con ridondanza di titoli e di idee, da almeno 35 anni. Ad ogni annata assistiamo a nuovi esperimenti, nuove trovate pubblicitarie, nuovi sotterfugi per accaparrarsi una fetta maggiore di pubblico. E perché il 2015 avrebbe dovuto far eccezione?
Babbo Natale non viene da Nord: non il solito cine-panettone
Però (perché c’è un “però”!) è da segnalare una quantomeno bizzarra new entry nel panorama Cine-Natalizio nostrano. Stiamo parlando di Maurizio Casagrande: un 54enne con la voglia di fare di un ragazzino che, dopo una carriera trentennale costellata da successi prima a teatro e poi al cinema (come attore), ha deciso di impegnarsi nel secondo progetto a cui partecipa anche da regista (dopo Una donna per la vita) intitolato Babbo Natale non viene da nord. Sarà strano crederci, ma per quanto ci riguarda, potrebbe essere una delle più piacevoli sorprese tra le alternative a cine-panettoni ormai rancidi e pellicole di registi che, pur non trattando temi natalizi, continuano ad imporre una distribuzione in questo periodo dell’anno.
Il film ci si mostra sotto forma di favola moderna raccontata da un Babbo Natale d’eccezione: il Marcello interpretato da Casagrande che si ritrova ad elargire doni ai bambini di Salerno nonostante la sua carriera da prestidigitatore da quattro soldi già da tempo avviata e la memoria persa a causa di una brutta caduta. Con alle spalle un manager esperto in “Cialtroneria e bighellonaggio” e con un debole per il gentil sesso di nome Gerardo (Angelo Orlando), dovrà domare una situazione non semplice dividendosi tra sua figlia India (Annalisa Scarrone) e la nuova vita che gli si para davanti dopo la perdita della memoria, vissuta in compagnia di Padre Tommaso (Giampaolo Morelli) e i ragazzini della sua comunità. Senza dimenticarsi della presenza di Eva Grimaldi, Maria Grazia Cucinotta, Tiziana De Giacomo, Nino Frassica, Massimiliano Gallo, Chicco Paglionico, Milena Miconi e Casagrande Senior (Antonio), ognuno perfettamente dentro il suo personaggio comico, razionale o malinconico che sia ed indispensabili per una visione d’insieme che prende gradualmente forma, frutto di una sceneggiatura ben organizzata, senza volgarità inutili e che riesce a strappare più di qualche grassa risata.
Inutile girarci intorno, ciò che a primo acchito potrebbe farci storcere il naso è la presenza dell’ex alunna di Amici ed attuale cantante (peraltro bravissima) Annalisa Scarrone. Interpretando India, la figlia di Marcello, una ragazza che vuole sfondare nel mondo della musica con “una vaga somiglianza” con la cantante che è nella vita reale lontana dal set cinematografico, Annalisa risulta anche credibile! Scusateci se ostentiamo meraviglia, ma risolve bene la messa in scena di un ruolo per cui è stata sicuramente selezionata a pennello, ma che neanche sarebbe da tutti affrontare con la semplicità che traspare dai suoi occhi.
Ribelle, un po’ dark e desiderosa delle attenzioni paterne che non ha mai ricevuto, è una ragazza che odia essere confusa per la famosa cantante e che si metterà sulle orme del padre smemorato.
Squisita location per l’intera pellicola è stata la luminosissima Salerno che con le sue “Luci d’artista” regala un’atmosfera a dir poco magica grazie alla quale è diventata famosa in tutta Italia. Tra il “giardino incantato” allestito in villa comunale, il lungomare adorno di pinguini e i borghi medioevali avvolti in un’aura da fiaba, non dev’essere stato facile per il Direttore della fotografia Antonello Emidi, operare su un set dove i mille colori delle luminarie sono stati colti con semplicità e maestranza.
Relazionate tutti questi ingredienti a ciò che ci viene presentato abitualmente e scoprirete che l’inevitabile malafede che ci pervade a sentir parlare dell’ennesimo film natalizio può essere sorprendentemente spazzata via da una risata genuina regalataci da un Babbo Natale del sud, ma di cui anche al nord si sentirà il bisogno.