Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo: recensione
Tra le opere del cineasta Terry Gilliam, Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo è sicuramente una delle più conosciute e di quelle che hanno suscitato più scalpore. Un film funestato, come purtroppo è spesso accaduto per le opere di Gilliam, da una morte illustre sul set: quella di Heath Ledger, giovane promessa di Hollywood allora sulla cresta dell’onda per aver dato vita ad un ottimo ed indimenticabile Joker ne Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan.
Quando Parnassus uscì nei cinema molti andarono a vederlo solo per assistere all’ultima interpretazione di Ledger e spinti dal subbuglio provocato dalla sua prematura e tragica morte. Il che è un peccato perché Parnassus non è il miglior film di Gilliam, ma presenta caratteristiche interessanti che lo rendono unico al di là delle interpretazioni dei suoi protagonisti.
Uscito l’11 ottobre 2009 dopo una travagliatissima gestazione, Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo ottenne ottimi incassi e due premi Oscar: uno per la miglior scenografia ed uno per i migliori costumi. Un risultato più che soddisfacente per un film che ha rischiato seriamente di non raggiungere mai le sale cinematografiche. Dopo la scomparsa del protagonista Heath Ledger, infatti, le riprese vennero sospese e, inizialmente, non c’erano molte prospettive per una continuazione. L’attore aveva infatti completato solo le scene in esterna, ma gran parte del girato non era ancora stato realizzato. Accantonata l’idea di ricorrere ad una copia digitale del protagonista, la pellicola potè essere completata grazie all’intervento di Johnny Depp, Jude Law e Colin Farrell, che interpretarono le scene mancanti del collega Ledger grazie ad un espediente della trama.
Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo: il film visionario che espande l’immaginario del regista Terry Gilliam ai massimi termini
La storia prende le mosse da un circo itinerante, “The Imaginarium”, a capo del quale c’è il Dottor Parnassus, possessore di uno specchio magico che gli permette di accedere a mondi fantastici e di regalare, così, spettacoli unici al suo pubblico. In realtà, però, Parnassus cela un terribile segreto legato proprio allo specchio: i poteri dell’oggetto, infatti, derivano da un patto che, tempo addietro, l’uomo ha stretto col diavolo in persona, Mr. Nick.
In cambio degli straordinari poteri concessi a Parnassus e al suo specchio, Mr. Nick pretende di ottenere l’anima della giovane figlia del Dottore, Valentina, quando quest’ultima compirà 16 anni.
Ignara di tutto, la ragazza lavora nel circo paterno ma progetta in segreto la fuga insieme ad Anton, suo migliore amico e anch’egli facente parte di “The Imaginarium”.
La situazione si complica quando il circo incontra e salva Tony, truffatore e affascinante affabulatore, che si unisce alla compagnia. Grazie alle sue abilità, il giovane riuscirà rapidamente a conquistare il cuore di Valentina e la fiducia di Parnassus, nonostante nasconda più di uno scheletro nell’armadio. Per salvare l’anima della figlia, Parnassus dovrà collezionare cinque anime e condurle all’interno dello specchio prima che ci riesca il diavolo. Tony decide di aiutarlo in prima persona: hanno inizio, così, per lui una serie di straordinarie avventure all’interno dello specchio, durante le quali il giovane vedrà anche mutare le sue stesse fattezze, in un gioco surreale e pericoloso.
Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo è Terry Gilliam, è la piena e perfetta rappresentazione del suo immaginario. Con un messaggio di fondo positivo – un inno alla vita e alla sua bellezza -, il film mette in mostra un mondo favolistico e surreale, sottratto alle leggi della ragione, che lo rende un tassello importante della cinematografia visionaria, tanto cara al regista. Comprendere il mondo che la pellicola mette in scena è una premessa fondamentale per poter apprezzare il lavoro che Gilliam ha fatto con questo film.
Scelta interessante è anche quella di mettere al centro della vicenda figure ambivalenti, non dei “cattivi” ma personaggi che presentano luci e ombre, che nascondono, dietro una facciata cordiale, un animo egoista: è il caso di Tony ma anche di Parnassus, che non esita a vendere l’anima della figlia al Diavolo pur di ottenere quello che desidera. Questi personaggi sono specchio del mondo in cui viviamo, in cui anche la persona apparentemente più affabile può nascondere sembianze da lupo.
Il film, nelle sequenze ambientate dentro lo specchio, per la quali è stato fatto largo uso del green screen, è un’autentica gioia per gli occhi ed i due premi Oscar sono ampiamente meritati. Le sue lacune, però, sono tutte nella trama, che risente della travagliata gestazione e procede confusa, nonostante le ottime prove attoriali dei protagonisti aggiunti in corso d’opera. Depp, Farrell e Law riescono a rielaborare l’interpretazione di Ledger, facendola propria senza snaturarla, in un affettuoso omaggio all’amico scomparso.
Su tutti, comunque, giganteggia proprio Heath Ledger che, nonostante le poche scene in cui è effettivamente presente, si congeda dal pubblico regalando una interpretazione stupenda.
Parnassus, d’altronde, risulta un gigantesco tributo all’attore scomparso, cui il film è anche dedicato, e ne rappresenta il perfetto commiato cinematografico.