Il mio amico Nanuk: recensione
Chi non vorrebbe avere per amico una palla di pelo bianca, affettuosa e innocua, come Nanuk?…Difficile non intenerirsi di fronte all’orsetto protagonista di questo film, altrettanto difficile non rimanere affascinati dalle immagini delle immense distese di neve dell’Artico, paesaggi che si riveleranno tanto belli quando ostili e pericolosi per Luke, adolescente di cui seguiamo le avventure in Il mio amico Nanuk.
Dakota Goyo, nel ruolo di Luke, è un quattordicenne comune che disubbidisce alla propria mamma per la sua passione dell’hockey sul giacchio e ascolta musica ad alto volume nella sua cameretta. Il ragazzo incontra Nanuk, un orsetto di 4 mesi, la stessa sera che la madre orso viene catturata dai rangers della città di Devon, dove Luke vive, e trasportata in elicottero a nord. Luke decide, quindi, di aiutare il piccolo orso a tornare dalla mamma e inizia la sua avventura nell’Artico Canadese, aiutato da Muktuk (Goran Visnijc), una guida di origini Inuit che conosce bene la natura di quei posti. Tuttavia una tempesta e altri ostacoli separano il ragazzo e Nanuk da Muktuk. Ce la farà Luke a portare a termine la sua impresa? Nanuk riuscirà finalmente a ritrovare la mamma orso? E, ancora, cosa imparerà Luke da tutta questa avventura?
Le sequenze dedicate alla storia di Nanuk sono dirette da Roger Spottiswoode, mentre, per le sequenze documentaristiche abbiamo la regia di Brando Quilici. Presentato in anteprima al Festival internazionale del cinema di Roma e uscito nelle sale dal 13 novembre, il film è tratto dal riadattamento del romanzo omonimo di Brando Quilici, famoso per aver lavorato per National Geographic e Discovery Channel. Nel cast, oltre ai già nominati Dakota Goyo e Goran Visnjic, figurano Bridget Moynahan, nella parte di Madison, la mamma del protagonista, Kendra Leigh Timmins, la sorella di Luke, Linda Kash, nalla parte di zia Rita e, ancora, Russell Yuen, Racine Bebamikawe…
Impossibile non provare apprensione tutte le volte in cui Luke, nella sua avventura in compagnia del tenero orsetto, si trova a fronteggiare i pericoli dell’Artico Canadese. Ciò che ci lascia amareggiati è prendere coscienza, attraverso la storia commuovente di Nanuk, dei problemi che l’uomo sta causando in quel posto del mondo sconfinato e lontano, ad esempio, con la caccia e provocando il “riscaldamento globale”. A causa di quest’ultimo gli orsi polari, in cerca di cibo, si spingono verso i centri abitati e per lo stesso motivo i ghiacciai, sempre più sottili, diventano minacce vere e proprie, soprattutto nel periodo del loro scioglimento, alla vita degli animali che popolano quelle aree del nostro pianeta.
Un film per tutti, che non tocca al cuore solo animalisti o appassionati di geografia, ma chiunque sa o vorrebbe sapere cosa vuol dire avere uno scambio d’affetto sincero e spontaneo con un animale, che raggiunge il cuore di chi ci tiene ancora a difendere la bellezza della vita che popola questo pianeta. Una storia che lancia anche un messaggio affettuoso ai tanti genitori che, prima o poi, vivranno la paura e il timore dell’accettare l’inevitabile verità che anche i bambini, i loro bambini, diventeranno grandi.
Curiosità:
- Le riprese si concentrarono in soli 32 giorni, a causa della rapida crescita del piccolo orso protagonista.
- Nel film Nanuk è interpretato da Pezoo, un orsetto nato il 5 dicembre 2012 a Pechino da un’orsa di nome Huan Huan.
- Pezoo ha viaggiato, insieme al suo team, su un aereo modificato appositamente per trasportarlo dall’Asia al Canada.
- Per fare in modo che Dakota Goyo e l’orsetto si conoscessero bene, prima di iniziare a girare, passarono moltissimo tempo insieme. Gli esperti si sono assicurati che l’attore sapesse trattare con il cucciolo di orso, insegnando al nostro Luke come muoversi senza disturbare e infastidire Pezoo.