TFF33 – Quel fantastico peggior anno della mia vita: recensione
Quel fantastico peggior anno della mia vita (titolo originale Me and Earl and the Dying Girl) arriva nelle sale cinematografiche italiane dopo il grande successo avuto prima al Sundance Film Festival 2015 (Gran Premio della Giuria e Premio del Pubblico) e dopo al 33. Torino Film Festival. .
Il film, diretto da Alfonso Gomez-Rejon, racconta del giovane Greg, ragazzo intelligente e di talento ma con grosse difficoltà nel rapportarsi con gli altri. Greg vivrebbe in completa solitudine e nel suo mondo immaginario se non fosse per l’amico di sempre Earl, un po’ “fuori di testa”. Un giorno la madre lo costringe a offrire il suo aiuto a Rachel, compagna di liceo con cui si saluta appena, malata di leucemia (“Mia madre è il LeBron James dell’assillo”, recita Greg). È qui che le barriere emozionali del piccolo Greg crollano e lasciano spazio ai sentimenti più puri e genuini, quali amicizia e amore.
Quel fantastico peggior anno della mia vita mostra “i dolori del piccolo Greg”, giovane incompreso dal mondo, secondo lui. Nulla a che vedere con il drammatico e lacrimogeno Colpa delle stelle, di Josh Boone e tratto dall’omonimo romanzo di John Green, o “l’avventuroso” percorso verso la morte Bianca come il latte, rossa come il sangue di Giacomo Campiotti e tratto dal libro di Alessandro D’Avenia.
Greg è un Peter Pan post litteram. Rinchiuso nel suo mondo, nella sua stanzetta, tra film e libri. Preferisce il mondo della finzione pur di scappare dalla realtà. Ed è Rachel a farlo scontrare con la vita di tutti i giorni e i suoi impensabili e inaspettati imprevisti, come può essere la malattia. Quel fantastico peggior anno della mia vita ha i colori caldi e accoglienti che caratterizzano i maggiori successi di Wes Anderson e nonostante la storia del cancro i toni sono quelli della commedia intensa, fine e cinefila.
Quel fantastico peggior anno della mia vita: Alfonso Gomez-Rejon racconta attraverso una commedia intensa e sottile “i dolori del piccolo Greg”
Secondo film di Alfonso Gomez-Rejon, dopo The Fortress of Solitude e degno risultato di chi è cresciuto a pane e cinema o meglio, come assistente di Martin Scorsese e Alejandro Iñárritu. Al centro del suo film, Quel fantastico peggior anno della mia vita, il tema del dolore e dell’età giovanile. Greg, Earl e Rachel compiranno il rito del passaggio all’età adulta in un modo non convenzionale alle aspettative di nessuno. A firmare la sceneggiatura è Jesse Andrews, autore anche del romanzo da cui il film è tratto, che come le pagine del libro porta la narrazione tra due livelli, quello della commedia e del mélo, accompagnato da movimenti di macchina lunghi e “aggressivi”, che portano lo spettatore a sentirsi il quarto ragazzino della “comitiva”. E non finisce qui!
Quel fantastico peggior anno della mia vita è quasi irriverente nei confronti della malattia, come fosse un elemento marginale che accompagna la quotidianità dei tre ragazzi. Ed è impossibile non farsi catturare dai dialoghi veloci, velocissimi e pieni di citazioni cinematografiche e letterarie. Se solo Greg non fosse così incerto e instabile il suo sarebbe un bel ruolo. Invece, i personaggi di Earl e Rachel catturano l’attenzione perché più caratterizzati e interessanti, se pur sempre sullo sfondo del racconto.
Quel fantastico peggior anno della mia vita (Me and Earl and the Dying Girl) uscirà al cinema il 3 dicembre, distribuito da Fox Searchlight Pictures e Indian PaintBrush. Il film è satrto prodotto da Rhode Island Ave. Nel cast Thomas Mann, RJ Cyler, Olivia Cooke, Nick Offerman, Jon Bernthal.