Fargo: Noah Hawley rivela la timeline della terza stagione
La seconda stagione di Fargo ha fatto esattamente quello che una grande seconda stagione di qualsiasi serie moderna dovrebbe fare, ossia ampliare le ambizioni di una narrazione già scorrevolissima, senza dimenticare cosa ha funzionato nella inaspettatamente speranzosa ed esilarante prima stagione. La prova di questo successo è il semplice fatto che le persone che non si erano affezionate alle prima stagione adattata da Noah Hawley ed ispirata al classico neo-noir dei fratelli Coen sono riusciti, poi, a fondersi con i ritmi comici e le storie pulp della seconda stagione, che si sta preparando per l’attesa conclusione che avverrà nelle prossime settimane.
Ritorno di alcuni personaggi della prima stagione di Fargo? Non è da escludere!
Intanto Hawley ci ha dato già un po’ di informazioni riguardanti la terza stagione della serie crime che FX ha già commissionato. Secondo il creatore dello show, la prossima stagione si svolgerà alcuni anni dopo gli avvenimenti della prima stagione, che hanno avuto luogo nel 2006; quindi è stato stabilito che la nuova stagione racconterà un periodo di tempo tra il 2009 e il 2010. Hawley è stato attento a non farsi sfuggire troppo, soprattutto dal momento che non ha nemmeno concluso di mostrare la seconda stagione al suo pubblico, ma quando gli viene chiesto se sarà possibile assistere al ritorno di qualche personaggio della prima stagione, come i protagonisti del rapporto padre-figlia interpretati da Alison Tolman e Keith Carradine, dice semplicemente:
Potrebbe essere possibile
Non hai ancora visto la seconda stagione ambientata nel 1979? Cosa aspetti? Intanto gustati il trailer!
Alla domanda su possibili collegamenti con la stagione in corso, ecco cos’ha rivelato Hawley:
Ci saranno delle connessioni, proprio come la prima stagione è stata collegata al film e la seconda è stata collegata alla prima, ma penso che parte del divertimento sarà capire cosa ne verrà fuori e non vorrei togliere il divertimento di scoprirlo a nessuno…
Fonte: Collider